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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Susanna Ronconi

• Venezia 26 settembre 1951. Ex terrorista. Delle Brigate Rosse e di Prima linea. Condannata a 12 anni per omicidio, da molti anni collaboratrice del Gruppo Abele, nel 2006 il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero la nominò nella Consulta nazionale sulle dipendenze (70 membri di associazioni e comunità che vanno da San Patrignano a Saman, dalla Comunità Incontro di don Gelmini a Massimo Barra) scatenando numerose proteste (la nomina fu poi annullata perché interdetta dai pubblici uffici dopo che già aveva dato le dimissioni). In precedenza, l’allora ministro Livia Turco aveva cercato di inserirla in un ruolo di consulente ministeriale nell’ambito della lotta alla tossicodipendenza (il clamore fu tale che l’incarico venne ritirato). Nonostante altre polemiche, nate dalla protesta di Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo, è rimasta nel progetto “Lavoro debole” della Regione Lombardia e della Provincia di Lodi per il reinserimento dei detenuti nel mondo produttivo, una volta che abbiano scontato la loro pena.
• «Trasferimento a Padova con i genitori, liceo durante il Sessantotto, Scienze politiche all’università. La diffidenza, all’inizio, fra i compagni dell’estrema sinistra, a causa della famiglia troppo agiata, il padre ufficiale, poi funzionario di una compagnia petrolifera americana. La villa a Cortina. Ma a ventitré anni Susanna, che i giornali chiamano “Susanna la timida”, è in clandestinità, nelle Br. Comincia con una rapina in banca, assieme a Roberto Ognibene. A Padova, 17 giugno 1974, fa parte del commando che nella sede del Msi uccide due militanti di quel partito, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola. Guidano Ognibene e Pelli, non era stato previsto di fare fuoco, ma non c’è indulgenza per i due uomini presenti per caso sul luogo dell’irruzione. Susanna fa un lungo periodo di latitanza, anche all’estero. Viene arrestata a Firenze nel 1980, ha già compiuto il passaggio a Prima Linea. Due anni più tardi, Segio organizza l’evasione di Susanna e di altre tre donne di Prima Linea: Biancamano, Premoli, Meroni. Fa esplodere un’auto bomba lungo la cinta del carcere di Rovigo e un pensionato di 64 anni, Angelo Furlan, resta sul marciapiede senza vita. Susanna viene ricatturata pochi mesi dopo e in carcere sposa Segio. Pesanti condanne sulle spalle, comincia assieme a lui la strada verso la dissociazione» (Corriere della Sera).
• «Ha mai chiesto perdono ai parenti delle vittime? “Credo di averlo fatto, come dire, mille volte, a cominciare proprio dal periodo della dissociazione, quindi da un’assunzione di responsabilità personale, non solo collettiva”» (ad Andrea Garibaldi).
• Nel 2009 Giovanna Mezzogiorno interpreta il suo personaggio nel film La prima linea di Renato De Maria, liberamente ispirato al libro Miccia corta di Sergio Segio (DeriveApprodi 2005).