1 giugno 2012
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Biografia di Edo Ronchi
• (Edoardo) Treviglio (Bergamo) 31 maggio 1950. Politico. Già in Democrazia proletaria, nell’89 fondò insieme a Francesco Rutelli i Verdi Arcobaleno, di cui fu fino al 1991 portavoce nazionale. Eletto alla Camera nel 1983, 1987, 1992 (Democrazia proletaria), al Senato nel 1994, 1996, 2006. Ministro dell’Ambiente nel Prodi I, D’Alema I e II (1996-2000). Ex presidente dell’Istituto sviluppo sostenibile Italia (2001-2006). Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile (dal 2008). Docente all’Università di Architettura a Roma. Fu tra i promotori di vari referendum ambientalisti (nucleare, caccia, pesticidi). Nel giugno 2013 il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando lo nomina subcommissario ambientale per il risanamento dello stabilimento Ilva di Taranto. Agli inizi di luglio del 2014 rinuncia all’incarico affermando che il governo sul caso Ilva ha deciso di non «cambiare passo. Quindi considero la mia esperienza conclusa. Lascio con stato d’animo sereno, per una evidente divergenza. Con il decreto approvato il governo non ha intrapreso i passi giusti per continuare sulla strada avviata». (…) Secondo Ronchi, dal momento che il governo nel 2012 ha dichiarato l’Ilva «sito di interesse strategico nazionale, è giusto che ci sia un intervento pubblico, perché per salvare i posti di lavoro è necessario assicurare il risanamento ambientale. Lo Stato però, se veramente vuol fare il risanamento, deve almeno garantire un mutuo trentennale; ma mi sembra che su questo punto non ci sia stata convergenza con l’indirizzo che ha prevalso nel Consiglio dei ministri» (Repubblica) [lettera43 11/7/2014].
• Nel 1997 autore della prima legge nazionale sui rifiuti (detta appunto “decreto Ronchi”) che in sintonia con le direttive europee imponeva il riciclaggio e l’impiego della spazzatura come combustibile e intendeva ridurre al minimo il ricorso allo smaltimento (discarica e inceneritore).
• Grande avversario di Alfonso Pecoraro Scanio: «La mia esperienza al governo nel 1996, la prima di un ministro verde, nasceva dalla consapevolezza che queste sfide ambientali non potessero esser chiuse in una nicchia, l’ambiente aveva bisogno del sostegno delle imprese, delle grandi forze sociali... Quello che è sempre più venuto a mancare» (da un’intervista di Jacopo Iacoboni).