1 giugno 2012
Tags : Alba Rohrwacher
Biografia di Alba Rohrwacher
• Roma 27 febbraio 1979. Attrice. David di Donatello 2008 come miglior attrice non protagonista per Giorni e nuvole di Silvio Soldini e 2009 come miglior attrice protagonista per Il papà di Giovanna di Pupi Avati (il film le valse anche un Globo d’oro come miglior attrice rivelazione). Nel 2011 ha vinto un Nastro d’argento e un Ciak d’oro come migliore attrice protagonista per il film di Saverio Costanzo La solitudine dei numeri primi. Vista anche in Riprendimi (Anna Negri, 2008), Caos calmo (Antonello Grimaldi, 2008), Mio fratello è figlio unico (Daniele Luchetti, 2007), Bella addormentata (Marco Bellocchio, 2012), Via Castellana Bandiera (Emma Dante, 2013) e nel film della sorella Alice Le meraviglie (2014).
• «Pallida, delicata, Alba è un volto nuovo, un talento già entrato “nel mirino” dei nostri registi, da Anna Negri ad Avati, e nel rinascente star system di casa nostra può rivendicare un posto di tutto rispetto» (Gloria Satta).
• «Quarantotto chili. La pelle che è una porcellana delicata. Neanche un filo di trucco. Tacchi zero. Un viso botticelliano. Un corpo alla Balthus. La voce delicata che-non-sai-se-è-timida-o-ha-le-corde-così. Quel naso. Una bellezza non italiana. Una somiglianza folle e allampanata con Monica Vitti giovane (...) La vocazione? “Beh, quella m’è venuta a forza di guardare un circo francese che veniva ogni estate al mio paese, nell’Orvietano. Avrei voluto fare l’acrobata. Vivevamo vicino al lago di Bolsena. Mio padre, violinista, s’è messo lì a fare l’apicultore, e mia madre insegnava a Firenze, dove io cominciai, facendo Medicina, a frequentare un’accademia teatrale. Il primo ruolo fu quello di Sigismondo ne La vita è sogno di Caldéron de la Barca. Più tardi poi sono riuscita a entrare al Centro sperimentale di cinematografia, dove ho appreso la disciplina”» (Rodolfo Di Giammarco).
• «Non ho la tv in casa. Ma non per scelta ideologica. Non è stata una priorità, ho preferito lo stereo e il computer. Non escludo di comprarla in futuro per vedere Blob e i film su Sky».
• «Da ragazzine io e mia sorella guardavamo poca tv. Soprattutto i film di Bud Spencer e Terence Hill, io tifavo Bud Spencer, Alice per Terence Hill. Siamo cresciute in campagna, nella cittadina più vicina, Orvieto, c’era un’unica sala. Il vero incontro con il cinema è stato negli ultimi anni di liceo. Andavamo a ogni rassegna o cineforum, senza pensare di poterci entrare dentro. E invece poi in una maniera forse istintiva, in qualche modo folle, l’approdo è stato lo stesso per entrambe. Io mi sono iscritta al Centro sperimentale, Alice lavorava alla radio, studiava sceneggiatura. È stato un percorso in parallelo, due strade diverse dalle quali però ci si poteva tenere d’occhio» (ad Arianna Finos) [Rep 26/5/2014].
• «Da uno a quattro anni non mi volevo vestire. Poi dai dieci ai diciassette sono diventata estremamente pudica. Il corpo lo uso in sottrazione. Figuriamoci quando per La solitudine dei numeri primi Saverio Costanzo m’ha chiesto di modificarlo, e ridurlo, dimagrendo d’una decina di chili, arrivando a pesarne quaranta. Mentre non mangiavo e seguivo le istruzioni del dietologo, ho avvertito un senso pericoloso e affascinante di invulnerabilità, quel qualcosa che porta all’anoressia. Partendo da questo lavoro fisico estremo, ho capito meglio l’interiorità del personaggio, l’Alice raccontata da Paolo Giordano nel romanzo, e alla fine dell’avventura ricordo che una cara amica m’ha fatto notare che mi era cambiato lo sguardo (…) Osservo molto gli altri, già al livello semplice degli incontri più casuali. D’estate do una mano ai miei collaborando alle vendite nei mercati di campagna dove si pratica ancora il baratto, e mi soffermo su tutte le fisionomie che passano davanti. Mi attraggono i diversi modi di vivere della gente che abita lontano da noi, le tecniche del mestiere artistico così come le concepiscono gli altri, altrove…» (da un’intervista a Rodolfo Di Giammarco) [Rep 16/1/2011].
• Ama i silenzi, Erik Satie e il pianoforte, il rumore della pioggia, gli occhi lucidi, Elsa Morante, l’ironia, Radio3, gli autobus vuoti. Detesta i film horror, le valigie da fare, le sigarette, i fast food, lavare i piatti.