1 giugno 2012
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Biografia di Richard Rogers
• Firenze 23 luglio 1933. Architetto. Già insignito del Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Architettura di Venezia e dello Stirling Prize, nel 2007 ha vinto il prestigioso Pritzker (sorta di Nobel degli architetti). «Quello in cui credo è piú importante di quello che ho realizzato».
• «Un mio antenato andò in Italia 200 anni fa dalla contea del Sunderland, nel nord dell’Inghilterra, e arrivò a Venezia. Lì s’insediarono i Rogers, medici. Non so cosa lo spinse. Presumo che Venezia fosse una buona ragione per lasciarsi alle spalle il Sunderland, un luogo molto meno illuminato, in tutti i sensi...» (da un’intervista di Leonardo Clausi).
• «Nato da famiglia triestina come il famoso secondo cugino Ernesto Rogers, l’esponente dello studio storico BBPR (Belgiojoso, Banfi, Peressutti, Rogers). Suo padre Nino dovette lasciare Firenze in seguito alle leggi razziali, per raggiungere con la famiglia (Richard aveva 5 anni) alcuni parenti che vivevano in Inghilterra. Rientrando in Italia per il servizio militare a Trieste, si spostò a Milano dove frequentò l’amatissimo Ernesto ed è in parte grazie a lui che decise di diventare architetto» (Fiorella Minervino).
• «Ernesto mi convinse a seguire Architettura a Londra, e poi a Yale: così conobbi Norman Foster e dal 1962 al 1967 abbiamo lavorato insieme, fondando in Inghilterra il Gruppo Team 4, con le nostre due mogli, lavorando a residenze e stabilimenti».
• «Con Renzo Piano ci incontrammo da un medico, fummo presentati e lui disse che era stufo di stare a Genova. Gli dissi: “Venga a Londra”, cosa che fece e con uno studio di massimo 5 persone, noi compresi, decidemmo di partecipare al concorso per il Beaubourg. Io ero sicuro che non avremmo mai vinto. Era il nostro primo concorso, era giusto partecipare. Quando seppi che avevamo vinto, ne fui triste e preoccupato, l’impegno era enorme, la macchina mostruosa, i costi pure».
• «Tra gli edifici-simbolo citati nella motivazione della giuria del Pritzker, oltre al Centro Pompidou c’è anche la torre dei Lloyd’s a Londra: il suo primo grattacielo, eretto nella prima metà degli anni Ottanta, la cui forma è segnata dalle scale a chiocciola e dagli ascensori esterni. Qui la “macchina” si slancia imperniata verticalmente su tante, enormi viti metalliche: queste lasciano pensare che la torre potrebbe salire ancora più in alto, in un movimento senza fine. E infine è citato il suo “terminal 4” dell’aeroporto madrileno di Barajas, dove invece la struttura è ben visibile da dentro, oltre che da fuori: enormi pilastri arborei reggono una copertura lontanissima, mossa da onde lignee traforate che danno un’aria di leggerezza al tutto. Ma forse più importanti ancora delle sue pur maestose architetture, sono gli studi di carattere urbanistico che Rogers ha condotto soprattutto negli ultimi quindici-vent’anni. Egli ha collaborato con diverse amministrazioni cittadine, a partire da quella di Barcellona (una delle città modello della nostra epoca). Il suo slogan è: “Verso un nuovo rinascimento urbano”. Alla guida di una task force incaricata dal governo laburista britannico, Rogers ha formulato una serie di piani per rilanciare la città come “centro di civiltà”: il suo scopo è di contrastare la tendenza, diffusa in tutto il mondo industrializzato, all’estensione magmatica dell’abitato nelle campagne. Piuttosto egli propone una nuova crescita della città in se stessa, attraverso la conquista degli spazi un tempo riservati ai servizi: fermiamo le automobili - propone - fermiamo la costruzione di centri commerciali nelle periferie... E nei suoi piani futuristici immagina strade veicolari sotterranee e giardini in superficie a intervallare le case: i suoi disegni ricordano quelli che il da Vinci tratteggiava per la città ideale» (Leonardo Servadio).
• Altri suoi progetti: il Leadenhall, grattacielo nel cuore della City londinese, subito ribattezzato “la grattugia” per la sua forma rastremata, e il Parlamento del Galles, tutto trasparente.
• Il 20% degli utili del suo studio va in beneficenza e non ci sono grandi divari tra stipendi degli architetti, da Rogers all’ultimo degli assunti.
• La moglie Ruth, cuoca, gestisce il River Café (sulle sponde del Tamigi), specializzato in cucina italiana.