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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Giacomo Rizzolatti

• Kiev (Ucraina) 28 aprile 1937. Neurologo. Direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, noto in tutto il mondo per la scoperta dei «neuroni specchio», con cui ha posto le basi fisiologiche dell’empatia.
• «I neuroni a specchio – osservati per la prima volta alla metà degli anni ’90 da uno scienziato italiano, Giacomo Rizzolatti – sono una forma specifica di quelle “unità cellulari”, i neuroni, che formano il tessuto nervoso. I neuroni a specchio, grazie alle loro peculiari proprietà fisiochimiche, si attivano quando un individuo (animale o uomo) osserva o è in comunicazione con una azione compiuta da un altro individuo: in quel momento entra in “simpatia/empatia” con lui, provando emozioni e sensazioni analoghe e, per così dire, parallele» (Angiolo Bandinelli) [Fog 10/7/2014].
• È nato in Ucraina, allora Unione Sovietica: «Il mio papà fece l’università a Kiev, città allora molto diversa da quella martoriata di oggi. Parlo degli anni Trenta. Si iscrisse a Medicina che non ero ancora nato. La situazione si stava facendo terribile. Si percepiva un senso di furore rivoluzionario e di paura ancestrale. (…) Cominciava a dilagare il sistema della delazione e della denuncia. Stalin aveva deciso di collettivizzare l’economia. E i contadini, quelli con la terra, furono i primi a opporsi. Ammazzarono le proprie bestie, incendiarono le proprie case, rinunciarono a lavorare la terra pur di non cedere all’espropriazione forzata. In quelle circostanze gli studenti erano spediti a lavorare nei campi. Mio padre, soprattutto in estate, raccoglieva nei primi kolchoz le patate». Tornò in Italia nel 1937: «Stalin decise che in pochissimo tempo gli stranieri dovevano essere rispediti ai loro paesi. Nel 1937 arrivò lo “sfratto”. Toccò prima a mio zio, poi a mio padre e mia madre, infine ai nonni che erano ancora vivi. In tre mesi dovemmo lasciare Kiev. Ero appena nato. L’ambasciata ci aiutò a portare via qualche gioiello, sembravamo usciti da un romanzo di Bulgakov, che tra l’altro era nato a Kiev e aveva fatto il medico. (…) Per una legge del fascismo i miei dovettero risiedere nel luogo da cui i nonni erano partiti: Clauzetto, un paesino non lontano da Pordenone. Ora, lei immagini passare da un posto come Kiev che faceva un milione di abitanti, con una vita sociale internazionale, a un luogo che contava sì e no 500 anime. La mamma che era una donna spiritosa, disse: ma non avete l’impressione di stare nel Caucaso?» (ad Antonio Gnoli) [Rep 23/2/2014].
• Nel 2011 il Corriere della Sera, in occasione del 150º anniversario dell’unità d’Italia, ha incluso le sue scoperte tra le dieci da ricordare nella storia d’Italia.
• Il 1° maggio 2014 la fondazione Grete Lundbeck European Brain Research di Copenhagen gli ha conferito il premio Brain, del valore di un milione di euro: «Sarebbero tutti soldi miei, però non mi sembra giusto mettermeli in tasca. Pensavo di destinarne una parte a un fondo per la ricerca per il Dipartimento di neuroscienze. La burocrazia è diventata insopportabile e l’unica soluzione per lavorare bene è di avere fondi al di fuori dell’amministrazione universitaria. Pensi che nel nostro dipartimento c’è un canadese che voleva comperare un pezzo di plastica, gli occorreva per un esperimento. Costo, trenta euro. Ci hanno detto che dovevamo seguire la trafila stabilita di una “spending review”. Attesa: un paio di settimane. O paghiamo di tasca nostra o smettiamo di lavorare. Non le dico se uno ha bisogno di una prestazione professionale! Deve chiedere il permesso al rettore, che deve fare un annuncio a tutta l’università per vedere se qualcuno si presta gratuitamente, dopodiché, ovviamente nessuno si presta, si istituisce il concorso, si aspettano 20 giorni perché il bando diventi pubblico, si fa il concorso che, concluso, va alla Corte dei conti per l’approvazione. Se voglio un’analisi statistica devo aspettare tre mesi. In Germania l’hai in un giorno. Ci trattano come il catasto o il ministero dei Trasporti, dove forse è logico contenere al massimo i prezzi, ma per un pezzettino di plastica...» (Cristina Gabetti) [Cds 1/5/2014].
• «Come possibilità futura m’interessa la ricerca che facciamo con l’ospedale Niguarda a Milano: registrare l’attività di singoli neuroni nell’uomo. È una tecnica di avanguardia che stiamo mettendo a punto. Il Centro per l’Epilessia del Niguarda è uno dei migliori e più operativi in Europa. Studiano un malato a settimana: impiantano degli elettrodi nella testa del malato, dopodiché non possono operare subito perché devono capire dov’è il focolaio epilettico».