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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Riccardo Riccò

• Sassuolo (Modena) 1 settembre 1983. Ciclista. Squalificato fino al 2024 per auto-emotrasfusione. Forte in salita ma anche allo sprint, detto “il cobra”, fama di attaccabrighe e spaccone. Secondo dietro lo spagnolo Alberto Contador al Giro d’Italia 2008 con due vittorie di tappa (Agrigento e Tivoli), una tappa anche al Giro 2007 (Tre Cime di Lavaredo, 6° in classifica generale). Vincitore al Tour de France delle tappe di Super-Besse e Bagnères de Bigorre, acclamato da tutti gli appassionati come “il nuovo Pantani” (si sperava solo per le imprese in salita), il 17 luglio 2008 fu cacciato dalla corsa: il controllo antidoping effettuato dopo la quarta tappa, la cronometro di Cholet, scovò nel suo sangue tracce dell’Epo di terza generazione, nota come Cera (Continuous Erythropoietin Receptor Activator).
• «Il verdetto che emerge dal Tour è impietoso. Ma anche nel passato di Riccò ci sono stati momenti controversi. Qual è il suo mondo? Come è arrivato in alto? Chi c’è attorno a lui? Nel 2001, a 17 anni, prima del Mondiale di cross, Riccò viene fermato dalla Federciclo perché non idoneo. Il suo ematocrito è alto. Corre per la Paletti ed è campione d’Italia. Due anni dopo, da Under 23, è in lizza per una maglia azzurra per il Mondiale su strada. Non è in regola neanche stavolta ai controlli preventivi Fci: sospeso 45 giorni, per due stagioni gli viene vietato di passare pro’. Nel 2005 ha 22 anni e corre per la Grassi-Pantani. Stessa musica, viene fermato altre due volte ai controlli della salute della Federciclismo. Altri 90 giorni di sospensione (45 per ciascuno stop). Ma l’Uci, dopo averlo sottoposto per tre giorni a esami a Losanna, gli concede il certificato: quei valori sono naturali. Una riabilitazione. Nell’aprile 2006 arriva un nuovo problema. Nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge tra gli altri il maratoneta azzurro Di Cecco, la Procura di Torre Annunziata accusa il Cobra di avere acquistato, con Trenti, sostanze dopanti. Ottiene un documento di chiusura delle indagini. Ha già le valigie in mano per Liegi, da dove parte il Giro, ma in Belgio Riccò non arriva. Il suo massaggiatore è Primo Roberto Pregnolato, già massaggiatore di Marco Pantani, condannato a 8 mesi e 6000 euro di multa per i fatti di Sanremo al Giro 2001 (violazione della legge 376/00 sul doping)» (Claudio Ghisalberti).
• Confessata la sua colpevolezza, avrebbe detto di aver ricevuto la Cera dal medico Carlo Santuccione (vedi): «Avrebbe voluto anche 700 euro ma mi aveva assicurato che non sarei stato trovato positivo. Quei soldi non glieli darò». Il 2 ottobre 2008 fu fermato per due anni (uno e mezzo per assunzione di sostanza dopante, ed altri sei mesi per la frequentazione di Santuccione), squalifica ridotta poi a 20 mesi per la collaborazione alle indagini.
Tornato a correre nel giugno 2009, aggiudicandosi tra l’altro la corsa a tappe austriaca Österreich-Rundfahrt. Ricoverato in ospedale nel febbraio 2011 in seguito a un malore al termine di un allenamento (blocco renale), confessa al medico di aver effettuato un’autotrasfusione di sangue che conservava in frigo da diversi giorni (confessione poi negata da Riccò davanti al Coni e alla Procura di Modena). Nell’aprile 2012 il Tribunale Nazionale Antidoping lo ha condannato a 12 anni di stop per l’auto-emotrasfusione. Il Tribunale di Modena l’ha invece condannato il 22 novembre 2011 a 2 mesi di carcere con la condizionale e al pagamento di un’ammenda di 3.000 euro.
• Nel 2014 ha scritto insieme a Salvatore Lombardo Funéraille en jaune. «Stavolta, davanti a un uomo che ascolta senza giudicare, Riccò racconta. Racconta della prima sfida, “lanciata a un compagno delle scuole medie che praticava il ciclismo per dimagrire”, della prima corsa, “eravamo più di 200 alla partenza di un percorso interamente pianeggiante, termino 20° nel blocco in testa”, del primo titolo, “campione della provincia di Modena, un avvenimento, perché non vincevo spesso”, della prima infatuazione, “per Pantani, le vittorie incredibili di Marco sono una rivelazione, e divento uno scalatore”. Poi le cose cambiano. “Quando arrivo agli Under 23, sono un chierichetto”. “Devo ripartire da zero. Quasi come uno zero”. “Faccio la figura di un contadino fra i potenti”. “A parte le tradizionali iniezioni di vitamine, e dico vitamine, nient’altro. Assolutamente niente”. “Tutti i ragazzi attorno a me sembrano dei caccia aerei. Sorvolano le corse. Sembrano non essere mai stanchi. E, sorpresa assoluta, anche i grassi scalano”. “Ne parlo con un ex pro divenuto un compagno. Si diverte della mia ignoranza e mi descrive la situazione senza ipocrisia”. “Sconvolto, ne parlo a mio padre”. “Anche se non può veramente immaginare a che punto un prodotto chiamato Epo può oggi cambiare le cose in corsa. Soprattutto se abbinato al testosterone”. “Decido di fare come gli altri. Ma con moderazione. Una sola cura di due mesi prima della nuova stagione. Ed è immediatamente un altro mondo”» (Marco Pastonesi) [Gds 1/7/2014].
• Compagno della ciclista Vania Rossi da ha avuto un figlio, Alberto, nato nel 2009.