1 giugno 2012
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Biografia di Elena Sofia Ricci
• (Elena Sofia Barrucchieri) Firenze 29 marzo 1962. Attrice. «Non rinnego niente di quello che ho fatto: ho recitato perfino nei fotoromanzi... mi servivano per pagare l’affitto».
• Scoperta da Pupi Avati (Impiegati, 1985, film del suo esordio; Ultimo minuto, 1987), vinse il David di Donatello per Ne parliamo lunedì (Luciano Odorisio 1990) e, come non protagonista, per Io e mia sorella (Carlo Verdone 1987, premiata anche col Nastro d’argento) e Mine vaganti (Ferzan Ozpetek 2010, anche qui David e Nastro d’argento). Nel 2014 Allacciate le cinture, sempre di Ozpetek: «Vede in me quell’aspetto folle che pochi colgono». Già protagonista di numerose fiction tv: Caro maestro (1996), Squadra mobile scomparsi (1999), Orgoglio (2004: è la serie che l’ha resa davvero popolare nella parte della marchesina Anna Obrofari), Fratelli (2006), un enorme successo, dal 2006, come la Lucia Liguori de I Cesaroni («Siamo molto lontani dalla famiglia del Mulino bianco») che ha abbandonato definitivamente dopo la quinta serie (2012) «Già nell’ultima serie, con il mio personaggio non riuscivo a dire qualcosa di nuovo, più di quanto non avessi già detto. Quindi sentivo il bisogno di cambiare». Da ultimo vista nella parte di suor Angela in Che Dio ci aiuti e nel ruolo della direttrice di banca ne Le due leggi (Raiuno, 2014): «Ruolo difficilissimo, anche perché di finanza, di economia non ne capisco niente, e infatti sono stata truffata venti anni fa e mi ritrovai in ginocchio, proprio perché avevo sottoscritto un prodotto di cui non capivo nulla e che mi ha messo in grande difficoltà». Fu protagonista anche di un martellante spot con Diego Abatantuono (per reclamizzare Alice, Telecom).
• «Ricorderò sempre una volta, quando mio nonno, Leonardo Ricci, un grande architetto, mi guardò e sentenziò: “Entro i 25 anni, o diventi qualcuno o sarai una fallita per sempre”. All’epoca ero molto giovane e lo presi in parola. Ho dovuto faticare per conquistare quella perfezione che mi veniva indicata come traguardo, ma solo in seguito ho capito che non sarebbe stata la perfezione a rendermi felice» (da un’intervista di Emilia Costantini).
• «Avevo 31 anni quando ho conosciuto i miei fratelli. I miei genitori divorziarono presto e male. Erano ancora molto giovani e io una bambina: lasciai la Toscana, dove vivevamo tutti insieme, per seguire mia madre a Roma. Da quel momento non ebbi più rapporti con mio padre, che si fece una nuova famiglia ed ebbe altri figli. D’altra parte anche mia madre si risposò. Sopportai con dolore questa separazione fino a quando non andai in analisi, a trent’anni. Mi resi conto che avevo dei tasselli da rimettere a posto: decisi così di incontrare mio padre e di conoscere i miei fratelli. Due sorelle e un fratello. Però, sia chiaro, io ho avuto un padre: Pino Passalacqua, il secondo marito di mia madre. Per me fu un grande papà e, facendo il regista, mi fece innamorare di questo mestiere».
• «Già a tre anni facevo la ballerina. In famiglia avevo mia mamma che era scenografa, un papà adottivo che faceva il regista, quindi in casa più o meno si respirava aria di cinema e io me la sono presa tutta» (a Giancarlo Gramola).
• «Quando avevo 16 anni non vedevo l’ora di averne 40. Avevo ragione. È stata l’età più bella, con tutte le battaglie quotidiane, la famiglia allargata. Mi dicevo: altri 40 così mi starebbero bene. Poi sono arrivati i 50. Adoro la vita, e l’idea di avere meno tempo di una volta, be’, mi fa girare le scatole» (a Micaela Urbano) [Mat 25/1/2014].
• «Sono sempre stata un po’ anziana, non me n’è fregato mai niente di uscire, di andare in discoteca».
• Vive a Roma, sulla Cassia, in una casa arredata tutta di bianco.
• Ha divorziato dal primo marito, Luca Damiani, nel 1992. «Nancy Brilli veniva da me, ascoltava le mie pene d’amore e mi parlava di un suo misterioso fidanzato che solo dopo ho scoperto essere il mio marito di allora» (a Paolo Martini) [Chi 12/1/2011].
• «Il mio errore più grande è stato quello di aver collezionato una serie infinita di compagni improbabili. Li sceglievo scientificamente in base a un unico criterio: mi avrebbero garantito la solitudine» (a Costanza Rizzacasa).
• Dal collega Pino Quartullo ha avuto Emma (1996). Dal compositore Stefano Mainetti (con cui è sposata) Maria (2005).