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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Tony Renis

• (Elio Cesari) Milano 13 maggio 1938. Musicista. Cantante. Noto in tutto il mondo per Quando quando quando (1962), nel 1963 vinse con Uno per tutte il Festival di Sanremo. Produttore di successo (Bocelli, Bublé, Celine Dion), nel 2004 fu direttore artistico del Festival di Sanremo. «A Hollywood mi considerano il re dello spaghetto».
• Figlio del pittore Orfelio, in arte Orfelius. Grande amico di Adriano Celentano: «Per me è come un fratello, siamo amici dall’oratorio e dalle vacanze in colonia a Pietra Ligure. Avevamo solo 6 anni. Da allora siamo cresciuti insieme e abbiamo debuttato nello spettacolo imitando Dean Martin, io, e Jerry Lewis, lui» (a Marco Molendini).
• «Sono stato un bambino prodigio. Mi esibivo a 5 anni nell’aia del paese, Cassago Volta, dove eravamo sfollati durante la guerra. Abitavamo nell’abbaino della villa di Alessandro Volta, eravamo molto poveri. Ero il divo a scuola, il divo all’oratorio, mi esibivo nella filodrammatica. Lavoravo per beneficenza tra orfanotrofi, istituti per curare i tumori. Studiavo chitarra classica. Poi vinsi la Sei giorni della canzone nel 1959 con il brano Tenerezza che poi Morandi usò per rilanciarsi. Poi arrivò il Festival di Sanremo nel 1961, grazie all’intervento di una mia cara amica che considero una sorella, Mina, che barattò la mia partecipazione con la sua. Fui sorteggiato per cantare per primo e fui anche subito eliminato. Mi ripresentai nel 1962 e grazie a un altro amico fraterno, Mogol, cantai la canzone Quando quando quando che fu un successo straordinario. Tutto cominciò da lì fino al trionfo di Grande grande grande che scrissi per Mina e che nella versione inglese fu cantata dalla Bassey. Vinsi Sanremo nel 1963 con una canzone che si intitolava Uno per tutte. Poi mi scoprì il vecchio Angelo Rizzoli. Ero uno dei suoi due pupilli insieme a Walter Chiari. Feci il primo film con Mina, Appuntamento in Riviera, poi arrivò il successo anche in campo internazionale. Nel 1963 partii per gli Stati Uniti. Sono rimasto in America trent’anni. I primi anni facevo la spola con l’Italia, nell’ultimo periodo mi sono fermato a lungo, anche un anno. Vinsi il Golden Globe ed ebbi una nomination all’Oscar con la canzone più bella per colonna sonora. La scrissi con il più grande produttore americano, David Foster, quello di Barbra Streisand. La canzone si intitola The prayer ed è stata interpretata da Andrea Bocelli e Celine Dion. Eravamo i favoriti ma purtroppo, a causa dei “politics”, non ce l’abbiamo fatta» (da un’intervista di Alain Elkann).
• «Scippato di un Oscar che era mio»: l’ha riconosciuto come l’unico rimpianto della sua vita. La più grande paura: «Essere dimenticato».
• «Come tutti sanno io, quando parlo, balbetto, ma appena salgo su un palco mi passa tutto. Non ho mai neanche tentato di capire come funziona. Si chiama dislalia. In gioventù avevo dei grossi problemi a comunicare e stavo delle ore su una consonante. Ma questa balbuzie, nei rapporti umani, forse mi è servita: l’interlocutore sviluppa nei miei confronti una sorta di senso di protezione, di tenerezza. Per questo non ho mai visitato un logopedista» (a Mario Luzzatto Fegiz).
• La nomina a responsabile del Festival di Sanremo fu accompagnata da polemiche per la sua amicizia con Berlusconi e per le sue frequentazioni mafiose negli Usa (ammesse da lui stesso).
• È sposato con Elettra Morini, ex etoile della Scala di Milano.
• Milanista.