1 giugno 2012
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Biografia di Tullio Regge
• Torino 11 luglio 1931. Fisico. Professore emerito al Politecnico di Torino, dove ha insegnato Fisica teorica e Teoria quantistica della materia.
• Uno dei più grandi scienziati al mondo nel campo della fisica quantistica e dei buchi neri, ha delineato fra l’altro una teoria delle interazioni forti alle alte energie, nota come “teoria di Regge”, ha espresso la teoria della relatività generale in una formula semplificata, conosciuta poi come “calcolo di Regge”, e ha introdotto il concetto di gravità discreta. Premio Dannie Heineman dell’American Physical Society, medaglia Cecil F. Powell dell’European Physical Society, accademico dei Lincei, membro dell’American Philosophical Society e dell’Accademia russa delle scienze. È anche presidente dell’Istituto per l’interscambio scientifico e dell’Associazione per la ricerca e la prevenzione degli handicap.
• «Mi sono laureato in Fisica a Torino con Mario Verde. Lì ho incontrato Gleb Wataghin, che mi ha dato uno sguardo internazionale. Fu lui a mandarmi negli Stati Uniti a studiare le particelle elementari dal 1954 al ’56 all’Università di Rochester. Poi sono andato in Germania, dal grande Heinsenberg. Un mio lavoro sui momenti angolari complessi ebbe molta fortuna perché accorciava i calcoli di cento volte. Ero stupito di questo successo: tutti ne parlavano, a me non sembrava niente di speciale. Di lì è venuto il resto. Ho avuto un posto all’Università di Princeton, e poi all’Istituto, ma Einstein era morto il giorno prima, non l’ho conosciuto. Un altro mio lavoro attirò l’attenzione di Wheeler, all’epoca il maggiore studioso di relatività generale. Ma ho sempre conservato la cattedra di relatività che avevo ottenuto nel 1961 in Italia. E sono tornato qui nel 1979, quando negli Usa mi diedero la Medaglia Einstein» (a Piero Bianucci) [Sta 8/7/2011].
• «Dal 1990 il professore è su una sedia a rotelle per una distrofia facioscapolomerale. “Quell’anno ero a Bruxelles da parlamentare europeo. Mi muovevo con l’aiuto di due bastoni. Un giorno, nella sala dell’emiciclo, scivolai malamente. Da allora non ho più abbandonato la carrozzina. La malattia mi ha fatto capire molte cose. Prima di tutto che sono fortunato: la mia forma di distrofia non mi dà dolori fisici. Vivo in una casa con l’ascensore. Un po’ stretto, ma ci posso entrare con l’aiuto di mia moglie o di qualche vicino gentile. I sette gradini della scalinata esterna li supero con l’aiuto di un elevatore elettrico che riesco a comandare da solo, così non sono di peso a nessuno. Uno simile l’ho fatto installare anche nella mia casa di campagna, dove vado la domenica per stare con i miei figli e i nipoti”. Fino a qualche anno fa Regge viaggiava in tutta Italia per le manifestazioni del Cpd (Consulta persone in difficoltà) di cui è presidente onorario. Oggi non più. “Mi alzo presto la mattina, preparo il caffè per mia moglie. Poi mi metto a lavorare al computer. So che la malattia mi toglierà sempre di più le forze. Ma so anche che, se si aiuta la ricerca, un giorno sarà debellata”. Il fisico ha raccontato la sua condizione nel libro Lettera ai giovani sulla scienza (Rizzoli 2004). La distrofia facioscapolomerale colpisce nell’infanzia e nell’adolescenza. “Al liceo i compagni mi prendevano in giro per l’andatura oscillante. Erano i primi sintomi, ma io non lo sapevo. Lo scoprii a 27 anni, dopo una rovinosa caduta. La diagnosi di distrofia mi fu confermata a Filadelfia. Ma neppure negli Stati Uniti seppero dirmi di che tipo era”» (da un’intervista di Anna Masucci).
• Tra i suoi saggi: Dialogo (Einaudi 1987, con Primo Levi), Infinito (Mondadori 1996), Spazio, tempo e universo (Utet 2003, con Giulio Peruzzi). Scrive sulla Stampa.
• Favorevole agli ogm («Il futuro dell’ambiente è la scienza; senza progresso e tecnologia non c’è difesa del pianeta») e al nucleare («Il rischio è stato ingigantito per ragioni politiche e strumentalizzato dagli ambientalisti»). Dal 1989 al 1994 parlamentare europeo come indipendente del Pci.
• Sposato con Rosanna Cester, tre figli (il maschio, Daniele, è primario di radiologia all’ospedale di Candiolo) e sette nipoti.