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 2012  giugno 01 Venerdì calendario

Biografia di Ermete Realacci

• Sora (Frosinone) 1 maggio 1955. Politico. Eletto alla Camera nel 2001, 2006, 2008, 2013 (Ulivo, Pd). Responsabile Pd per la green economy. Dal 7 maggio 2013 presidente della commissione Ambiente e Territorio della Camera. Ministro dell’Ambiente nel governo ombra di Walter Veltroni, di cui è stato uno dei più stretti collaboratori nella fase costituente del Pd e durante la campagna elettorale 2008. Presidente della commissione Ambiente nella XV legislatura (2006-2008). Ex presidente di Legambiente (1987-2003), adesso ne è presidente onorario. Primo firmatario di una legge che dall’aprile 2007 tutela i piccoli comuni (quelli con meno di cinquemila abitanti, in Italia sono circa seimila) e che riprende un testo già approvato quasi all’unanimità dalla Camera nel 2003 ma poi bloccato al Senato. Il provvedimento è conosciuto appunto come “legge Realacci”. È tra i fondatori del Kyoto Club, unione di istituzioni e imprese impegnate per la riduzione dei gas-serra. Presidente di Symbola (fondazione per le qualità italiane). Suo motto: «È più volano dell’economia il Brunello di Montalcino che un raccordo autostradale».
• Figlio di insegnanti, «del “concretismo politico” ha fatto un modus vivendi: “Bisogna essere trasversali”, ripete spesso ai suoi collaboratori, “e coinvolgere nella propria battaglia ambientalista chiunque ne condivida i principi”. Per questo, pur essendo un simpatizzante no global, non ha mai nascosto la sua amicizia (nata nel 1994) con Altero Matteoli, ministro dell’Ambiente di Alleanza nazionale. Per questo non si scompone più di tanto quando gli dicono che i suoi articoli a doppia firma con Sergio Cofferati fanno innervosire i Ds perché sono “forieri di divisioni”. Non è mai stato iscritto a un partito, ha rifiutato un importante ruolo nei Ds quando era segretario D’Alema, è finito in Parlamento grazie a un intreccio di esperienze comuni con Francesco Rutelli e Paolo Gentiloni. La sua visione del governo “per progetti”, poco attenta all’etichetta e vissuta con poca disciplina di partito, l’ha portato dalle terze alle primissime file della politica» (Vittorio Zincone).
• Tre libri: Soft economy (Rizzoli 2005, con Antonio Cianciullo), L’Italia c’è (Salerno 2008, con Enzo Argante), Green Italy – Perché ce la possiamo fare (Chiarelettere 2012).
• «Mai avvistato con una giacchetta normale. E il tira e molla per riuscire a restare combinato come un esploratore è durato a lungo, ma alla fine l’ha spuntata. Anni fa, un deputato di An chiese al presidente Casini di prendere provvedimenti contro il capo d’abbigliamento di Realacci. Casini ne promise di definitivi. “Richiamerò l’onorevole Realacci quando potrò richiamare tutti all’uso della cravatta”» (Stefano Di Michele).
• «Sono cominciati gli scherzi, tra i nuovi inquilini della Camera e del Senato. Quelli che si divertono di più sono i neo parlamentari della Lega: guardano le facce dei veterani delle aule e coniano soprannomi che suscitano l’ilarità del gruppo. Bersaglio preferito è Ermete Realacci: c’è chi lo chiama (ma senza farsi sentire dall’ambientalista del Pd) Roso Bindo, per la somiglianza che dicono di riscontrare con il volto della pasionaria Rosy Bindi» (Pierre de Nolac).
• Sposato, vive a Roma.