1 giugno 2012
Tags : Galatea Ranzi
Biografia di Galatea Ranzi
• Roma 24 gennaio 1967. Attrice. Da ultimo vista al cinema ne La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino (2013) e in tv nella soap Centovetrine nel ruolo di Emma Saint Germain (2014).
• Carriera divisa tra cinema e teatro. «A chi le chiede cosa preferisca risponde che ama il cinema, perché “permette di fare cose meravigliose, difficili, che arrivano”, però quando sta qualche tempo senza fare teatro ha “crisi di astinenza”, le manca “il brivido dell’essere senza rete, di essere vivo ogni sera”» (Donatella Codonesu).
• «Da quando Luca Ronconi, che era stato suo insegnante all’Accademia Silvio D’Amico e aveva diretto il suo saggio finale, L’amore allo specchio (1987), un fascinoso testo barocco secentesco di G. B. Andreini, la fece debuttare appena diplomata, nel 1988, come protagonista della Mirra di Alfieri allo Stabile di Torino, non ha mai perso l’occasione di confermare la sua naturale classe e il suo straordinario talento d’attrice: una miscela rara di immedesimazione quasi viscerale e di perfetto controllo della voce capace di rendere chiare, comprensibili in ogni sfumatura le battute e i versi più impervi. Con Ronconi, naturalmente, che da allora le ha sempre affidato ruoli importanti nei suoi successivi spettacoli, da Misura per misura (1988), Strano interludio (1989), Gli ultimi giorni dell’umanità (1991), Questa sera si recita a soggetto (1995), fino ai più recenti Lolita (2000) e Il candelaio (2000). Ma anche con altri registi come il greco Terzopoulos nell’Antigone (1995), Cesare Lievi in Donna Rosita nubile (1996) di Lorca, o Massimo Castri che le fece interpretare accanto ad Anna Maria Guarnieri un’Elettra (1993) deformata perfino fisicamente dal lutto e dall’ansia della vendetta. E la sua bellezza diafana, al tempo stesso moderna e da cammeo ottocentesco, dei suoi grandi occhi trasparenti e ombrosi, del suo fuoco interno sotto l’aspetto angelicale, fragile, e il riservato distacco borghese, della sua misteriosa duplicità, i primi ad accorgersi nel mondo del cinema furono i fratelli Taviani che le affidarono nel loro Fiorile (1993), saga della famiglia Benedetti in odore di maledizione, le parti della selvatica contadina Elisabetta e di una sua parente di città, Elisa, incline a preparare cene per i fratelli a base di funghi avvelenati. Rubando spiccioli di tempo al palcoscenico è, in seguito, tornata sul set con Cristina Comencini in Va’ dove ti porta il cuore (1996), con Tonino De Bernardi e con la regista portoghese Teresa Villaverde nel film Agua e sal (2001)» (Nico Garrone).
• Tra i momenti salienti della sua carriera l’Antigone con la regia di Irene Papis al Teatro Antico di Siracusa nel 2005. «Quel teatro è un’emozione, ci sono stati grandi momenti. Il luogo della rappresentazione è sempre molto importante, questa è una lezione che ho appreso credo dal mio maestro Ronconi, ed una convinzione che oggi mi appartiene. Lo spazio è fondamentale, lo stesso spettacolo in uno luogo o in un altro ha una resa completamente diversa».
• Non ha mai pensato di scrivere o di occuparsi di regia: «fare l’attrice è un lavoro che proprio mi piace, è veramente il mio mestiere ed è una gran fortuna poter fare il proprio mestiere, una fortuna rara, da venerare come regalo della sorte».
• «Ronconiana è un aggettivo, una definizione che mi fa pensare a una fabbrica di attori fatti con lo stampino, mentre la scuola di Luca è importante anche perché, se non ci si adagia, aiuta a esprimersi più liberamente. E poi lui stesso non ama chiudersi nell’etichetta di “ronconiano”».
• Sposata con Marco Andriolo, conosciuto ai tempi dell’Accademia: «Eravamo nella stessa classe, e dopo 15 giorni dall’inizio dell’anno accademico già stavamo insieme. Da allora non ci siamo più lasciati». Tre figli, con nomi attinti dalla mitologia greca: Leucotea (1996), Eco (1999), Cadmo (2007).
• Appassionata di vestiti vintage.