Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

• Roma 26 gennaio 1935. Giornalista (cura tra l’altro la pagina delle lettere della Repubblica). Scrittore. Conduttore tv. Con la trasmissione Telefono giallo (1987-1993) fu tra i promotori della cosiddetta «tv verità». Dal 1990 al 1993 condusse il programma di divulgazione culturale Babele. Poi Enigma (Raitre, 2005) e Le storie – Diario italiano (Raitre, 2003-2013).
• Già giallista e romanziere, nel 2006 ebbe grandissimo successo con Inchiesta su Gesù (Mondadori), scritto insieme al biblista Mauro Pesce, libro molto criticato dalla Chiesa, che ha accusato i due autori di aver voluto sfruttare il successo di Dan Brown (Codice Da Vinci, Mondadori 2003).
• Nel 2007 ha pubblicato Leggere (Mondadori), scritto e interpretato Le fiamme della ragione (su Giordano Bruno), scritto con Vladimiro Polchi il testo teatrale Aldo Moro, una tragedia italiana, messo in scena da Giorgio Ferrara con Paolo Bonacelli nella parte dello statista assassinato dalle Brigate rosse e Lorenzo Amato narratore. Nel 2008 Inchiesta sul cristianesimo (Mondadori), dove dialoga con il docente di Letteratura cristiana antica Remo Cacitti. Nel 2009 è coautore insieme a Vito Mancuso di Disputa su Dio e dintorni (Mondadori), volume sul quale sono state avanzate accuse di plagio, in una parte scritta da Augias, nei confronti del saggio La Creazione di Edward Osborne Wilson (Adelphi 2008). Ultimo libro: Inchiesta su Maria. La storia vera della fanciulla che divenne mito (con Marco Vannini, Rizzoli 2013). • Dal 1994 al 1999 anche europarlamentare (Pds).
• Sposato con la giornalista Daniela Pasti (Bologna 25 settembre 1941), padre della giornalista Natalia Augias (Roma 16 gennaio 1965).
• Critica «Non credo che Corrado Augias voglia prendere su di sé un ruolo, quello di insegnare religione, che è invece compito della Chiesa. L’attenzione con cui Augias studia da tempo la religione cristiana è credibile proprio perché fatta con la testa di un uomo che non pretende di fare propaganda» (Lucia Annunziata) [La Stampa 30/9/2008].
• «Philippe Daverio fa cultura (mette brillantemente la sua competenza al servizio del mezzo), gli Augias (ce ne sono tanti) usano la parola cultura come schermo, la impregnano di un significato volontaristico e missionario (ah, quel pubblico da redimere composto materialmente e idealmente di professoresse!), la fanno diventare qualcosa di simile a un progetto mistico, a una pianificazione, a un catechismo sociale, a un gadget da servizio pubblico. Gli Augias sono gli idoli del ceto medio riflessivo, soddisfatti di apparire credendosi un’apparizione. E, sempre cedendo all’insistenza di qualche principio superiore, usano la “cultura” con un certo dirigismo che, per altro, influenza il mercato dei libri. Vorrebbero dedicare una parte della loro vita ad altre cose, ma per fortuna poi si mettono al nostro servizio in quella vasta e sorprendente vanity fair che è la tv» (Aldo Grasso) [Cds 24/3/2012].
• Politica Alle elezioni politiche del 2013 ha dichiarato di votare per il Partito democratico.