31 maggio 2012
Tags : Stefania Ariosto
Biografia di Stefania Ariosto
Roma 28 luglio 1949. Antiquaria. Commerciante. Imprenditrice. Avvocato. Nota come “Omega”, dall’estate 95, da quando apparve con questo pseudonimo nei verbali delle inchieste che hanno coinvolto Silvio Berlusconi e Cesare Previti. «Biondina della Milano bene con un passato complicato (due matrimoni falliti, tre figli morti piccoli per una malattia rara, qualche affare andato a male). Una fetta di vita consumata in un mondo fatto di denaro e potere, affari e politica, amori e vendette. Finché, un giorno, non ce l’ha fatta più, ha fatto il passo che avrebbe stravolto quella sua vita: si è seduta davanti a un giudice. E da compagna di Vittorio Dotti, avvocato, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è diventata “il testimone Omega”. La donna che ha fatto scoppiare un terremoto» (Davide Perillo) • «Protagonista di una cassetta stravendutissima in allegato a Panorama» (Pietrangelo Buttafuoco) • Ha sostenuto, nella sua veste di compagna dell’avvocato Vittorio Dotti – a quel tempo nello staff legale di Berlusconi – di aver visto buste piene di denaro passar di mano, feste compromettenti ecc. La sua testimonianza, resa al giudice di Roma, è poi risultata superflua: il 30 novembre 2006 un collegio della sesta sezione penale della Cassazione cancellò le sentenze di primo e secondo grado del processo Sme (Previti era stato condannato a cinque anni) perché si sarebbe dovuto svolgere a Perugia e non a Milano • È tornata a parlare della guerra di Segrate nel luglio 2011, in occasione della sentenza d’appello che ha condannato Fininvest a risarcire Cir per 560 milioni di euro (poi diventati 500): «Vede cosa può combinare una piccola donna come me... A che prezzo, però. Marina Berlusconi dichiara il suo “grande dolore” perché ora suo padre deve pagare: ah, i soldi, quanto fanno soffrire! Si accorgono di ciò che fanno solo quando vengono toccati sul quattrino. Ma io ho pagato un prezzo altissimo molto prima di loro, e per tutti questi anni. Ho dovuto difendermi da una campagna di diffamazione orchestrata dai suoi potenti media, giornali e tv. Nel 2001, in aula, processo lodo Mondadori, cominciai a vedere il giudice Carfì due, tre, sei volte, come moltiplicato. Persi conoscenza. Fui ricoverata in rianimazione per 25 giorni, al Sant’Anna di Como» (a Roberto di Caro) • «Per capire con precisione che cosa mi stava succedendo, dopo quella in Sociologia mi sono anche presa una laurea in Giurisprudenza. Sono iscritta all’Ordine degli avvocati di Como».