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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Santo Araniti

• Sambatello di Reggio Calabria 25 aprile 1947. ’Ndranghetista. Secondo i riscontri processuali, stava nel commando che la notte tra il 27 e il 28 agosto 1989 uccise Lodovico Ligato, già presidente delle Ferrovie dello Stato e deputato democristiano. Il delitto avvenne nella villa del parlamentare, sul mare di Bocale, periferia di Reggio ed è il momento culminante della cosiddetta seconda guerra di mafia (1987-1991, 600 morti) nel corso della quale la cosca De Stefano contese alla cosca Condello, detto “Il Supremo”, il controllo del territorio. Ligato sarebbe stato il referente politico di primo piano dello schieramento destefaniano (così i giudici: vedi anche Pasquale Condello).
• Capobastone di Sambatello, nella cui reggenza è subentrato il fratello Domenico. Sposato, due figli.
• Negli anni Settanta, quando in Calabria arrivò il “pacchetto Colombo” (fondi dello Stato investiti in opere pubbliche, come il porto di Gioia Tauro, il troncone ferroviario, la centrale siderurgica ecc.), Araniti fu il terzo boss ’ndranghetista, dopo Mimmo Piromalli e Paolo De Stefano, a entrare nella Santa, e a raggiungere il massimo grado di santista: il codice della nuova associazione permetteva di affiliarsi alla massoneria deviata, di gestire direttamente il potere economico e politico, di aggiustare le sentenze ecc (entrato nella Santa prese il titolo di “Garibaldi”, vedi Giorgio De Stefano).
• Il pentito Filippo Barreca, a cui pure Araniti aveva tenuto a battesimo il figlio, lo ha accusato di molti crimini e in particolare di aver venduto al ministero del Tesoro «svariate costruzioni (...) per il tramite del cugino Pietro (...) a un prezzo, diciamo, esoso (...) cioè più di quello che era il valore loro».
• Arrestato alle dieci di mattina del 23 maggio 1994, dopo dieci anni di latitanza, l’ultimo dei quali trascorso a Roma. Abitava in Trastevere, passeggiava per viale Marconi con i Ray Ban; sulle prime, esibendo persino i documenti, tentò di farsi passare per agente immobiliare.
• La condanna per l’omicidio Ligato è definitiva. Il 25 luglio 2007 gli notificarono in cella un’ordinanza di custodia cautelare per altri omicidi consumati nella seconda guerra di mafia (“operazione Bless”, scaturita dalle confessioni del pentito Paolo Iannò), ma infine il Pm chiese lui stesso l’archiviazione per insufficienza di riscontri. L’ultima notizia è del 2008, quando gli hanno revocato il regime del 41 bis. (a cura di Paola Bellone).