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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Biagio Antonacci

• Milano 9 novembre 1963. Cantante. Autore. «Non conosco la musica. Quando compongo al pianoforte uso solo i tasti bianchi».
Vita Debuttò al Festival di Sanremo dell’88 con Voglio vivere in un attimo. Poi gli album: Sono cose che capitano (1989), Liberatemi (1991), Biagio Antonacci (1994), Il mucchio (1996) ecc. Ultimi album: Inaspettata (2010, cd multiplatino per le 120.000 copie vendute); Sapessi dire no (2012); L’amore comporta (2014, doppio disco di platino). Nel novembre del 2015 è uscita la sua decima raccolta, intitolata Biagio.
• «Mio padre è un uomo del Sud, scappato dal suo paese a 16 anni. Arrivato a Milano fa la vita che fanno adesso gli extracomunitari: dorme nelle cascine abbandonate e, quando i soldi guadagnati come fiorista e poi garzone di parrucchiere glielo permettono, nelle pensioni a una stella. Ama ballare e una sera all’Arci Bellezza vede una ragazzina di 14 anni che è lì con sua madre. La sposa quattro anni dopo, e poi – ma la mia mamma ci tiene a dire che è andata all’altare vergine – nasco io. La battaglia più grande che mio padre ha combattuto è stata quella di rendere la sua famiglia economicamente indipendente: abbiamo vissuto coi nonni – anche qui si stava insieme per aiutarsi – fino a quando ci hanno assegnato un alloggio popolare a Rozzano. Ricordo mio padre silenzioso, autoritario, concentrato esclusivamente sull’orizzonte, che si accorciava o si spalancava a seconda di quanti soldi avevamo. Una giostra di cassa integrazione e speranze» (Silvia Nucini) [Vty 8/6/2016].
• «Fino a trent’anni ho fatto il geometra, il successo è arrivato tardi. Quindi i primi due dischi li ho fatti che ancora lavoravo in cantiere, appunto da “normale”. Il successo è arrivato che ero già grandicello e ho sempre tenuto a rimanere quello che sono. Se tutti mi vedono come uno “normale” vuol dire che è passata l’immagine dell’uomo Biagio, più che del cantante Biagio. L’artista c’è, ovviamente, con le sue euforie, le stanchezze, i momenti neri, ma questo vale per tutti quelli che fanno un lavoro creativo. E comunque ho faticato ad avere certi riconoscimenti. Per molto tempo sono stato considerato il cantante che piace alle ragazze. Inizialmente mi dava fastidio perché mi riduceva a un fenomeno adolescenziale. Oggi quasi mi piace, fa parte del gioco. Conquistare gli uomini è stato molto più faticoso: all’inizio dicevano “che palle” quando le fidanzate volevano venire al mio concerto».
• Nel 2005 Simone Cristicchi gli ha dedicato la canzone ironico-ammirata Vorrei cantare come Biagio Antonacci.
• Nell’estate del 2011 ha tenuto un concerto di beneficenza per l’Unesco dentro il Colosseo, a Roma, il cui ricavato è stato destinato al finanziamento di borse di studio per consentire agli studenti dei paesi in stato di guerra di soggiornare in Italia e contribuire al restauro dell’anfiteatro. Nel 2014 ha tenuto due concerti evento, a Bari il 24 maggio e a Milano il 31, denominati “Palco Antonacci”. L’11 giugno 2016 è stato ospite di Laura Pausini all’Olimpico di Roma; a settembre dello stesso anno sono due i concerti evento, con tre date a Milano e tre a Roma.
• Si è appassionato all’agricoltura: «Mi piace usare il trattore, potare gli ulivi, capire una vigna. Com’è successo? Semplicemente invece di investire il denaro che ho guadagnato in altre cose ho scelto di investire sulla terra. Ed è stato importante, ho imparato tanto. Per un uomo di città che scopre la terra tutto è nuovo, i passaggi delle stagioni, le variazioni del clima, quelle dei colori...» (Ernesto Assante) [Rep 17/5/2014].
• Sta con Paola Cardinale. Lui ha due figli, Paolo e Giovanni, da Marianna Morandi. Lei ha una figlia, Benedetta, avuta dall’ex calciatore Massimo Brambati.
• «Non mi sono mai sposato, ho fatto due figli con una donna (Marianna Morandi – ndr) con la quale non condividevo nemmeno la residenza scritta sui documenti, mi sono separato da lei e adesso sto con Paola, senza nessun legame formale, vivo con lei e sua figlia e mi ci sento padre, anche se non lo sono per legame biologico» (Nucini, cit.).
Critica «Cantautori più anziani a corto di ispirazione farebbero carte false per aver la metà delle sue idee; ma la fortuna (che ci vede benissimo) ha baciato Antonacci anche regalandogli una voce particolare, rauca, che sa ormai usare con sapienza consumata. Colpisce una sensibilità quasi femminile nel raccontare le gamme di sentimenti amorosi attraverso le sue canzoni» (Marinella Venegoni).
• «Le sue canzoni sono come polaroid scattate con gli amici, come il peluche regalato al fidanzato, canzoni buone per essere cantate con la chitarra davanti al fuoco in spiaggia, o in coro nel pullman della gita. Ha preso il posto lasciato libero da Claudio Baglioni nell’universo sentimentale della canzone italiana, quello del racconto privato, piccolo, immediato, quello della musica che un tempo si sarebbe detta da fotoromanzo» (Ernesto Assante).
• «Canta come se gli stessero cavando un rene senza anestesia e questo “strappare” le note è ciò che di lui più mi piace» (Platinette).
Frasi «I pezzi io li scrivo in 10 minuti. Se ci impiego più tempo vuol dire che non vanno».
• «Fossi stato più brutto, magari avrei avuto un pubblico più rock».
Politica «Non mi sono mai schierato perché proteggo timidamente la mia anarchia casalinga».
Tifo Interista, nel 2007 disse che pur di vedere la sua squadra vincente in Champions League avrebbe rinunciato «a quattro scudetti» e offerto una cena «ai miei amici d’infanzia. Quelli che venivano in curva con me». Dopo la morte di Raciti ha scritto un monologo sulla violenza negli stadi che ha avuto successo su Internet e che ha riproposto nel concerto di San Siro del 30 giugno 2007 (palco alto e nero, a un tratto è comparso Pippo Baudo che lo ha accompagnato al pianoforte in Quanto tempo e ancora).
• Nel 2003 giocò una partita con la Cavese in serie D.