31 maggio 2012
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Biografia di Lucia Annunziata
• Sarno (Salerno) 8 agosto 1950. Giornalista. Editorialista della Stampa (cura anche la rubrica delle lettere). Direttore responsabile della rivista Aspenia, da maggio 2012 è direttore dell’Huffington Post Italia. In tv conduce In 1/2 ora (Raitre). «Finché mi considerano stronza sono viva e vegeta» (ma anche: «Sono napoletana nel cuore, ma svizzera nella testa»). Figlia di un ferroviere comunista (Raffaele): «Mi vergognavo della mia casa popolare coi panni stesi. “Sei una piccola borghese”, mi diceva papà». Il padre la portava tutte le mattine all’asilo, in treno, affidandola a un collega di Avellino Scalo. Un giorno nevicava e per non farle bagnare le scarpine Lucia venne provvisoriamente deposta sulla carta di un quotidiano. E qui si scoprì che la piccola sapeva leggere: aveva imparato da sola. «Mio padre, come tutti i comunisti, era un uomo tormentato ma non gli piaceva lo stalinismo, non gli piacque l’invasione di Praga, però viveva in Italia. Quando avevo un anno ed abitavamo in Irpinia, un fulmine ha colpito la casa e s’è propagato attraverso tutti i locali e una scheggia di fulmine mi ha colpito un occhio, bruciandolo per sempre. Vivere con un solo occhio ti abitua a un controllo delle tue risorse. Si è più attenti a quello che si fa». • Nel 1968 era «una militante scatenata». Dopo la laurea in Filosofia, sposò un napoletano di origini olandesi, Wanderlingh, con cui si trasferì in Sardegna, sognando la rivoluzione. Ha raccontato a Giancarlo Perna: «I compagni operai di Portovesme mi addestravano a sparare nei boschetti di Carbonia». Nel 1974, in una riunione dell’extrasinistra, si imbatté in Luigi Manconi, di Lotta continua: «Scoppiò l’amore, finì il matrimonio. Furono anni di gioie, botte, tradimenti».
• Passata al Manifesto come giornalista, ebbe per maestri Luigi Pintor e Rossana Rossanda: «È innamorata della cronaca, vive i suoi vent’anni con frettolosa generosità. In redazione la stimano, la contestano, la valorizzano. Ma lei non si accontenta mai. È sveglia, decisa, conosce un mare di gente. S’innamora, vive la stagione civile più difficile, ma cerca anche l’altrove, quindi parte, traversa l’oceano, arriva in America: New York. Qui all’inizio fa una specie di vita bohémienne: case incerte, ospitalità improbabili, pochissimi soldi, ma “siamo tutti compagni”. Sono gli anni Settanta, del resto, e qualche ricco inviato della stampa borghese che ti paga la cena c’è sempre. Ma poi anche l’America le diventa stretta. E allora via in Centroamerica. Quando segue la guerra dei Contras in Nicaragua e poi va a cercare notizie (e guai) nel Salvador è già un piccolo mito di coraggiosa sventatezza, nella comunità giornalistica. Un paio di volte se la vede brutta. I poteri costituiti, gli eserciti, le polizie di frontiera – sarà una costante della sua carriera – diffidano istintivamente di quella ragazza con penna e taccuino che sa alzare la voce. Di solito se la cava da sola. Ma in Salvador dovette venire a salvarla, con un camion, uno dei più famosi fotografi di New York, James Nachtwey» (Filippo Ceccarelli).
• Intanto aveva sposato Daniel Williams del Washington Post, attuale marito. Passò a Repubblica e seguì la guerra del Golfo. Poi tre anni di Corriere della Sera, prima di essere nominata direttore del Tg3 e poi di ApBiscom. «Nell’estate del 1995 le avevano affidato un talk-show politico. Ai politici chiaramente mendaci e ai numerosi pesci in barile della Repubblica l’Annunziata quasi mai si rivolgeva con aggressività. Quelli parlavano, parlavano, parlavano, ma lei semplicemente se li guardava con un certo distacco e quindi gli sparava addosso una frase che divenne un po’ la sua cifra televisiva: “Mi dia una risposta plausibile”. Ad alcuni, recidivi, diceva: “Mi dia una risposta più plausibile”» (Ceccarelli).
• Nel 2003 fu messa a capo della Rai (dopo la rinuncia di Paolo Mieli) come presidente di garanzia in un Consiglio d’amministrazione dove quattro membri su cinque erano espressione della maggioranza di Silvio Berlusconi. Fino a maggio 2004, quando si dimise, fu un susseguirsi di contrasti col direttore generale Flavio Cattaneo e, attraverso di lui, col premier (la secca risposta al solito chiacchiericcio che seguì le dimissioni dice tutto sul suo carattere: «Non mi sono candidata, non andrò ai talk show a parlare di Rai né rilascio interviste, non scriverò un libro sulla mia esperienza in Rai, non è vero che andrò a Pechino come corrispondente del Corriere. Che ci vado a fare in Cina?»). Alla vigilia delle politiche 2006, costrinse Berlusconi a scappare dalla sua trasmissione politica; non andò meglio a Romano Prodi, strattonato al punto che Giuliano Ferrara la definì sul Foglio «grande giornalista».
• Nel marzo 2012, polemiche perché durante In 1/2 ora, proprio mentre si celebrano i funerali di Lucio Dalla, dice: «I funerali di Lucio Dalla sono uno degli esempi più forti di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici di essere gay. È il simbolo di quello che siamo, c’è il permissivismo purché ci si volti dall’altra parte». Critico con l’Annunziata, fra gli altri, Mario Luzzatto Fegiz: «Non ho mai amato Lucia Annunziata, un equivoco storico come giornalista. Quando dirigeva il Tg3 andava in bagno scalza, perché lasciava le scarpe sotto la scrivania. Una vera signora. Con i giornalisti maschi usava un linguaggio da caserma. Ma il suo vero limite è sempre stata la sintassi, la scarsa conoscenza dell’italiano. E il carisma televisivo di una verza [...] La sua polemica sull’ipocrisia dei funerali a Dalla (premiato secondo lei perché non aveva mai fatto outing) e il tirar fuori la storia della sua omosessualità è una cosa vergognosa. Chiunque ha diritto, finché non viola la legge, di fare quello che vuole [...] La gente deve fare outing? Solo gli omosessuali o anche chi si masturba? Ma per favore! Che brutta persona la Annunziata, repellente a tutti i livelli [...]».
• Il 17 marzo 2013, durante In 1/2 ora, definisce «impresentabili» gli esponenti del PdL e litiga con l’ospite Angelino Alfano. Scuse ufficiali la settimana dopo: «Penso di aver sbagliato a utilizzare un termine così forte».
• «È organica al centrosinistra. È stata una presidente di garanzia della Rai che non ha garantito nulla: ha consentito che la censura proseguisse e ha persino votato la sospensione di Raiot di Sabina Guzzanti» (Marco Travaglio).
• «L’Annunziata è indisponente. E parla quando parlano gli altri» (Enrico Vaime).
• Dalemiana.
• Abita a Roma «in un antichissimo edificio che un tempo sembrava del tutto cadente e oggi è bellissimo, perfino lussuoso» (Ceccarelli). Ha una figlia, Antonia.
• Nel 2007 ha pubblicato per Einaudi il best-seller 1977. L’ultima foto di famiglia (2007).