31 maggio 2012
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Biografia di Altan
• (Francesco Tullio-Altan) Treviso 30 settembre 1942. Disegnatore. «Vorrei poter esprimere il disagio di quelli della mia generazione, ma si calano tutti gli anni».
• Ultime Parecchie mostre, parecchie messe in scena delle sue storie per l’infanzia (la Pimpa). Tatti Sanguineti, nel 2007, ha girato un documentario sul suo personaggio più celebre, Cipputi Gino. Nel 2011 ha ricevuto a Monza il premio “La ghignata d’oro”. Attaccato dal centrodestra, nel 2012, per aver illustrato la favola Piccolo Uovo (racconta il viaggio di Piccolo Uovo alla ricerca della famiglia perfetta e il suo incontro con una coppia oomosessuale di Pinguini in frac e bombetta con figli).
• Vita Figlio del celebre antropologo Carlo Tullio-Altan. «A 7 anni sognavo di essere ingegnere navale: mi ero innamorato di un’illustrazione. La prua di una gigantesca nave di ferro. Stava sulla Treccani».
• Primi passi in Brasile: «Arrivai a Rio la prima volta nel 1967, insieme a un amico che doveva realizzare per conto della Rai un film sulla musica popolare brasiliana. Avevo 25 anni, studiavo ancora Architettura a Venezia. Ci tornai poco dopo con Gianni Amico per girare un altro film, Tropici, storie di migranti dal Nordest verso San Paolo. Insieme all’attore Joel Barcellos, scrissi una favola che non aveva riferimenti alla realtà. Ne scaturì un film, Tatu Bola. Facevo di tutto: l’autore, lo scenografo, il tecnico dei suoni. Rimasi in Brasile da clandestino. Non avevo il permesso di soggiorno ed ero costretto a lavorare in nero. Disegnavo per un foglio satirico, ma senza figurare. Il giornale si chiamava Pasquim, era l’unico libero in tempi di dittatura: l’informazione passava nella forma indiretta della satira. Ogni tanto i censori se ne accorgevano e qualche redattore finiva in galera. A quel punto mi chiamavano a dargli una mano. Disegnavo vignette surreali, affidate solo all’immagine. Vivevo là come se ci fossi nato. Dopo un paio d’anni, sognavo in portoghese. Stavo bene, perché mi sentivo a casa. O forse perché non ero a casa».
• Nel 1975 tornò in Italia e per il Corriere dei Piccoli creò il personaggio della Pimpa, mentre Linus pubblicava i suoi primi fumetti per adulti. Nel 1977 uscì Trino, la sua prima raccolta di strisce e da allora sono numerosi i romanzi a fumetti e i volumi che ne raccolgono le vignette, a cominciare da quelle del celebre operaio Cipputi. Nel 2003 gli fu assegnato il premio È giornalismo.
• «Cipputi è nato da solo, tra gli altri personaggi delle mie vignette. Tra le madri e i figli a un certo punto è spuntato lui, e si è preso un certo spazio. Pimpa è nata quando mia figlia aveva due anni. L’ho concepita come un gioco per lei».
• Vive ad Aquileia con la moglie brasiliana Mara. La figlia si chiama Francesca.
• Le sue vignette appaiono regolarmente su la Repubblica e L’espresso.
• Frasi «Non penso a nessun significato recondito, a nessun messaggio».
• «Sono metodico, mi siedo regolarmente al tavolo perché ho cose diverse da fare. La parte essenziale del mio lavoro è stare un po’ attento a quello che si ascolta e a quello che si legge. Il momento più stressante è dover fare delle cose quando non c’è uno stimolo chiaro dalla realtà o quando la nausea prende il sopravvento sulla voglia di scherzare. A volte mi capita di cogliere una specie di stranezza nei discorsi che sento nell’aria e allora scatta l’idea di esprimere un dubbio. Credo sia questo il meccanismo di base».
• «Quello che mi ha dato lo stimolo più forte è stato Steinberg, e poi Feiffer per il disegno con la parola».
• Critica Oreste del Buono gli riconosceva «una sagacia appartenente all’altro mondo». Paolo Conte l’ha definito «il grande sovrintendente all’anagrafe delle avventure». Enzo Biagi «un poeta solitario». Giorgio Bocca «un genio. Ogni volta mi stupisco delle sue trovate, mentre altri disegnatori spesso mi colpiscono per la modestia e la banalità… È un artista popolare, pur essendo raffinatissimo». Edmondo Berselli: «Il disegnatore Altan, l’eccelso battutista Altan, il politologo Altan, il critico del costume Altan (eccetera eccetera: bisognerebbe aggiungere il filosofo, lo psicologo, l’editorialista, il sociologo e ancora altro), insomma, Altan e ci siamo capiti, è uno della vecchia guardia. Come direbbero oggi i pensatori politici più attrezzati, un oltranzista, un massimalista. Oppure, semplicemente, un comunista. Un tipo misteriosamente fuori moda, Altan, che però riesce a essere perfettamente puntuale, praticamente medianico, con tutto ciò che è moderno. Riesce a intuire l’avvento del famoso nuovo che avanza, lo fissa con gli spilli del sarcasmo e lo comprende sino in fondo. Nel ripercorrere il suo ampio catalogo di vignette si capisce che ha una visione davvero antimoderna, secondo cui la società è divisa in classi, e la classe operaia ha il pregio antico di avere grande consapevolezza di sé, come potrebbe dire un filosofo d’altri tempi, facciamo un Lukács, e del fatto di prenderlo costantemente, come direbbe invece lui Altan, nel didietro».
• Vizi Lavora il pomeriggio. «La mattina bicicletta, se si può. La sera un bicchier di vino. La pedalata è propedeutica al lavoro. Serve a ruminare. Il pomeriggio digerisco. Meglio non andare più in là. Vivo rintanato il più possibile».