31 maggio 2012
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Biografia di Giuseppe Alessi
• San Cataldo (Caltanissetta) 29 ottobre 1905 – Palermo 13 luglio 2009. Politico. Fondatore della Democrazia cristiana. Primo presidente della Regione siciliana, senatore e presidente della Treccani.
• «“La mia è stata un’avventura: affrontai il compito senza altra arma che la fede in Dio, la buona volontà e l’amicizia”. Così, al termine della sua prima esperienza alla guida del governo regionale, scriveva a Sturzo che considerava un maestro. Più o meno quello che ha sempre detto della sua lunghissima storia politica che lo ha portato ad essere non solo il primo presidente della Regione Sicilia, ma uno dei padri dello Statuto autonomista. Assieme ad Aldisio e La Loggia nel dopoguerra fece parte della commissione che varò lo statuto autonomista, fu presidente della Regione anche nel ’48 e nel ’55 e parlamentare nazionale. Ma anche combattivo avvocato che a novant’anni tornò ad indossare la toga per difendere Giulio Andreotti nel processo per mafia» (Alfio Sciacca) [Cds 14/7/2009].
• «Lo stemma, quello scudocrociato che avrebbe campeggiato poi su mezzo secolo di storia italiana, nasce dalla sua intuizione: giusto un po’ messo a punto, corretto dal maestro Luigi Sturzo prima che venisse presentato ad Alcide De Gasperi e lanciato ai trionfi delle urne. Verranno poi gli anni della platea nazionale, delle legislature da deputato e da senatore Dc. Da “grande vecchio” e conoscitore della politica, siciliana soprattutto, è stato consigliere ascoltato da tutti i presidenti della Regione, che alla porta del suo elegante appartamento in centro a Palermo hanno continuatoa bussare per il restante mezzo secolo. Con un colpo di scena degno del personaggio, nel 1996 era tornato brevemente a indossare la toga per difendere con altri avvocati Giulio Andreotti, amico di sempre, dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Saggio politico ma anche uomo di spirito, sagace e ironico. Quando una manciata di anni fa, il forzista Gianfranco Micciché ne annunciò precocemente la morte con un necrologio-gaffe, Alessi non si scompose. “Non abbia fretta” gli mandò a dire» (Carmelo Lopapa) [Rep 14/7/2009].