31 maggio 2012
Tags : Edoardo Albinati
Biografia di Edoardo Albinati
• Roma 11 ottobre 1956. Scrittore. Premio Strega 2016 con La scuola cattolica (Rizzoli).
• «Di famiglia benestante lombarda e, per parte di madre, piemontese. Ha frequentato la scuola cattolica San Leone Magno e poi a intermittenza l’Università di Roma, negli anni del terrorismo, laureandosi con Walter Pedullà. Si è formato attraverso letture molto disparate, il cinema, qualche viaggio in Francia e Inghilterra e l’amicizia di coetanei scrittori e pittori di Roma. Si è sposato nel 1984 con Benedetta Loy (figlia di Rosetta Loy – ndr) da cui ha avuto due bambini. Tra i venti e i trent’anni ha incontrato e contratto un debito intellettuale verso quattro persone più vecchie di lui: Franco Cordelli, Cesare Garboli, Enzo Siciliano, Franco Fortini. Dopo un’esperienza appassionata quanto episodica di tipo artigianale (traducendo dall’inglese, adattando dialoghi di cinema, lavorando per la radio, facendo il redattore della rivista Nuovi Argomenti) ha pubblicato un libro di dodici racconti Arabeschi della vita morale (Longanesi, 1988), e l’anno seguente un romanzo breve, Il polacco lavatore di vetri (Longanesi) (...) In una lettera viene definito persona altezzosa e fatua. È di bell’aspetto, non ha hobby, soffre d’asma». Così, nel 1989, a Felice Piemontese, per l’Autodizionario degli scrittori italiani (Leonardo).
• Da Il polacco lavatore di vetri è stato tratto il film La ballata dei lavavetri di Peter Del Monte. Premio Viareggio 2004 per Svenimenti (Einaudi). Notevole il racconto reportage 19, resoconto dei suoi viaggi sul tram che ogni giorno lo porta al carcere di Rebibbia dove insegna Lettere ai detenuti. Altri libri: Tuttalpiù muoio (Fandango, 2006) scritto con l’attore Filippo Timi e da questi messo poi in scena a Milano (regia di Giorgio Barberio Corsetti), la raccolta di racconti Guerra alla tristezza! (Fandango, 2009), Vita e morte di un ingegnere (Mondadori, 2012), Ai confini della realtà (Mondadori, 2014) e Oro colato (Fandango, 2014).
• È co-sceneggiatore del film di Matteo Garrone Il racconto dei racconti – Tale of tales (2015).
• Nel 2002 ha trascorso quattro mesi in Afghanistan lavorando con l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. Due anni dopo ha partecipato a una missione dell’Unhcr in Ciad e in seguito ha pubblicato dei reportage sul Corriere della Sera e su Repubblica.
• Con il compositore Fabrizio De Rossi Re ha realizzato una striscia quotidiana di musica e poesia prodotta e messa in onda da Rai Radio Tre e intitolata Orti di guerra e un cd intitolato Folgorazione (2006).
• La scuola cattolica, il romanzo con cui ha vinto lo Strega, è lungo 1.294 pagine – nella versione originale era lungo circa il doppio – e racconta l’adolescenza del narratore e contiene riferimenti alla storia italiana degli anni Settanta, soprattutto al “massacro del Circeo”. Al centro del romanzo c’è l’Istituto San Leone Magno di via Nomentana a Roma, una scuola maschile gestita dai preti e frequentata da una certa borghesia e piccola borghesia cattolica. Ha dedicato il premio al poeta Valentino Zeichen, morto pochi giorni prima. «Penso che tutta questa gioia e questa fatica vada dedicata a Valentino Zeichen, una persona cara e nobile».
• «Volevo mostrare e capire come sotto la superficie del decoro stiano crimini e miserie. Volevo tirare i fili di quell’ambiente preciso in quel momento preciso: il quartiere Trieste a Roma nella prima metà degli anni Settanta, un quartiere della piccola borghesia cattolica. Volevo mostrare come il risentimento borghese, cioè della classe razionale per antonomasia, potesse accendersi in fiammate selvagge. Volevo mostrare lo sbalordimento di fronte a quell’infiammarsi. Ma il mio bisogno era liberarmene, non ricordarlo» (Albinati a proposito de La scuola cattolica).
• «Albinati è molto abile, capace di combinare materiali diversi, per esempio le mail che si scambiano i ragazzi. Ma mi chiedo: c’era bisogno di quelle pagine? Se avesse sforbiciato sarebbe stato meglio. L’ho cominciato e poi abbandonato. E ho verificato che si tratta veramente di una reazione di tanti altri lettori che hanno provato a cimentarvisi: è un’opera che richiede molto accanimento. L’esperienza dell’Uomo senza qualità di Musil non è ripetibile. E poi si trattava di un capolavoro. Le opere che appartengono al genere noir sono spesso monumentali. Oggi, però, siamo sempre più abituati a letture iperveloci e numerose, come possiamo dedicarci a lungo a un solo libro?» (lo storico della letteratura Giulio Ferroni a proposito de La scuola cattolica).