Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Roberto Alagna

• Clichy-sous-Bois (Francia) 7 giugno 1963. Tenore. «Franco siciliano, assai fotogenico, è dotato di un’eccellente musicalità. Elvio Giudici, il più raffinato studioso di voci belcantiste in circolazione, descrive così il suo stato di grazia nelle vesti del Nemorino dell’ Elisir d’amore di Donizetti: “Voce molto bella nel timbro pieno, squillante, singolarmente luminoso, mantenuto omogeneo nel colore e nella sonorità di un’emissione benissimo appoggiata e controllata, che gli consente di sfumare e variare il fraseggio”. “Di stagione in stagione però – obietta Giancarlo Landini, opinion leader della rivista Opera – spinto da un’incomprensibile fregola, ha affrontato ruoli sempre più onerosi. È un peso piuma di classe che ha deciso di sfidare Cassius Clay”» (Riccardo Lenzi, nel 2002). Nella sua autobiografia (scritta con Danièle Mazingarbe, Je ne suis pas le fruit du hasard, Grasset 2007) dice di essere nato a Parigi in un garage adibito a casa e che suo padre faceva il muratore. Studi fatti con poca passione. Musica scoperta imparando a suonare la chitarra. Serate nelle pizzerie e nei cabaret con discreto successo, fino alla pubblicazione di un disco pop melodico intitolato Embrasse-moi (in copertina una sua foto con capelli cotonati e look ricercato). Dice che la voce gli viene da una nonna Antonietta emigrata dalla Sicilia negli Stati Uniti e andata sposa a un Jimmy dalla voce leggendaria e poi sparito nel nulla (mafia?). Il suo idolo è Carlo Bergonzi.
• Scoperto da Pavarotti, debutto nell’88 in Traviata a Glyndebourne. Fa Alfredo almeno 150 volte, anche con Riccardo Muti alla Scala nel 1990, e poi al Covent Garden. Rodolfo di Bohème nel 1994 al Metropolitan.
• Dalla prima moglie Florence Lancien, morta nel 1994 per un tumore al cervello, ha avuto la figlia Ornella (1992). Risposato dal 26 aprile 1996 (la cerimonia sul palco del Metropolitan di New York dopo aver cantato nella Bohème di Puccini) con il soprano rumeno Angela Gheorghiu, con cui fa spesso coppia anche in scena. Lei è considerata una delle 75 donne più belle del mondo. Caso clamoroso alla Scala, per l’ Aida di Chailly-Zeffirelli del dicembre 2006. Piccato dalle critiche (per esempio Isotta: «Incontra qualche difficoltà col solfeggio, “spinge” o “sbianca” gli acuti e nel finale contrasta assai con la Urmana: i “piano” e pianissimo di lei sono “appoggiati”, quelli di lui sono “falsettone”»), rispose con dichiarazioni di fuoco ai giornali («...Ho fatto il sì bemolle acuto poi ribadito all’ottava sotto, quindi ho aggiunto una frase, e questo è passato inosservato. Non s’è parlato del lavoro minuzioso sul fraseggio, non s’è parlato del colore della mia voce e del pathos. Sono state scritte cose generiche e senza spiegazioni critiche...»), annunciando che avrebbe fatto solo quattro repliche invece delle sette concordate. La sera del 10, però, per la prima con gli abbonati, cioè col pubblico vero, alla fine della romanza “Celeste Aida” venne applaudito, ma anche contestato: indignato, alzò un pugno al cielo e lasciò la scena a quel punto, dileguandosi. Chailly continuò accompagnando Amneris nel “Quale insolita gioia nel tuo sguardo...” e, giunto il momento in cui Radames deve rispondere, ecco entrare il tenore Antonello Palombi, in abiti borghesi scuri, cioè senza costume, e continuare. Il pubblico gridava: «Vergogna, vergogna».
• «Me ne sono andato perché era tutto preparato e io non merito questa accoglienza. Sapevo che avrebbero fischiato, erano prevenuti. Ho sentito un buu appena entrato in scena, prima ancora di iniziare a cantare».
• Nel mix che disgustò il tenore anche l’attenzione generale per Roberto Bolle e i suoi «glutei danzanti, esibiti generosamente per quattro minuti e che hanno finito per oscurare tutto il resto. Bastava origliare i commenti del pubblico femminile e della potentissima lobby interessata ai pacs (vedi BINDI Rosy e POLLASTRINI Barbara - ndr) per cogliere il vero trionfatore della serata: il bel ballerino» (Gramellini). Il 14 dicembre alle 19.45 si presentò in piazza della Scala mentre stava per cominciare la quarta recita dell’ Aida. Disse: «Non sono qui per protestare, ma per discolparmi. Come Radames accetto la mia sorte. Sono qui solo per prendermi un ultimo ricordo». La Repubblica: «È salito sulla panchina e ha scattato una foto del teatro. Poi ha intonato “Addio fiorito asil, di letizia e d’amore” dalla Madama Butterfly di Puccini, dove il fiorito asil era la Scala». Quindi si confidò: «Ho amato tanto questo teatro: anni fa ho cantato Bohème due giorni dopo la morte della mia prima moglie, immaginate in che condizioni. Questa volta però mi hanno lasciato solo. Mentre cantavo non stavo bene, le gambe mi tremavano, avevo la glicemia a zero. Ma loro non si sono fermati nemmeno un minuto, nessuno è venuto nel mio camerino. Avrei potuto avere un collasso».• Ma adesso i rapporti con la Scala come sono? «Lissner mi ha telefonato, ogni tanto mandano qualcuno a sentirmi. Ma, finché non sarò riabilitato, alla Scala non canterò più. Anzi, non canterò più in Italia. Lo scriva, per favore: non ho nulla contro il pubblico italiano. Ce l’ho con la stampa, che mi ha trascinato nel fango. Io sono figlio di italiani e mi sono sentito tradito» (ad Alberto Mattioli) [La Stampa 22/12/2011].
• Pippo Baudo voleva portarlo a Sanremo, dove doveva cantare un brano di Maurizio Fabrizio, e gira comunque ciclicamente la voce che voglia passare al pop.
• Due giorni dopo i fatti dell’ Aida, la Gheorghiu lasciò la produzione del Don Carlo, in cartellone al Covent Garden di Londra, ufficialmente «perché non si sente a suo agio nel ruolo di Elisabetta», secondo le voci perché in disaccordo col direttore Antonio Pappano.
• Nel 1998 abbandonarono insieme I Pagliacci diretti da Muti, poi prima di firmare il contratto, pretesero dal Met che accettasse i bozzetti di Zeffirelli.
• Soprannominati “Bonnie & Clyde” dell’opera o anche madame Draculette e consorte.
• Rivincita per lui nell’ottobre 2007 al Met di New York, quando la sua esecuzione della “Celeste Aida” fu salutata da applausi a scena aperta. Autentico tonfo al Comunale di Bologna, l’8 gennaio 2008, per un Orphée et Eurydice di Gluck, in cui Euridice muore in un incidente automobilistico, e quando poi Orfeo vuole riprenderla cerca di farlo voltare allargando le gambe, l’Ade è una cella frigorifera con i cadaveri penzolanti ecc. Prologo inventato di sana pianta, grida dalla platea «Vai a Sanremo» ecc. Realizzato con i fratelli David (regista) e Fréderico (scenografo). Euridice era la Gheorghiu, da poco licenziata dall’Opera di Chicago.
• Fischiato nel luglio 2013 alla prima di Turandot in scena al Théâtre antique di Orange, in Provenza. Ha steccato su un acuto di “Nessun dorma”, forse a causa di un’infiammazione alla laringe.
• Finito il matrimonio con la Gheorghiu nel gennaio 2013 (avevano annunciato il divorzio già nel 2009 ma erano tornati insieme due anni dopo), aspetta un bambino dalla soprano Aleksandra Kurzak [Lapresse.it 1/10/2013].
• Sotto la doccia canta in siciliano (Giuseppina Manin) [Cds 16/3/2009].