31 maggio 2012
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Biografia di Daniele Abbado
• Milano 1958. Figlio di Claudio. Regista di prosa e di lirica (ma anche di video), è uno dei talenti più affermati e richiesti della sua generazione. Laurea in Filosofia, diplomato al Piccolo, ha diretto per dieci anni I Teatri di Reggio Emilia. Premio Abbiati 2005 per Il prigioniero e Volo di notte, andato in scena al Maggio musicale fiorentino. Nel 2005 per la prima volta regista di un’opera diretta dal padre: Il flauto magico di Mozart a Reggio Emilia e Ferrara. Nel 2012 ha vinto l’Oscar della lirica per la categoria registi. • «Ero un ragazzo quando ho assistito agli spettacoli di Strehler, Eduardo De Filippo e Ronconi. Ricordo ancora l’Orlando Furioso ronconiano e il Sogno di una notte di mezza estate messo in scena da Peter Brook come rivelazioni di un modo libero, aperto ed emozionante di fare teatro». Undicenne quando i genitori si separarono, a sedici si «lanciò nel vivo del teatro come macchinista al Festival di Edimburgo, “dove ho capito che mi trovavo esattamente nel posto giusto per me”. Con un gruppo di studenti del Piccolo, a Milano, il giovanissimo Abbado forma una compagnia, per poi fondare un teatro, l’Arsenale, dove lavora “puntando allo sviluppo delle relazioni tra i diversi linguaggi del teatro, incluso l’utilizzo di tecnologie multimediali”. A fine anni Ottanta firma le prime regie, e risalgono all’inizio dei Novanta alcune sue collaborazioni con Moni Ovadia. Accanto a perlustrazioni sperimentali del teatro di parola (memorabile la sua lettura asciutta e crudele di 4.48 Psychosis di Sarah Kane), irrompe la passione per la lirica, in un moltiplicarsi di produzioni di opere di Rossini, Donizetti, Verdi, Wagner. Il teatro di Mozart sembra all’apice dei suoi interessi, con un Flauto Magico diretto musicalmente dal padre (Reggio Emilia 2005, Festival di Edimburgo 2006) e con una trilogia Mozart - Da Ponte andata in scena a Verona e a Reggio Emilia (2006)» (Leonetta Bentivoglio nel 2012).
• Sposato con l’attrice Giovanna Bozzolo con cui ha due figli.
• Chiama il padre per nome: «Un mio maestro di scuola, un vecchio fascista, mi sgridava per questo: gli parevo irrispettoso. Ma per me è naturale. Forse perché con Claudio ho un rapporto da fratello e amico, molto paritario» (Leonetta Bentivoglio).