31 maggio 2012
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Biografia di Diego Abatantuono
• Milano 20 maggio 1955. Attore. «Un giorno trovai il portafogli di mio nonno. C’erano due foto ingiallite. Padre Pio e Gianni Rivera. Gli chiesi chi fossero. “Uno è un popolare frate pugliese, l’altro fa i miracoli”». • Figlio di Matteo, calzolaio immigrato da Vieste (Foggia), e di Rosa, da Como, guardarobiera al Derby, in quel momento «lo scantinato di una palazzina liberty, in Milano, via Monterosa 84». • A 15 anni frequenta l’Istituto tecnico industriale, e la sera va dietro alla madre e guadagna qualcosa come tecnico delle luci. Il locale gli appare un «paradiso, il paese dei balocchi, belle signore e gente allegra a volontà». Sale presto sul palco, quasi per scherzo, e fa la macchietta del terrunciello, costruita con Andreasi, Jannacci, Beppe Viola, «i’ so’ milanese ciento pe’ ciento», «summa di gente che vedevo tutti i giorni al Giambellino, il quartiere di Milano dove sono cresciuto, leghisti quando Umberto Bossi era bambino, razzisti nei confronti della loro stessa razza perché credevano così di emanciparsi». Mamma Rosa, avvicinata da Renzo Arbore, non ha il coraggio di ammettere che il terrunciello è figlio suo. • «A 16 anni era bello, moro, riccio e ciccione. A vedere il Milan stava qualche gradino sotto di noi. Non lo abbiamo mai cagato. Diego mi odia ancora per questo» (Teo Teocoli). • Nel ’78 La tappezzeria con Boldi, Di Francesco, Faletti e Porcaro, spettacolo teatrale che nel due anni dopo finisce anche in tv (Saltimbanchi si muore, Raidue). Jannacci lo porta in radio con I repellenti («800 puntate a 3.225 lire l’una»). Accompagna i Gatti di Vicolo Miracoli come tecnico delle luci e un giorno, al provino per Liberi, armati, pericolosi di Romolo Guerrieri, si sente offrire un ruolo. • Seguono parti e particine in filmetti vari con Pozzetto, Vanzina, Steno, Carnimeo, Villaggio, Arbore (Saxofone, Una vacanza bestiale, Il tango della gelosia, dove è protagonista con Monica Vitti, Prestami tua moglie, Fantozzi contro tutti, Arrivano i Gatti, Il Pap’occhio, Fico d’India, I Fichissimi). Intanto a Roma, dove si è trasferito, va in scena con Cane di Puglia, spettacolo che Leo Wachter gli porta poi anche al Ciak di Milano (benché dalla seconda replica in poi la sala romana fosse rimasta vuota). • È il momento del successo nazionale del terrunciello, che a quel punto Abatantuono aveva interpretato (a suo dire) in 17 film. In Eccezzziunale… veramente dei fratelli Vanzina (1982, lo stesso anno del mondiale spagnolo) l’attore dovrebbe dar vita solo al tifoso milanista, ma, risultando indisponibili perché impegnati altrove Troisi, Verdone e Benigni, si carica sulle spalle anche le maschere dell’interista e dello juventino. Botteghini sbancati e consacrazione definitiva. • Sta fermo un paio d’anni per togliersi di dosso quella maschera ormai esaurita. • Nel 1986 Pupi Avati lo rimette in campo. In Regalo di Natale gli affida il ruolo drammatico di Franco, il ricco proprietario di un cinema che si rovina al tavolo da poker, interpretazione che gli vale il Nastro d’argento 1987 come miglior attore non protagonista. Tre anni dopo, Gabriele Salvatores lo consacra attore completo scegliendolo per la cosiddetta trilogia della fuga: Marrakech Express (1989), Turné (1990), Mediterraneo (1991).• Mediterraneo vinse l’Oscar come miglior film straniero e questo aprì uno spiraglio per Hollywood. «Gli americani qualche proposta me l’hanno fatta. Mi sono detto: chi me lo fa fare di accettare? Dovrei lasciare la famiglia in Italia, imparare l’inglese, per poi ritagliarmi ruoli marginali, da cubano, italo-americano, spagnolo». • Nastro d’argento per Puerto Escondido (1992), sempre di Salvatores. È tornato a lavorare con Salvatores in Io non ho paura (2003), tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti. • In televisione, a parte un Goal con Barbara D’Urso, Boldi e Teocoli su Telemilano nel 1977, è stato soprattutto il giudice Mastrangelo dell’omonima serie per Canale 5 (2005-2007, ha partecipato alla sceneggiatura), tifoso del Milan in vari programmi sportivi, il Diego Melli omosessuale della sitcom di Massimo Martelli All Stars (Italia1, 2010). Ha condotto Scherzi a parte su Canale 5 (2005). Il suo Colorado (nato da una sua idea nel 2003) è stato giudicato da Aldo Grasso uno Zelig di serie B. La versione Colorado ’sto classic, andata in onda nel 2012, ha avuto scarso seguito. Sul suo sito ha segnalato in particolare la partecipazione al Chiambretti Night («raramente ho visto uno show così ben fatto», forse per replicare indirettamente alle critiche di Aldo Grasso). • Il film di Francesco Patierno Cose dell’altro mondo (2011), dove si vede Abatantuono nella parte di un imprenditore veneto che grida in televisione «conviviamo con i fondamentalisti islamici, gli zingari, i fancazzisti albanesi, prendete il cammello e tornate a casa», ha suscitato la protesta dei leghisti e del governatore Luca Zaia. • Esperienze di sceneggiatura e di regia. Ha diretto con Armando Trivellini Area Paradiso, fiction televisiva (Canale 5, 2012). Regia teatrale di Vengo a prenderti stasera.• Pupi Avati lo paragona a Ugo Tognazzi «per la sua vena spaccona e struggente, da eroe da bar […] Sul set più di una volta mi è capitato di chiamarlo Ugo». Mereghetti: «Robert Mitchum. Stessa aria fuori posto […], stessa andatura bastonata e malinconica, di chi ha avuto un grande passato, ma non sa come sarà il futuro». «Qualcuno sostiene che ho dei tratti di Vittorio Gassman. Secondo il direttore della fotografia Franco Di Giacomo, avrei dovuto fare un film con Mastroianni e con Michalkov perché, come loro, finito di girare mi piace andare a bere una grappa e non pensarci più». • Non si spoglia sul set e non bacia quasi mai le sue partner. «Ho interpretato 60 film in 35 anni di carriera nel cinema, ma non mi vedrete mai girare una scena di sesso. Mi vergogno troppo» (a Paolo Martini). • «Le mutande a volte le metto e a volte no. Gli slippini mi fanno schifo, mi danno fastidio. I boxer mi fanno volume» (a Victoria Cabello). • «Non conosco nessun altro che sgrida i bambini perché vanno a letto invece di continuare a giocare alla playstation» (Salvatores). • «Quando gioco alla playstation mi trasformo, perdo la testa. Un giorno ho sputato in faccia a un amico dei miei figli» (a Sara Recordati). • I Vanzina sostengono che sta sveglio fino alle quattro di notte a guardare anche il campionato greco. • Problemi di linea, che affronta in centri dietetici fin da quando aveva 18 anni. Per Happy Family di Salvatores è ingrassato di 15 chili. In cucina se la cava bene (specie con i risotti). • Da molti anni barba brizzolata, che gli dà un’aria da patriarca. • Colleziona tazze. • Prima moglie la sceneggiatrice Rita Rabassini (1966). Una figlia, Marta (1985). Durante le riprese di Marrakech Express, lei si è messa con Gabriele Salvatores. Da Giulia Begnotti (Roma 25 gennaio 1963), che non ha sposato, ha avuto Matteo (1995) e Marco (1997). • Case tra Lucca, Milano e Morciano di Romagna (Rimini). A Ibiza nel verde di Sant’Eularia, vicino alla villa di Salvatores. Ha lasciato la casa di Bologna. Adesso vive a Milano.• Il 19 dicembre 2012, trentennale di Eccezzziunale… veramente, una decina di sale italiane hanno proiettato per un solo giorno la versione digitalizzata e in alta definizione del film.