31 maggio 2012
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Biografia di Franco Nicolazzi
• Gattico (Novara) 10 aprile 1924 – Arona, 22 gennaio 2015. Politico. Socialdemocratico (Psdi), segretario del partito dall’11 ottobre 1985 al 9 marzo 1988. Ministro dell’Industria nell’Andreotti V (1979), dei Lavori Pubblici nel Forlani, Spadolini I e II, Fanfani V, Craxi I e II (1980-1987). Carriera stroncata nell’88 dal cosiddetto scandalo “carceri d’oro”. «Sta fra il torero e il campione di boccette» (Fortebraccio).
• Era ai Lavori Pubblici con Craxi capo del governo quando fu deciso il primo condono edilizio, nel 1985. «È il primo condono, resterà l’ultimo» disse (Lorenzo Salvia) [CdS 13/5/2011 e 17/12/2013].
• Ni5ZI la sigla con cui era indicato da Bruno De Micco, scoperta durante le inchieste su quest’ultimo (Filippo Facci).
• Nel 2007 un vitalizio dalla Camera di 9.947 euro al mese per 35 anni di contributi (oggi.it).
• Dall’84 all’87 presidente della squadra di calcio di Novara, città di cui è stato anche sindaco (Paolo Tomaselli) [CdS 15/10/2010 e 14/6/2011].
• «Impazzavano gli Anni Ottanta, Craxi tagliava la scala mobile, la Cgil e il Pci cercavano in tutti i modi di sbarrargli la strada (senza peraltro riuscirci), moriva Enrico Berlinguer due mesi dopo essere stato fischiato dal congresso socialista di Verona. De Mita dirigeva la Dc e si scontrava quotidianamente con il leader socialista fino a che non riuscì a sostituirlo al governo grazie al famoso patto della staffetta. Poi anche De Mita fu dimesso e la Dc finì nella mani di Arnaldo Forlani che con Andreotti e Craxi diede vita a un patto denominato Caf. Patto che guidò l’Italia fino al terremoto di Tangentopoli. E Nicolazzi era sempre lì, nei secoli fedele. Il mitico corsivista dell’Unità Fortebraccio l’aveva dedicata a un altro socialdemocratico, ma sarebbe stata buona anche per lui: «Si fermò una macchina, si apri la portiera, non scese nessuno. Era Nicolazzi». (Riccardo Barenghi) [Sta 23/1/2015]
• «A 90 anni preferisco però ricordarmi della tanto vituperata Prima Repubblica, quella che ha dato prosperità all’Italia, anche se molti di quelli che ne hanno beneficiato preferiscono dimenticarsene».
• Un figlio: Massimo.