31 maggio 2012
Tags : Edoardo Nesi
Biografia di Edoardo Nesi
• Firenze 9 novembre 1964. Scrittore. «Mi piacerebbe raccontare di felicità. Ma non mi riesce».
• Vincitore del Premio Strega 2011 con Storia della mia gente (Bompiani). Altri libri: Fughe da fermo (1995, ne ha anche diretto la versione cinematografica nel 2001), L’età dell’oro (2005, sulla crisi dell’industria tessile di Prato a causa della concorrenza cinese), Per sempre (2007), Le nostre vite senza ieri (2012), tutti editi da Bompiani. Da ultimo L’estate infinita (2015). Tra gli autori della raccolta antologica La matematica del gol (Fandango 2007).
• Nato in una famiglia di imprenditori tessili di Prato, per quindici anni si è dedicato alla gestione dell’azienda. Prima di scrivere romanzi ha tradotto racconti, saggi, sceneggiature e romanzi di grandi autori come Stephen King, Quentin Tarantino e David Foster Wallace.
• «Il mio primo libro, Fughe da fermo, è del 1995. Il primo successo è del 2011. In mezzo quindici anni. Quindici anni in cui il mio editore, Elisabetta Sgarbi, non è mai stata diversa. Ha creduto fin dall’inizio che io fossi uno scrittore, e gli insuccessi non le hanno fatto cambiare idea» (a Teresa Ciabatti).
• «Amo meno il commercio della produzione industriale. Adoro le fabbriche, non le boutique. Mi garba il meccanismo della creazione di valore, e di denaro. Trovo sia molto letterario» (a Edoardo Rialti).
• Eletto alla Camera nel 2013 con Scelta Civica, partito che ha lasciato dopo poco più di sei mesi per entrare nel Gruppo misto («dove invece mi trovo benissimo»). Ha poi appoggiato Matteo Renzi alle primarie del Pd del 2013. «Di Renzi ho una buona opinione, sta cercando di ridare all’Italia l’orgoglio del lavoro perduto». Dal 2009 al 2012 è stato Assessore alla Cultura e allo Sviluppo Economico della provincia di Prato nella giunta guidata da Lamberto Gaestri (Pd).
• «Leopoldista della prima ora e deputato turborenziano» (Marco Travaglio).
• Sul suo profilo Twitter si legge “Prato, sempre Prato”. «Lo sguardo dev’essere – sempre – parziale. Non può accontentarsi d’essere particolare. Parzialissimo, bisogna che sia. Vanno amati e raccontati, i nostri posti. Questo vuol dire “Prato, sempre Prato”» (a Edoardo Rialti).
• «Bisogna tenerselo caro Edoardo Nesi: ma dove lo si trova nelle patrie pauperistiche lettere un altro capace di dire che i soldi danno la felicità? Dove, un altro capace di scrivere l’elogio incondizionato degli anni Ottanta, di esprimere “la fortuna immensa d’avere vent’anni nel 1982, nell’Italia migliore di sempre”? (Altro che anni di plastica, anni di consumismo, craxismo e Drive In: “L’Italia migliore di sempre”). E dove lo si trova un altro autore capace di mettere in esergo non filosofi macerati o poeti sofferenti bensì un prosaico documento Istat?» (Camillo Langone recensendo L’estate infinita).