Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Francesca Neri

• Trento 10 febbraio 1964. Attrice. Produttrice. Nastro d’argento per Pensavo fosse amore... invece era un calesse (Troisi 1992), Carne tremula (Almodóvar 1998) e Il papà di Giovanna (Avati 2009). Tra i suoi film: Le età di Lulù (Bigas Luna 1990), La mia generazione (Labate 1996), da ultimo La cena per farli conoscere (Avati 2007). Nel cast de Il papà di Giovanna di Avati («Ho riscoperto Francesca Neri, che non voleva più recitare»). «Diceva Troisi: meglio piacere tanto a pochi che poco a tanti».
• «Mio padre, istriano, era uno dei tanti profughi dal comunismo jugoslavo di Tito. La famiglia finì prima in Liguria, poi in Trentino. Quando mi dissero che ero l’erede di Alida Valli, ridevo: in una cosa forse sì, sono di origine istriana come lei!» [a Luca Vinci Lib 1/2/2014].
• «La ragazzina di Trento, iscritta al Centro sperimentale di cinematografia, a poco più di vent’anni era già sul set di un film importante: Il grande Blek di Giuseppe Piccioni. Esordiva anche lui, che sarebbe stato l’autore di Fuori dal mondo e di Chiedi la luna, i film per i quali si sarebbe parlato di rinascita del cinema italiano negli anni ’90. E anche il produttore era esordiente: un ragazzo che si chiamava Domenico Procacci, e avrebbe reso possibili tanti film italiani d’autore. Tappe di un cammino quasi da diva, senza volerlo essere mai. L’incontro col regista catalano Bigas Luna, l’erotismo torrido de Le età di Lulù, nel 1990. Quello con Massimo Troisi, e il film che le vale il primo Nastro d’argento, Pensavo fosse amore, invece era un calesse. E la Toscana percorsa con Carlo Verdone Al lupo al lupo – con Francesco Nuti e con Alessandro Benvenuti – Ivo il tardivo. I set con Pedro Almodovar, con Salvatores, con Ridley Scott. E la nuova avventura come produttrice, l’intuizione di acquisire i diritti di Melissa P., l’esperimento di Riprendimi. Se aggiungi anche la lunga storia d’amore con Claudio Amendola, e il difficile mestiere di mamma – il figlio Rocco adesso ha quattordici anni – componi il disegno di una donna che ha molto amato, molto dato, molto vissuto» (Luca Vinci) [Lib 1/2/2014].
• «“La più amata d’Italia”, “la migliore attrice del nostro cinema”, “un sex symbol d’alta classifica”. L’omaggio più sperticato lo ha reso Maria Laura Rodotà, una giornalista di solito avara di smancerie: “Neri non è un’attrice, né una showgirl, né una bonazza da foto sexy. È la più bella delle scuole medie, inferiori e superiori: lineamenti delicati ma labbrone piene, occhioni chiari e puri ma forme di cui si parla...”» (Aldo Grasso).
• «Immagine di donna inquieta e tormentata che l’ha accompagnata sempre durante la carriera, dagli struggimenti erotici di Lulù a quelli intellettuali della psicanalista Claudia ne Le mani forti di Bernini» (Ettore Botti).
• «Almodóvar? Carne tremula è la cosa migliore che ho fatto e lui è un genio. Fino al primo giorno di lavorazione è stato il mio migliore amico, ma poi è diventato il regista che dirige gli attori usandoli. È una persona che può fare male. Sono arrivata a Roma come la ragazza con la valigia. Le età di Lulù è stato il salto nel vuoto, dove ti giochi tutto: io sono una che al casinò gioca rosso e nero».
• «Non saprei recitare soltanto con la tecnica e non credo nemmeno di averne a sufficienza. Devo credere, appassionarmi, farmi prendere da una storia. È per questo che rifiuto molti copioni, nei quali non sarei capace d’immedesimarmi, e sono rimasta ferma anche per periodi lunghi».
• Sposata dal 2010 con Claudio Amendola, hanno un figlio (Rocco).
• Con Amendola ha fondato la casa di produzione Bess Movie. Tra i film prodotti Melissa P. (Luca Guadagnino 2005) e Riprendimi (Anna Negri 2008), unica pellicola italiana in concorso al Sundance Film Festival 2008 di Robert Redford.