31 maggio 2012
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Biografia di Neffa
• (Giovanni Pellino) Scafati (Salerno) 7 ottobre 1967. Cantante. Autore. Tra gli album: Alla fine della notte (2006: il singolo La notte vince il disco d’oro per le 50 mila copie vendute), Aspettando il sole (2007), Sognando contromano (2009), Molto Calmo (2013: da cui i singoli Molto calmo, Quando sorridi e Dove sei, tutti certificati dischi d’oro), Resistenza (2015). «Cresciuto musicalmente, con Molto Calmo lo sviluppo artistico di Neffa mostra una stabilità che fin qui era stata intermittente: ora ci sono dei veri punti di forza su cui questo musicista può contare e nell’album risaltano potentemente. Prima di tutto la sua vocalità, padroneggiata ai limiti del virtuosismo e particolarissima, coi falsetto, con quel gusto mediorientale per i vocalizzi, per le spezzature ritmiche e per le linee melodiche inattese. Poi c’è la scrittura, che appare compatta, omogenea e convinta, come raramente in passato. La sensazione è che Neffa abbia raggiunto la fiducia completa in ciò che sta facendo, al di là degli esperimenti e dei florilegi provocatori» (Stefano Pistolini) [Fog 24/12/2013].
• Con la canzone Passione firma la colonna sonora di Saturno contro di Ferzan Ozpetek (Globo d’oro per la migliore musica, Ciak d’oro per la migliore colonna sonora, Nastro d’argento per la migliore canzone). Nel 2008 una collaborazione con i Sud Sound System per il brano Chiedersi come mai. Ha scritto il testo di Se vorrai di Ron, Fiori cantato da Celentano, Un finale diverso di Marco Mengoni e Lungo la riva di suor Cristina Scuccia (vincitrice del talent The Voice of Italy 2014). «Si diventa cantanti soprattutto per rimorchiare».
• «Partito dall’hip hop duro negli anni Novanta, è diventato un curioso sex symbol che propone canzoni sempre più sentimentali e ipnotiche a cavallo fra pop e canzone d’autore» (Mario Luzzatto Fegiz).
• «Ha affondato le braccia nel soul, tra i suoni della Motown (vedi il successo di brani come La mia signorina e Prima di andare via), ha ripreso a guardare al rock e alla fusion come fonti di ispirazione» (Carlo Moretti).
• «Quando scrivo parto da me, ma vivo su di me le tensioni che vivono le persone e le loro gioie. Io racconto la mia posizione all’interno della società, ma penso che il mondo si cambi con quello che c’è nella testa delle persone. Sono uno che ha sempre creduto nell’orizzontalità della società: una volta si andava nelle piazze, si metteva per terra una cassetta di frutta, ci si saliva sopra e si parlava. Io cerco di non mettermi sopra agli altri, non impongo il mio punto di vista. Aspetto la risposta di chi ascolta la mia musica» (Arianna Ascione) [soundsblog.it 10/7/2013].
• «Ci sono canzoni che scrivo e che, finché posso cantare, le devo cantare io. Le mie canzoni non le scrivo per dei quindicenni, mi piacerebbe, ma il mio modo di scrivere è comunque un po’ troppo adulto. Io mi sento mille anni addosso» (a Barbara Mosconi) [Sec 1/9/2015].
• «Alle superiori mi chiamavano Jeff e il soprannome presto si trasformò in Neffa, come il calciatore paraguaiano della Cremonese. Se esordissi oggi userei il mio nome e cognome, ma ormai mi ci sono affezionato».
• «A 15 anni ho fatto il mio primo concerto: ero con la cover band di mio fratello Gaetano e rifacevamo i successi di Clapton, Lou Reed, Pino Daniele... Lui mi disse che ero stonato e mi mise alla batteria. Dieci anni così, quindi la svolta verso l’hard core scoperto nella Bologna anni Ottanta: con i Negazione abbiamo girato l’Europa e avevamo pubblico anche negli Usa. Poi l’hip hop con gli Isola Posse, i Sangue Misto e nel 1996 Neffa e i Messaggeri della Dopa» (ad Andrea Laffranchi).
• Nel 2004 decimo al Festival di Sanremo: «Sono entrato papa e sono uscito cardinale: la canzone era improponibile (...) La vera ragione per andare al festival? Mia madre, che ancora fa fatica a credere che io sia un cantante perché non mi ha mai visto a Sanremo». La sua seconda volta al Festival nel 2016.
• Nel 2010 ha fondato con J-Ax il duo Due di picche. Insieme hanno pubblicato l’album C’eravamo tanto odiati (tra i singoli Faccia come il cuore e Fare a meno di te).
• «Raccontano che stava per sposarsi due volte, e tutte e due le volte non per amore... “È vero. La prima volta stavo per sposare una ragazza di Chicago per avere la green card. Poi ero sul punto di dire sì a una ragazza algerina che in cambio della cittadinanza mi avrebbe dato i soldi sufficienti per vivere negli Stati Uniti senza fare il lavapiatti. Naturalmente, non se n’è fatto nulla, in entrambi i casi. Oggi credo un po’ di più nelle unioni, ma penso che i rapporti, come la fede, non hanno bisogno di altari”» (Michela Proietti). Una storia di un anno con la cantante Nina Zilli.
• Tifa per il Napoli e, grande appassionato di basket, per la Fortitudo Bologna.