31 maggio 2012
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Biografia di Nada
• (Nada Malanima) Rosignano Marittimo (Livorno) 17 novembre 1953. Cantante. Autrice. Principali successi: Ma che freddo fa, Che male fa la gelosia (1969), Pa’ diglielo a ma’ (1970), Il cuore è uno zingaro (vincitrice al Festival di Sanremo 1971), Re di danari (1972), Amore disperato (vincitrice del Festivalbar 1983), gli album Dolce dolce (1979), Smalto (1983), Noi non cresceremo mai (1986). A Sanremo 2007 con Luna in piena, canzone che dà il titolo anche all’album (che vinse la targa Mei 2007 come miglior album indipendente dell’anno). Nel 2008 ha pubblicato Live Stazione Birra, raccolta di registrazioni dal vivo con due inediti: Stretta e Novembre. Poi due album di inediti, Vamp (2011) e Occupo poco spazio, uscito a marzo 2014. «Le cose che hanno un forte impatto sul mercato sono anche le meno intelligenti».
• «A 16 anni ero già una cantante conosciuta e di un certo successo. Ho sempre dovuto combattere contro tutti, discografici, parenti, la stampa per difendermi dall’immagine che gli altri volevano cucirmi addosso e trovare una mia identità».
• «Dopo aver lavorato con Piero Ciampi ho capito che non riuscivo più a trovare nessuna canzone che mi piacesse o per lo meno quello che cantavo non era quello che io mi sentivo. Mi sono detta: perché devo cantare qualcosa che non sento? Mi sono messa in casa a scrivere scrivere scrivere, finché ho capito che potevo scrivere delle canzoni» (a Daria Bignardi).
• Nel 1999 tornò al Festival di Sanremo con Guardami negli occhi, dall’album Dove sei, sei che cantava, sia pure implicitamente, il sesso estremo («Spezzami le ossa / non darmi tenerezza...»). «Con l’età - spiegò - i miei sogni si sono fatti più fantasiosi. L’idea era raccontare di qualcosa che ti entra dentro e non controlli».
• «Non è la tipica ex Lolita del pop fine anni Sessanta rimasta inchiodata al proprio mito di plastica. Ma un’artista vera, una tipa tosta che se ne frega di fermare il tempo con il lifting e dà scandalo mettendosi in gioco» (Alberto Dentice).
• «Si è condannata, oggi deliberatamente e ieri no, al mercato di nicchia. Le riviste specializzate la coccolano, il Club Tenco ha eletto il suo Tutto l’amore che mi manca secondo miglior disco del 2004 (dietro Caramella smog di Bersani)» (Andrea Scanzi).
• «È avanguardia pura, ipnotica come certe canzoni di Lou Reed o Nina Hagen (...) Un incrocio tra Marianne Faithfull e Patti Smith, soprattutto quando ricerca una timbrica dai toni bassi e si culla nel decadentismo di un malessere da esorcizzare» (Mario Luzzatto Fegiz).
• Ha raccolto in un cofanetto (Le mie canzoncine 1999-2006) le sue cose degli ultimi anni. Dà molto valore a certe esperienze di attrice (la cameriera Dora, che si innamorò di Puccini giovanissima, nello sceneggiato tv di Sandro Bolchi) e agli incontri con Dario Fo (con cui ebbe anche scontri notevoli) e Paolo Conte (che scrisse per lei Arte).
• È anche scrittrice: nel 2009 pubblica il romanzo autobiografico Il mio cuore umano (Fazi), nel 2011 La grande casa (Bompiani): «Provo un certo pudore a parlarne, è nato tutto dall’incontro con una persona che mi ha spinto a scrivere. Poi ho proseguito da sola per la mia strada. E ancora oggi, quando scrivo canzoni o lavoro su un romanzo sono sempre da sola» (a Guido Andruetto) [la Repubblica 4/5/2013].
• Sposata di fatto con Gerry Manzoli, ex dei Camaleonti, dal 1973. Una figlia, Carlotta (1976).
• «Adora vivere nella sua Toscana, in campagna (...) “La natura è la mia religione. Quando sono in città il mio pensiero è sempre quello di raggiungere un prato o una spiaggia deserta”» (Raffaella Oliva). «Mi sento una maremmana anarchica praticante» (all’Espresso).
• Fuma il sigaro: «L’antico toscano, uno al giorno, da più di vent’anni».