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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Giulio Mozzi

• Camisano Vicentino (Vicenza) 17 giugno 1960. Scrittore. Editore. Docente di scrittura creativa.
• «Esordì nel 1993, segnalato da Marco Lodoli per una raccolta di racconti, Questo è il giardino, riconosciuta come un evento. Vinse anche un premio Mondello opera prima. È a suo modo uno scrittore sperimentale che vede in Nanni Balestrini un maestro» (Sandra Petrignani). Tra gli autori del libro a trenta mani I nuovi sentimenti (Marsilio 2006), da ultimo ha scritto con Bruno Lorini Il pittore e il pesce. Una poesia di Raymond Carver, un’opera di Carlo Dalcielo (Minimum Fax 2008), dove Carlo Dalcielo è un artista immaginario.
• «L’ultima sua trovata è una casa editrice che non produce libri. Li sceglie, li progetta, li edita, ma non li stampa. Si chiama vibrisselibri (www.vibrisselibri.net) dal nome del bollettino letterario che dal 6 agosto 2000 è diventato un appuntamento per chi cerca qualcosa di nuovo nella muffosa Repubblica delle Lettere. Prima era una newsletter settimanale, poi divenne blog, tra i più cliccati e vivaci del mondo letterario. Essere segnalati dal blog di Mozzi per un autore è un po’ come essere l’ananas a cui l’Uomo del Monte ha detto sì. La stessa cosa accaduta a molti esordienti lanciati dalla Sironi, la piccola casa editrice milanese per cui Mozzi fa l’editor: da Tullio Avoledo con l’Elenco telefonico di Atlantide a Don Luisito Bianchi con La messa dell’uomo disarmato, da Alberto Garlini di Fùtbol bailado a Giorgio Falco di Pausa caffè fino al romanzo mostruoso di Leonardo Colombati Perceber. Testi di qualità, romanzi lontani dalla narrativa facile o di intrattenimento» (Caterina Soffici).
• Dal marzo 2008 al febbraio 2014 consulente di Einaudi Stile libero, poi consulente per la narrativa italiana di Marsilio.
• «Io sono l’esatto contrario di un imprenditore: mi piace avere una buona idea e trovare qualcuno che ci stia. Non guardo al profitto, il profitto è un limite».
• Vive a Padova, «in una casa che, a dar retta al suo diario online, sembra una casetta di Paperopoli, con il giardino e la cassetta delle lettere a forma di cioccolatino» (Giordano Tedoldi).