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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Valerio Morucci

• Roma 22 luglio 1949. Ex terrorista. Ex capo delle Brigate Rosse (prima stava con Potere operaio). Componente del commando responsabile della strage di via Fani e del rapimento di Aldo Moro (16 marzo 1978), fu arrestato il 29 maggio 1979. Condannato a vari ergastoli, grazie alla dissociazione è libero dal 1994. Vive e lavora a Roma come consulente informatico. Soprannominato Pecos Bill per l’abilità con le armi.
• «Durante i cinquantacinque giorni del sequestro di Aldo Moro, Valerio Morucci e la sua compagna Adriana Faranda sono stati i telefonisti delle Br e i postini delle tante lettere scritte dal presidente Dc. Sono stati anche gli unici che hanno tentato sino alla fine di far rinviare l’uccisione dello statista loro prigioniero» (Mario Scialoja). Da una cabina della stazione Termini, comunicò al prof. Tritto - confidente dello statista democristiano - dove trovare il cadavere: «deve comunicare alla famiglia che troveranno il corpo dell’on. Aldo Moro in via Caetani…».
• «Mio nonno aveva uno stabilimento di falegnameria in via Galvani al Testaccio, con tanti operai. Dal suo stabilimento sono usciti i portoni laterali dell’Altare della patria. Quando si rifiutò di iscriversi al partito fascista, lo stabilimento fallì. Mio padre andò all’Agfa. Ma fu licenziato perché non faceva il saluto romano. Nel 1949 fu assunto alle Poste. L’anno in cui nacqui io» (a Claudio Sabelli Fioretti).
• «Mio padre mi iscrisse alla scuola alberghiera. L’estate lavoravo come cameriere. Alla fine mi assunsero al Cocktail Lounge di Fiumicino. Brigitte Bardot, Liz Taylor, l’avvocato Agnelli: facevo il cameriere dei supervip. Guadagnavo una marea di soldi. Tra stipendi e mance, 200 mila lire. Ma era una vita infame: mi alzavo alle 5, lavoravo 11 ore al giorno. Mi licenziai. Cominciai a girare per Roma con una 850 Abarth e a frequentare i vecchi amici del liceo Mameli. Grandi discussioni, politica, sesso, psicoanalisi, linguistica. Ci siamo buttati subito dentro il movimento».
• Uscì dalle Br prima di essere arrestato: «Mi volevano morto. In carcere ce l’aveva con me soprattutto Franceschini. Voleva portare la mia testa su un piatto d’argento alle Br per convincerli a fare di più per loro. Ma Moretti disse di no».
• Scrive libri: ultimi una spy-story, Klagenfurt 3021 (Fahrenheit 451 2005), e il giallo Il caso e l’inganno. Le indagini del commissario Amidi (Bevivino 2006). Ha collaborato con Theorema, rivista di sicurezza, geopolitica e intelligence. «Il quotidiano Libero un giorno ha scritto: sono ex terroristi e lo Stato li paga. Sì, è vero, c’è chi è finito perfino in Parlamento e io in Parlamento non ci entrerei. Ma la verità è un’altra: quando esci, il lavoro non te lo dà nessuno, perché sei quel che sei, e non è facile nemmeno trovare un editore» (a Fabrizio Caccia).
• «Dice di non provare “né rimpianti né rimorsi” e si definisce oggi un “democratico partecipativo fautore di un’ autogestione locale”» (Stefano Montefiori, citando un intervista di Morucci a Le Monde).
• Sposato, un figlio di sedici anni.