31 maggio 2012
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Biografia di Simone Moro
• Bergamo 27 ottobre 1967. Alpinista.
• «La paura non è un limite ma una virtù».
• «Una carriera fulminante, con grandi soddisfazioni (come l’Everest, scalato ben sei volte) ma caratterizzata anche da rischi che ogni alpinista conosce ma spera di evitare: a Natale 1997, durante la prima salita invernale della parete Sud dell’Annapurna, si salvò da una valanga dalla quale non riemersero altri due colleghi, l’amico Anatoli Boukreev e Dimitri Sobolev» (Andrea Saule).
• È stato il primo, nel 2009, ad aver conquistato il Makalu (quinta vetta del mondo) in inverno, le temperature arrivavano a 40° sotto zero. Nel 2011 tentò lo stesso primato con il Nanga Parbat (la nona): dovette desistere dopo 51 giorni a causa di un meteo avverso.
• Nell’aprile del 2013, durante una spedizione sull’Everest, venne aggredito da un gruppo di Sherpa, rischiando la vita. «E tutto senza alcuna spiegazione. Moro sa come rapportarsi con la gente di queste valli e con gli Sherpa che assistono gli alpinisti. “Quando siamo arrivati a campo 2, un’ottantina di Sherpa ci hanno circondato e hanno cominciato a malmenarci. Botte. Pugni, calci. Sono volate anche pietre. Io sono anche stato aggredito da uno sherpa con un coltello. Ci dicevano che non dovevamo più farci vedere. Che avevamo un’ora per sparire se non volevamo essere lapidati”» (Sandro Filippini) [Gds 29/4/2013]. «Gli Sherpa sono una lobby diventata molto potente. Malsopportano altre presenze» [a Edoardo Martinet, Sta 27/4/2014].
• «In Himalaya ha partecipato a 50 spedizioni e ora lavora anche nel soccorso con un suo elicottero» (Edoardo Martinet).
• «Non tengo un diario e forse questa non è una bella cosa. Mi rendo conto che tante esperienze sono andate in parte perdute nella memoria anche se le immagini numerosissime che ho portato a casa mi aiutano comunque a rievocare parte delle sensazioni e dei ricordi. Dunque non ho una frase particolare riportata sul taccuino. Quando ho tempo libero al campo base di solito, studio».
• Ha pubblicato diversi libri sulla sua carriera, da ultimo In ginocchio sulle ali (Rizzoli, 2014).
• «Sulla carta d’identità c’è scritto: professione alpinista. “Sì e quando lo dico mi rispondono: ma che lavoro fai davvero?”» (Marisa Poli).
• Sposato con Barbara, due figli: Martina e Jonas. «Mia moglie arrampica ad alto livello e su più terreni. Questo ha facilitato molto le cose. Sa che amo troppo la vita per cacciarmi volutamente nei guai o su vie kamikaze» [Vinicio Stefanello, Planetmountain.com 1/11/2010].