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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Letizia Moratti

• (Brichetto Arnaboldi) Milano 26 novembre 1949. Manager. Politico. Dal 2006 al 2011 sindaco di Milano (centrodestra, prima donna della storia). Ricandidatasi nel 2011 per il secondo mandato, fu battuta da Giuliano Pisapia (centrosinistra, con il 55,1% dei voti). Rimasta all’opposizione, diede le dimissioni da consigliere comunale nel gennaio 2012. «Prima di fare una cosa devo pensarci tantissimo, devo essere sicura».
Vita Figlia di Paolo Brichetto Arnaboldi (vedi), proprietario di un’importante società di brokeraggio assicurativo, e di Paola Guida. Una sorella minore, Beatrice. «La nonna paterna era una letterata e quella materna fu sindaco di un paese lombardo. “Delle mie amiche di gioventù, forse solo Chiara Beria di Argentine scelse di lavorare subito, nel giornalismo”. Suo padre era un rigoroso broker che aveva fatto la Resistenza, il nonno materno consigliere del Credito Italiano, dai nonni paterni la piccola Letizia incontrava Montale e Bacchelli. “Ho ricevuto un’educazione severa, papà rigido e mamma tenera. In tredici anni di scuola elementare e media avrò portato a casa un cinque una volta. Fu una mezza tragedia”. Scuole private e poi, al momento di scegliere l’università, rinuncia all’Orientale di Napoli perché “i miei preferivano che stessi a Milano”, rinuncia ad Architettura perché “c’era il 68” e lei l’eskimo non l’ha mai messo. La scelta finale cade su Scienze politiche. “Mentre ero all’università, per essere indipendente, chiesi di lavorare nell’azienda di papà. La cosa fu accettata, ma poiché non rientrava nei piani di mio padre che mi impegnassi in una professione, il lavoro dovevo rubarlo. Imparavo guardando. Nel frattempo, studiavo, viaggiavo. A 21 anni mi sono laureata. Era venerdì”. Il lunedì già prendeva posto dietro la cattedra, assistente universitaria del professor Pocar. A 25 anni, e chiedendo un prestito alla Comit, decise di mettersi in proprio fondando la Gpa, società di brokeraggio. Certo, il prestito le fu concesso perché dava almeno tre cognomi in garanzia» (Maria Latella).
• «Mio padre era severissimo. L’ultimo ceffone me lo diede che avevo ventun anni. Era la notte di Italia-Germania 4 a 3. Il centro era bloccato dai festeggiamenti, così io mi fermai fino a tardi a casa dei miei futuri suoceri. Davo per scontato che mio padre condividesse quell’euforia. Invece si preoccupò e reagì male. Comunque di lì a poco ero sposata».
• Nel 1973 sposò il petroliere Gian Marco Moratti (vedi), già padre di due figli, il cui precedente matrimonio con Lina Sotis fu annullato dalla Sacra Rota. La nuova coppia ebbe due figli, Gilda e Gabriele. Prima donna a entrare nel consiglio di amministrazione della Comit (1992), nel 1994, durante il primo governo Berlusconi, divenne presidente della Rai (lasciò nel 1996). Nello stesso anno acquistò il gruppo Nikols, nel 1998 divenne presidente e amministratore delegato della News Corp Europe, estensione europea del gruppo guidato da Rupert Murdoch. Ministro dell’Istruzione nel Berlusconi II e III (2001-2006), varò una contestata riforma dell’università e della scuola superiore: «L’effetto della riforma Moratti, diligentemente applicata dal discusso presidente del Cnr Fabio Pistella, è stato quello di gonfiare la burocrazia a dismisura. Se prima gli istituti si cercavano i fondi privati da soli e in autonomia, oggi fanno lo stesso ma devono rispondere a una catena gerarchica spaventosa» (Marco Sodano). Della sua gestione il record delle lauree ad honorem (35 solo nel 2004).
• Battendo in finale la turca Smirne, ha portato a Milano l’Expo del 2015, prestigiosa vetrina internazionale. Fondamentale la collaborazione con l’ultimo governo di centrosinistra (soprattutto con i ministri D’Alema e Bonino): «È stato un gioco di squadra». Sarà allestito adiacente all’area del nuovo polo fieristico (settore nord-ovest, comuni di Rho e Pero) su progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas. “Nutrire il pianeta, energia per la vita” il tema proposto per l’esposizione. Vale almeno quattro miliardi di euro di investimenti, con un giro d’affari da 50 miliardi di euro e l’arrivo di 29 milioni di turisti in 6 mesi.
• Nel giugno 2007 ha firmato il via libera alla fusione tra la milanese Aem e la bresciana Asm dando vita ad Asem: primo polo nazionale del ciclo integrato dei rifiuti, seconda azienda elettrica del paese e terzo gestore del gas.
• Il 2 gennaio 2008 ha introdotto il ticket (Ecopass) per entrare in auto nel centro cittadino. Rimasto in vigore fino al 31 dicembre 2011, è stato sostituito dal 16 gennaio 2012 con il sistema dell’Area C (giunta Pisapia).
• Nel 2010 ha dato il via alla sperimentazione per l’utilizzo di auto elettriche in città.
• La procura della Corte dei conti della Lombardia l’ha citata in giudizio con tutta la giunta chiedendo più di sette milioni di euro per i danni subiti dall’erario dopo aver chiuso l’inchiesta sull’assunzione di 91 dirigenti esterni a tempo determinato in Comune. Quasi la metà dei danni chiesti riguardava le ripercussioni negative provocate all’immagine del comune dal clamore della vicenda e dalla «diffusa dubbiosità, tra i cittadini di Milano, e non solo, sulla correttezza dei comportamenti tenuti dagli amministratori».
• Dopo molte divergenze ha messo fuori dalla giunta Vittorio Sgarbi (maggio 2008) e Tiziana Maiolo (settembre).
• Alcune curiosità: coltiva da anni un orto biologico, cambia ogni settimana il colore dello smalto sulle unghie (dal nero all’arancione), in casa non indossa mai tute o pigiami (Vty 11/5/2011).
• Da quando ha lasciato la politica dedica molto del suo tempo alla comunità di San Patrignano.
• «A volte per scherzare Berlusconi la chiamava “Margaret”, con trasparente riferimento alla “lady di ferro” per antonomasia, il primo ministro britannico Thatcher. L’ex premier ha avuto sempre per Letizia Moratti un’altissima considerazione: la volle come presidente Rai, la scelse come ministro dell’Istruzione per il suo secondo Governo (2001-2006), puntò su di lei come candidata a sindaco di Milano. Tra le “missioni” affidate a Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti a un certo punto si affacciò anche quella della gestione del partito per la traversata nel deserto nei difficili anni dell’opposizione (1996-2001). Un ruolo al quale anche altri in seguito la candidarono: il quotidiano israeliano Haaretz, in occasione della visita dell’allora primo cittadino milanese per sostenere Expo 2015, la descrisse come un esponente politico in ascesa in grado di decollare quando il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si fosse messo da parte; allora, scriveva l’autorevole giornale di Tel Aviv, la Moratti potrebbe candidarsi alla guida della destra diventando la “Angela Merkel italiana”. Ma di quella successione, come di tutte le altre prospettate in un ventennio, non se ne fece nulla. Anche per volontà della stessa interessata: “Non so nemmeno se l’Italia sia pronta ad avere una Angela Merkel” ha detto l’ex sindaco che si dedica alla comunità di San Patrignano e per la quale nel 2012, dopo che aveva lasciato il consiglio comunale, si era parlato di un avvicinamento (mai concretizzato) a Futuro e libertà di Gianfranco Fini» (Riccardo Ferrazza) [S24 15/4/2014].
Critica «Le hanno detto che è “palluta”, che è “una con gli attributi”, e Bossi perfino “preferisce noi perché ce l’abbiamo duro”» (Fabrizio Ravelli).
• «Mia moglie è così grande che non può sprecarsi a fare soldi privatamente, deve fare qualcosa per la comunità. È una bravissima amministratrice» (il marito Gian Marco).
Frasi «Il mio è un grande amore. Ho conosciuto Gian Marco che avevo 18 anni e da allora ci sentiamo come la stessa persona. Per me è quasi difficile parlare di lui come se fossimo due individui distinti. Noi discutiamo, non litighiamo. Normalmente la sera stiamo insieme a chiacchierare e Gian Marco dice: “Hai sbagliato in questo... prova a considerare quest’altro aspetto...”. Io faccio la stessa cosa con lui. È una specie di mutuo soccorso».
• «Io purtroppo come sindaco non sono riuscita a battere l’inquinamento e poi la sostenibilità ambientale. Avrei voluto riempire Milano di alberi e di viali ma sono riuscita solo a dare a piazzale Loreto il suo bosco di canneto... E l’Expo. Quello che verrà non è certamente come l’avevo sognato io. L’Expo dei popoli che avrebbe sostenuto progetti e desideri dei mondi poveri» (a Stella Pende) [Pan 9/5/2013].