31 maggio 2012
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Biografia di Vincenzo Mollica
• Formigine (Modena) 27 gennaio 1953. Giornalista tv. Della Rai (spettacolo al Tg1, cura la rubrica Do re ciak gulp). «Non mi è mai nemmeno passato per la testa di essere un critico: al massimo mi considero un cronista impressionista e impressionabile. I critici sono gli altri, e di solito criticano me».
• Aldo Grasso, per descrivere il suo metodo, ha coniato il termine “mollichismo”: «È un libro parlante, una sola moltitudine di arguzia e sapienza, un’intelligenza acuta che si è fatta tv. Non può neppure immaginarsi di cedere a un giudizio, a un appunto, a un dissenso. Parla sempre bene di tutti».
• «“È un disco bellissimo”. Lo dice sempre, ma è statisticamente impossibile che sia sempre vero. “Quando lo dico, lo penso. Se non lo penso, e l’evento fa comunque notizia, non lo dico, uso l’ironia per far capire che a me quel disco, o quel film, non è piaciuto. Se non mi piace e l’evento non fa notizia non me ne occupo. Mi interessano le cose che mi piacciono, ci unisco il mio lavoro da cronista, anzi da telecronista, che è l’unica definizione in cui mi riconosco in pieno, e porto il mio servizio”» (da un’intervista di Antonio Dipollina).
• «In genere, vado al cinema con mia moglie. La mia proiezione preferita è quella delle quattro del pomeriggio e se ce ne fosse una anche alle otto, alle dieci del mattino, sarei ancora più contento».
• «Dopo trent’anni di incontri di Mollica con tutti i cantanti del mondo e galassie limitrofe, al massimo, da una sua intervista, è venuto fuori che Patti Smith soffre di prurito intimo e che nella casa al mare di Biagio Antonacci salgono i “bacarozzi” dalle tubature» (Selvaggia Lucarelli) [Lib 28/6/2011].
• Iniziò da numero due di Lello Bersani: «Un giorno mi disse; io fra qualche anno vado in pensione, tu potresti essere quello giusto per sostituirmi. Tieni. E mi diede la sua agenda, con centinaia di numeri di telefono del mondo dello spettacolo. Una miniera».
• «Quando sono entrato al Tg1 nel 1980, a 27 anni, cominciai a fare qualche servizio su Pippo, su Paperino, su Corto Maltese o anche su De Gregori o Nanni Moretti. Al Tg non capivano bene cosa passasse nella testa di questo giovane, poi pian piano si accorsero che quello era un mondo che fino ad allora non era mai stato narrato, era un mondo tutto da scoprire e che forse si poteva raccontare. Certo, all’inizio sembrava quasi che mi facessero una cortesia nell’accettare le mie proposte, poi però si accorsero che questi piccoli servizi non erano solo delle storielle, ma potevano contenere anche qualcosa che appartenesse alla memoria collettiva» (a Dario Edoardo Viganò).
• «Gli proposi prima una vicedirezione al Tg2 e poi al Tg1. Rifiutò sempre: “Ti prego, preferisco fare ciò che faccio”. Unico in tutta la Rai. Scoprii che guadagnava una miseria rispetto ad altri colleghi. Lo nominai caporedattore» (Clemente Mimun).
• Ultimo libro: Mi ritiro dai miracoli. Poemetto imperfetto (Acquaviva, 2012).
• Tra 2006 e 2007 espose suoi disegni nella mostra Scarabocchi senza fissa dimora, a Roma: «Sono un disegnatore che non sa disegnare». Possiede una collezione di disegni di Federico Fellini (1920-1993), al quale era stato legato da una lunga amicizia.
• Nel 1995, da un’idea del fumettista Andrea Pazienza, è apparso per la prima volta su Topolino il personaggio di Vincenzo Paperica, ispirato a Mollica. «Preso da un impeto testamentario, ho dato alcune disposizioni a mia moglie Rosamaria: per rallegrare il cimitero che mi ospiterà con un tocco di colore, sulla lapide voglio un primo piano di Paperica con la seguente dicitura: “Qui giace Vincenzo Paperica che tra gli umani fu Mollica”».