31 maggio 2012
Tags : Domenico Molè
Biografia di Domenico Molè
• Gioia Tauro (Reggio Calabria) 6 aprile 1962. ’Ndranghetista, a capo, insieme al fratello Girolamo, della cosca omonima confederata con i Piromalli (entrambi operanti in Gioia Tauro), e collegata con i Pesce e i Bellocco di Rosarno, e i Mancuso di Limbadi.
• Detto Mico.
• Detenuto dal 14 febbraio 1999, condannato a più ergastoli per associazione mafiosa e reati collegati (stupefacenti, estorsioni, omicidi) (Cass. 25 maggio 2002).
• Fu condannato, tra l’altro, per tentata estorsione: si faceva dare 200 milioni di lire l’anno dalle società Cemel e Sietel, regolarmente minacciate o avvertite di attentati incendiari. Le società pagavano per non essere estromesse dalla gestione dei ripetitori Fininvest in Calabria. Dall’altra parte c’era Toni Boemi, titolare di Telespazio spa di Catanzaro, che a sua volta si era rivolto alla cosca Piromalli-Molè per conquistare il monopolio assoluto dei ripetitori. Finì che gli amministratori di Cemel e Sietel, Angelo Sorrenti e Rodolfo Biafiore, quando capirono di non poter pagare, spifferarono tutto ai carabinieri. I militi, nel febbraio 96, andarono all’incontro organizzato per la dazione della prima tranche travestiti da camerieri e arrestarono i due incaricati di prendere in consegna i soldi, Antonio Alagna e Giovanni Priolo. Quanto a Boemi, che sulla sua emittente aveva appoggiato la campagna elettorale di Forza Italia nel 94 (candidati Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi), se la cavò, a differenza del nipote che lo aveva spalleggiato nelle trattative, Roberto Biafiore, finito invece in manette (era il coordinatore tecnico dell’Elettronica industriale presieduta da Adriano Galliani, presidente del Milan) (Mario Guarino).
• Il 1° febbraio 2008 gli hanno ammazzato il fratello Rocco, reggente della cosca (vedi Girolamo Molè).
• Il 10 aprile 2014 è stato condannato in via definitiva nel processo originato dall’inchiesta “Cent’anni di Storia”, sulle infiltrazioni della famiglie Molè e Piromalli nel porto di Gioia Tauro. (a cura di Paola Bellone).