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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Luciano Moggi

• Monticiano (Siena) 10 luglio 1937. Manager. «Il calcio è uno sport la domenica e un’industria in tutti gli altri giorni».
• Già con Roma, Torino e Napoli (scudetto 1990), nel 1994 divenne direttore generale della Juventus: formata con Antonio Giraudo e Roberto Bettega la cosiddetta “Triade”, la condusse alla vittoria di sette scudetti (1995, 1997, 1998, 2002, 2003, 2005, 2006), una Champions League (1996), una coppa Intercontinentale (1996), una Supercoppa Europea (1996), una coppa Italia (1995), quattro supercoppe Italiane (1995, 1997, 2002, 2003). Nella primavera/estate 2006 fu il principale protagonista del cosiddetto scandalo “Moggiopoli” (“Calciopoli”), scatenato da alcune intercettazioni telefoniche della Procura di Napoli, che costò alla società torinese due scudetti (2005, 2006) e la retrocessione in B, a lui un’inibizione di 5 anni, che nell’aprile del 2012 diverrà radiazione (ovvero l’esclusione da qualsiasi rango e categoria della Federcalcio). Il Tar del Lazio, confermando la condanna: «Per illecito sportivo si è inteso qualificare e severamente sanzionare non solo l’avvenuta alterazione, con mezzi fraudolenti, del risultato di una partita, ma, a monte e innanzitutto, la creazione di una struttura sapientemente articolata e fondata su interessati rapporti con i centri decisionali della federazione e della classe arbitrale». Lui si è sempre dichiarato innocente: «Ho solo fatto qualche battuta al telefono, le mie erano chiacchiere con amici. Dov’è il reato?». Nel 2011 il Tribune ledi Napoli lo condanna in primo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione, al Daspo di 5 anni e all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, per promozione della associazione a delinquere. In appello la pena è ridotta a 2 anni e 4 mesi. Già sotto processo a Roma col figlio Alessandro per l’agenzia Gea (vedi Alessandro Moggi),viene condannato a un anno e sei mesi di reclusione per violenza privata nei confronti dei calciatori Manuele Blasi (indotto ad abbandonare il procuratore Stefano Antonelli per passare alla Gea) e Nicola Amoruso, anch’egli per fatti relativi alla sua procura. In appello la condanna è ridotta ad un anno. Assolto invece dall’accusa di associazione a delinquere.
• Nel gennaio del 2013 rifiuta la proposta di candidarsi alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio: «Devo innanzitutto ringraziare il movimento dei Riformisti Italiani, nella persona di Stefania Craxi, i quali mi hanno concesso l’opportunità di candidarmi come capolista in tutte le regioni d’Italia, (…) devo tuttavia rinunciare a questa candidatura, pur rimanendo al fianco di Stefania, per potermi concentrare al meglio su quella che è e sarà, la mia priorità, il processo denominato Calciopoli che ha, prima coinvolto e, successivamente, distrutto decine di famiglie di arbitri e assistenti del tutto estranei a questa vicenda assurda che è servita solo per la candidatura politica di altri» [Fog 18/12/2013].
• Nipote di Celeste, famosa per l’abilità nel procurare licenze e rinvii per le reclute dei suoi tempi in partenza per l’Africa, figlio di Damiano che «lavorava il bosco» (funghi, legna, castagne ecc.) e di Onelia, calciatore fallito (stopper, un’esperienza ad Agrigento), nel 1962 entrò alle Ferrovie («assistente di stazione»). Sempre in giro a caccia di talenti, già osservatore della Juve (scoprì tra gli altri, Causio, Scirea, Paolo Rossi), poco più che quarantenne approfittò del prepensionamento.
• Già prima di “Moggiopoli” era incappato in qualche disavventura giudiziaria: «Prima la vicenda delle interpreti a luci rosse che accompagnavano gli arbitri europei inviati a dirigere le partite di coppa del Torino, poi quella dell’attaccante brasiliano Muller che prese una bustarella durante un appuntamento volante sull’autostrada Torino-Milano. Infine, ci furono i fondi neri del caso Lentini. Ma ne è uscito sempre senza gran danno» (Pierluigi Ficoneri).
• Alla Juve lo portò Giraudo. «L’avvocato Agnelli, ormai non più gestore diretto della Juve, assistette alla cosa con un po’ di fastidio (lo confessava al defenestrato Boniperti quando guardavano insieme la televisione), e mai una volta accettò di farsi fotografare accanto a Moggi. Dal quale, però, si è fatto servire per una buona serie di campagne-acquisti senza storcere troppo il naso. Una volta, a chi gli fece notare i trascorsi non proprio cristallini di Lucianone e le di lui amicizie, l’Avvocato rispose: “Lo stalliere del re deve conoscere anche i ladri di cavalli”» (Maurizio Crosetti).
• Si è difeso con l’autobiografia Un calcio nel cuore (Tea). Scrive su Libero e ha colaborato col sito internet papanews.it.
• Sposato con Giovanna. Devotissimo a Padre Pio, è stato in pellegrinaggio a Lourdes.