31 maggio 2012
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Biografia di Milva
• (Maria Ilva Biolcati) Goro (Ferrara) 17 luglio 1939. Cantante. Nel 2007 in gara al Festival di Sanremo con The show must go on (scritta da Giorgio Faletti: qualche polemica per un “vaffa” nel testo, che racconta l’esasperazione degli artisti falliti). Attrice. «Mi sento tedesca d’adozione». Da ultimo vista in teatro ne La variante di Lüneburg, tratto dal libro di Paolo Maurensig con musiche di Valter Sivilotti.
• Dopo un malore e un mese all’ospedale, nel 2010 annuncia il suo ritiro dalle scene. Continua a lavorare in sala d’incisione. Ultimo album: Non conosco nessun Patrizio, composto e prodotto da Franco Battiato.
• Famiglia di modeste condizioni sociali, madre sarta. «A 7 anni già a Goro insistevano con mia madre di farmi cantare, e lei minimizzava».
• A vent’anni vinse un paio di concorsi per voci nuove indetti dalla Rai. Nel 1961 al Festival di Sanremo con Il mare nel cassetto, poi Bella ciao (1963), gli album Canzoni del tabarin, Canzoni da cortile e Canti della libertà, nel 1965 il primo recital al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Strehler, Ma cos’è questa crisi?, cui fece seguito Milva canta Bertolt Brecht. Nel 1973 fu la volta de L’opera da tre soldi, seguirono incisioni d’autori di prestigio (Theodorakis, Jannacci, Battiato), qualche film (Wherever you are, Zanussi 1988), un ruolo da protagonista nell’opera di Luciano Berio La vera storia (nell’82 alla Scala) ecc.
• «Amata e acclamata. Ovunque. A Barcellona e Madrid (la critica ha scritto: “A sus pies señora, ai suoi piedi signora”), a Malaga, dove ha trionfato con Astor Piazzolla. Ogni volta accolta dai “bravaaa!” del pubblico (giovanissimo). La Francia l’ha nominata Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres. Incanta la Grecia con Theodorakis, Vangelis, Mikroutsikos. E poi la Germania, la sua seconda patria che l’ha adottata da tempo, tanto che il presidente Horst Köhler le ha tributato uno dei più alti riconoscimenti, la Croce al merito di prima classe» (Claudia Voltattorni).
• «È, assieme a Mina e alla Vanoni, una delle più grandi cantanti italiane. Per estensione vocale, per varietà di repertorio e per un intrinseco talento che mandava in visibilio il grande regista Giorgio Strehler, durante le prove dell’Opera da tre soldi di Brecht, ma anche in altre occasioni. Il talento consisteva nella capacità di ripetere qualsiasi musica e qualsiasi testo in qualsiasi lingua dopo un semplice ascolto o una dimostrazione del regista. Una ulteriore prova di questo talento era la sua capacità di incantare il pubblico tedesco con i Lieder cantati in lingua originale. Lei lavorava di memoria: in tedesco non era nemmeno in grado di ordinare la prima colazione» (Mario Luzzatto Fegiz).
• «Strehler amava la mia umiltà. A lui devo tutto quello che so, così come a Maurizio Corgnati, il padre di mia figlia Martina: mi hanno insegnato tanto e mi mancano molto».
• «Ero bambina quando sposai Maurizio, marito-padre. La passione la conobbi dopo. Mi buttai a capofitto. Sbagliai altre volte nell’illusione che l’amore di un uomo sia così importante».
• «Amo molto Ich habe keine angst di Vangelis e Alexanderplatz di Battiato, Margherita di Cocciante, e What a wonderful world di Armstrong» (a Claudia Provvedini).
• «Gli autori di oggi? Il più grande è Giovanni Sollima, stimo molto Marco Tutino e Fabio Vacchi. A volte ho desiderio di ascoltare anche Moby, è un bravo autore. E mi intriga Carmen Consoli per la ricerca che fa su se stessa».
• «Ho chiesto per anni canzoni a Paolo Conte, Lucio Dalla, Ivano Fossati, ma hanno sempre rifiutato e non capisco perché. Io sono un’interprete, non un’autrice, ho bisogno che qualcuno scriva canzoni per me».
• «Diva? Sono molto lontana da questa definizione. Dive erano Greta Garbo e Marlene Dietrich. Oggi c’è Angelina Jolie, ma è una star e la notorietà è cambiata, è divismo che vive di gossip. Riconosco però di essere così esigente da sembrarlo».
• Dal 2007 è commendatore. Nel novembre di quell’anno fu vittima di una rapina nella sua abitazione: i due banditi se ne andarono con 5 mila euro. Due giorni dopo per lo choc ebbe un collasso e fu ricoverata. Nel 2008 una “Maria Ilva Biolcati” apparve in una lista di persone che avevano soldi in Liechtenstein, 7,5 milioni su un conto della Lgt di Vaduz cointestato a una “Martina” - stesso nome di sua figlia - e di una “Luciana”, il nome della sorella. Lei ha sempre negato.
• «Ho votato sempre Pci. Adesso voto il Pdci, sto con Diliberto. M’intenerisce, mi commuove, mi fa trepidare» (nel marzo 2007 ad Antonello Caporale).