31 maggio 2012
Tags : Domenico Miceli
Biografia di Domenico Miceli
• Sambuca di Sicilia (Palermo) 15 ottobre 1964. Condannato in via definitiva il 20 dicembre 2012, ad anni 6 e mesi 6 di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Chirurgo endoscopista già in servizio al Policlinico di Palermo. Sposato, un figlio. Consigliere comunale di Palermo dal 1993 al 1997, candidato alle elezioni regionali del 2001 nelle file del Cdu (risulta primo dei non eletti), nel 2001 viene nominato dal sindaco di Palermo Cammarata assessore alla Sanità, case e cimiteri del Comune di Palermo.
• Nel 2001, pochi mesi prima delle elezioni regionali, prende a frequentare il salotto del capomandamento di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro (vedi scheda), e mal gliene incoglie, perché i colloqui erano intercettati da una microspia istallata dai ROS. Nel 2003 viene arrestato con l’accusa di avere messo a disposizione di Cosa Nostra, nella persona di Guttadauro, la propria attività politica. Cinque le accuse: 1) avere fatto da intermediario tra Guttadauro e Salvatore Cuffaro, candidato alla presidenza della Regione Sicilia per il Cdu, sostenendo presso Cuffaro la richiesta di Guttadauro di inserire nella lista dei candidati alle elezioni regionali del 2001 l’avv. Salvatore Priola; 2) avere accettato, anche su insistenza di Guttadauro, la candidatura offerta da Cuffaro in quelle elezioni regionali, ed essersi avvalso durante la campagna elettorale dell’associazione mafiosa in cambio della promessa di un concreto impegno in favore delle esigenze dell’organizzazione; 3) essersi attivato, su richiesta di Guttadauro, facendo pressioni su Cuffaro, per fare inserire il dottor Marcello Catarcia nella graduatoria relativa ad un concorso per assistente medico (estate 2001), e far nominare i dottori Picone e Picciurro primari presso gli Ospedali Civici di Palermo e di Partitico; 4) essersi adoperato presso i competenti uffici amministrativi al fine di ottenere l’approvazione di una variante al piano regolatore di Palermo nell’interesse di Guttadauro ed altri esponenti mafiosi, interessati alla vendita di numerosi appezzamenti di terreno di loro proprietà alla multinazionale “Carrefour Centri Commerciali spa” che ha in progetto un grosso centro commerciale in zona Brancaccio; 5) avere informato il Guttadauro dell’esistenza della microspia installata nel salotto di costui dagli inquirenti (vedi, oltre a Giuseppe Guttadauro, Salvatore Aragona). (a cura di Paola Bellone).