31 maggio 2012
Tags : Lidia Menapace
Biografia di Lidia Menapace
• (Lidia Brisca) Novara 3 aprile 1924. Politico. Nel 2006 eletta al Senato con Rifondazione comunista: stava per diventare presidente della commissione Difesa, il centrosinistra aveva esattamente gli stessi voti del centrodestra ed avrebbe prevalso per anzianità, ma alla vigilia fece alcune avventate dichiarazioni contro le Frecce tricolori («inutili, rumorose e inquinanti») e finì battuta dall’allora dipietrista Sergio De Gregorio (che sommò il suo voto a quelli dell’opposizione). Nel 2009 candidata alle Europee con Prc-Pdci, la lista non superò la soglia di sbarramento. Alle Europee 2014 ha sostenuto la Lista Tsipras.
• «Cresciuta nella Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci). Poi nella Democrazia Cristiana, prima donna eletta nel Consiglio Provinciale di Bolzano nel 1964, dove si era trasferita dopo il matrimonio con il medico trentino Nene Menapace (morto nel 2004), accanto a lei con discrezione per tutta la vita. In quella stessa legislatura è anche la prima donna ad entrare nella Giunta provinciale come assessora alla Sanità, ma si giocherà una brillante carriera all’Università Cattolica dichiarandosi marxista» (Monica Lanfranco).
• Nei primi anni ’80 fu consigliera comunale a Roma (Pdup), quando sindaco era Ugo Vetere: «L’esperienza politica più affascinante. Il Campidoglio ha una portata culturale e istituzionale ineguagliabile. Mi confrontai con personaggi di altissimo calibro» [Alto Adige, 6/4/2014].
• «Instancabile viaggiatrice, sempre disponibile per assemblee e incontri pubblici. A un certo punto, una sorta di leggenda metropolitana che circolava nel “manifesto-Pdup” voleva che Lidia scendesse da un treno per prenderne un altro a dimostrazione della sua generosità e curiosità» (Aldo Garzia).
• Ex partigiana, pacifista della prima ora. «Allora la scelta era netta: dalla parte del nazifascismo oppure la Resistenza. Ho sempre rimosso dal cervello i nomi (dei partigiani) per paura di poterli fare sotto tortura. Ma non dimentico una faccia» (ad Ernesto Milanesi) [Man 25/4/2014].
• Dal 2011 è membro del Comitato nazionale dell’Anpi (associazione nazionale partigiani).
• Tra i fondatori del Manifesto e del settimanale Avvenimenti. Nel gennaio 2007 partecipò a un sit-in davanti a Montecitorio per protestare contro la costruzione della nuova base militare Usa a Vicenza (e ricevette poi messaggi di insulti per la presunta incoerenza tra l’adesione alla protesta e il sì alla fiducia al governo Prodi). «Ho fatto parte della Resistenza come staffetta del Comitato di liberazione di Novara, ma con l’impegno di non portare armi. Non avrei mai saputo sparare ad alcuno».
• Storico punto di riferimento delle battaglie femministe, vide nella norma della Regione Lombardia per la sepoltura dei feti un attacco all’aborto: «Se viene dato il permesso del funerale ciò vuol dire ammettere implicitamente che si tratta di una persona».
• Molte le pubblicazioni, da ultimo Io partigiana. La mia Resistenza (Manni, 2014).