31 maggio 2012
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Biografia di Giorgia Meloni
• Roma 15 gennaio 1977. Politico. Eletta alla Camera nel 2006 (An, fu vicepresidente), nel 2008 (Pdl) e nel 2014 (Fratelli d’Italia). È il ministro più giovane della nostra storia: al ministero della Gioventù, nel Berlusconi IV (2008-2011). Presidente di Fratelli d’Italia, partito da lei fondato nel 2012 insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto. Il 15 marzo 2016 ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Roma. «È determinata come un nano di Tolkien».
• Nata alla Camilluccia, secondogenita di Francesco, commercialista di origini sarde, e di Anna Paratore, a tre anni si trasferisce con la sorella e la madre alla Garbatella («io e mia sorella abbiamo dato fuoco alla casa e ci siamo dovute trasferire»). Il padre se n’era già andato via, alle Canarie su una barca chiamata “cavallo pazzo”. Col padre «un rapporto difficile e ormai impossibile (“Credo che lui sappia che è un capitolo chiuso, non lo vedo da quando ho 12 anni”) che secondo molti ha segnato il suo percorso ideologico e politico. Lei ne parla senza complessi a patto che “non mi si dipinga come la piccola fiammiferaia che è diventata di destra dopo l’abbandono da parte del padre comunista: Ho avuto comunque un’infanzia bellissima e non mi è mancato niente”» (Maria Corbi).
• Diploma al liceo linguistico, una passione per la Miniminor. Quindicenne, mosse i primi passi fondando il movimento studentesco degli Antenati: «Ha consolidato la sua carriera vincendo a sorpresa un congresso giovanile che la dava sfavorita. Proprio in quell’occasione lei (componente La Russa-Gasparri, ma origine popolarissima e di “destra sociale” nella storica sezione di Colle Oppio) prevalse con un ballottaggio al fulmicotone sul suo avversario, il milanese Carlo Fidanza» (Luca Telese).
• «Giorgia comincia a masticare pane e politica a soli 15 anni. Quando, dopo la morte dei giudici Falcone e Borsellino, va a bussare alla porta blindata della sezione di quartiere dell’Msi per iscriversi al Fronte della Gioventù. Vestita con una tutina rosa, viene accolta da Andrea “Peo” De Priamo, ancora oggi il suo migliore amico e confidente» (Emanuele Fittipaldi) [Esp 30/10/2015].
• «Qualcuno la ricorda tra i camerati che, nell’aprile del 1993 in piena Tangentopoli, circondarono Montecitorio al grido di “Boia chi molla”, altri raccontano che fu lei, allieva dell’Istituto alberghiero “Amerigo Vespucci”, a lanciare a 16 anni il coordinamento studentesco “Gli antenati”, strumento di battaglia contro la riforma della scuola e i libri di testo obbligatori che non parlavano di foibe e gulag» (Emanuele Fittipaldi). A prenderla sotto la sua ala, Fabio Rampelli e Francesco Storace.
• «Nel 1998 l’ho scelta perché era irriverente e insieme dolce, e si prestava perfettamente a sdoganare l’immagine del militante di destra duro e puro, quello con la mascella volitiva e la testa rasata. Con lei alle provinciali passammo dalle ultime posizioni alle prime: un miracolo!» (Fabio Rampelli, l’onorevole che gli ex fascisti della sezione Colle Oppio chiamano ancora “Il Capo”).
• Eletta consigliere della provincia di Roma per Alleanza nazionale a 21 anni, primo presidente donna di Azione giovani, il ramo giovanile di An, nel 2004, due anni più tardi in Parlamento.
• «Ho un rapporto sereno con il fascismo, lo considero un passaggio della nostra storia nazionale».
• Subito al centro delle polemiche per aver cambiato il nome del suo ministero da Politiche giovanili («ricordava politiche assistenzialiste, come se i giovani fossero statali... mentre io voglio imprimere maggiore protagonismo») a ministero della Gioventù. Poi per aver nominato il vicepresidente di Azione Giovani (di cui lei era presidente), Paolo Di Caro, alla guida dell’Agenzia nazionale per i giovani. Nell’agosto 2008 ha invitato gli atleti italiani a disertare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi a Pechino, o a manifestare il proprio dissenso per le repressioni del governo cinese nei confronti del popolo tibetano. Il governo si è dissociato dalla sua posizione. Il pugile Clemente Russo (poi medaglia d’argento) ha così reagito: «Certi politici, anche se sono vicini alle mie idee, sono incompetenti: non capiscono certe cose al di fuori del loro mondo. Alla ministra Meloni chiedo, ma lei diserterebbe l’occasione della vita?».
• Dal 2009 al 2012 ha diretto Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl, abbandonato poi per fondare Fratelli d’Italia.
• Non avendo Fratelli d’Italia raggiunto il quorum del 4%, alle Europee 2014 non è stata eletta nonostante avesse ottenuto 348 mila preferenze.
• Nel 2011 ha pubblicato Noi crediamo. Viaggio nella meglio gioventù d’Italia (Sperling e Kupfer).
• «Anti-euro, anti-immigrati, anti-aborto, contraria ai matrimoni e alle adozioni gay, incarna il cameratesco “Dio, patria, famiglia” in una versione bionda e più moderna. Una che non ci fa, ma ci è. Fino al midollo. Ospite fissa dei talk show (“urla e litiga, ci garantisce uno-due punti di share in più come riescono a fare solo Maurizio Landini e Salvini”, spiega un autore di Giovanni Floris)» (Emiliano Fittippaldi).
• «Puoi fare politica snobbando i talk show… solo se hai tanti soldi da spendere» (a Vittorio Zincone) [Sette 15/4/2016].
• «Una che persino un castigatore come Travaglio definisce “precisa e preparata”» (Francesca Schianchi).
• Sempre molto sobria nel vestire: «Sto a mio agio così. Anche perché quando provo a vestirmi come le altre faccio figuracce. Per il giuramento dei ministri avevo speso un sacco di soldi per un tailleur firmato e hanno scritto che facevo simpatia perché ero vestita da bancarella».
• Il 15 marzo 2016 ha annunciato tra mille polemiche la sua candidatura a sindaco di Roma nonostante la gravidanza: «Ma come si può pensare di dire a una donna incinta che cosa può o non può fare?» (a Zincone). Filippo Ceccarelli: «Un pasticcio elettorale e al tempo stesso musicale e in qualche modo perfino culturale a piazza della Rotonda, sotto il Pantheon: telecamere, improvvisazione, imprecazioni, gomitate, sentenze latine, finti sorrisi, tricolori, cacca di cavallo, lapsus, orgoglio romano e inevitabili canzonette dato che a un certo punto Giorgia Meloni, che ieri mattina ha dato inizio alla sua corsa verso il Campidoglio, per la gioia del giornalismo cosiddetto di colore si è anche esibita in Viva la mamma, brano di Edoardo Bennato, modalità karaoke, esecuzione così così».
• «Io non mi volevo candidare. Preferivo godermi la maternità. Ma poi mi sono accorta che Guido Bertolaso non prende voti e quindi… Lui ha cominciato a sparare gaffe a go go. Salvini ha iniziato ad attaccarlo e improvvisamente, sia i cittadini che incontro per strada sia quegli amici che per farmi felice voterebbero anche Belzebù, hanno cominciato a dirmi che non avrebbero mai messo la X sul nome Bertolaso. Sono corsa ai ripari». Prima di autocandidarsi per il centrodestra aveva proposto la conduttrice Rita Dalla Chiesa.
• Cose che dice di voler fare per Roma: «Intendo portare la raccolta differenziata della spazzatura al 75%. A quel punto, però, se ti becco che butti un pezzo di carta per terra… ti rovino»; «rendere il quartiere periferico di Tor Sapienza bello come Trastevere»; «introdurre gli asili familiari. Sul modello di quelli condominiali francesi e delle Tagesmutter altoatesine»; «decongestionare il centro dai ministeri»; «liberare la direttrice di via XX Settembre da tutti i palazzi del Potere per creare un museo lungo due chilometri fino a piazza Venezia»; «espropriare gli incassi del ministero dei beni culturali»; «hai presente il libro di Piero Angela Una giornata a Roma? Nella zona del Colosseo, dei Fori Imperiali e del Palatino un giorno vorrei far rivivere la Roma di duemila anni fa attraverso le rievocazioni storiche. Uno spettacolo strepitoso: la ricostruzione del mercato, del Senato…». • Si dice favorevole alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2024: «Ma non credo che servano opere avveniristiche. A Roma c’è lo stadio Flaminio progettato da Pier Luigi Nervi che cade a pezzi, va recuperato. C’è il Foro Italico che è meraviglioso…».
• Già Fidanzata con Marco Perissa, consigliere municipale del Pdl a Roma, dal 2015 sta con Andrea Giambruno, autore televisivo per Mediaset. I due si sono conosciuti dietro le quinte di Mattino Cinque: «Ci siamo visti, ci siamo piaciuti, non ci siamo più allontanati. Non l’avrei mai detto eppure le cose belle succedono e basta. Senza un perché. Io non credo a quelle storie con un sacco di premesse tipo “Ci dobbiamo frequentare, conoscere, esplorare”. Ma quando? Se uno ti piace lo senti di pancia, di stomaco, di tutto. Io sogno e vivo di emozioni».
• Il 30 gennaio 2016, al Family Day annunciò di aspettare un bambino («Se è una bambina vorrei chiamarla Angelica, lui preferisce Camilla») e neanche due mesi dopo la candidatura a sindaco: «Andrea mi sostiene, pur non essendo un uomo di destra. La prima sera che siamo usciti insieme mi ha detto che noi politici non serviamo a niente. Ho pensato “o mi alzo e me ne vado o è l’uomo della mia vita”».
• Da ragazzina fece da baby sitter alla figlia di Fiorello.
• Colleziona angeli: «Ne ho 300. Di tutti i tipi. Di legno, di vetro, di cristallo, di marmo, di stoffa, di gesso».
• Ma guidato un motorino, gira in Mini: «Sono una macchinara».
• Dice di non saper cucinare, di preferire la gricia senza cipolla e le cipolle nella coratella, conosce a memoria i sette Re di Roma, il suo film preferito è Un americano a Roma, la canzone Roma capoccia di Venditti, il libro Il Signore degli Anelli di J.R.R.Tolkien.
• È romanista ma viene da una famiglia di laziali.
• «Sono lunatica. Mi arrabbio molto facilmente, grido. Dico molte parolacce ma mi so controllare».