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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Sandro Mazzola

• (Alessandro) Torino 8 novembre 1942. Ex calciatore. «La bandiera interista più grande di ogni tempo» (Matteo Marani).
• Con la Nazionale fu campione d’Europa nel 1968, vicecampione del Mondo nel 1970 (in tutto 70 presenze e 22 gol). Con l’Inter vinse quattro scudetti (1963, 1965, 1966, 1971), due coppe dei Campioni (1964, 1965), due coppe Intercontinentali (1964, 1965). Secondo nella classifica del Pallone d’oro 1971 (dietro l’olandese Johan Cruyff), 8° nel 1965 e nel 1970, 10° nel 1967 ecc. Nel 2005 l’Uefa premiò un suo gol segnato l’8 dicembre 1966 contro il Vasas Budapest come il più bello in cinquant’anni di coppa Campioni/Champions League.
• «A un certo punto, l’etichetta di figlio del leggendario Valentino (1919-1949) divenne quasi ingombrante. Sandrino Mazzola era nato a Torino, dove il padre era il leader della squadra granata destinata alla storia. Presto i genitori si separarono, lui rimase col padre, facendo da mascotte nelle partite casalinghe. Quando l’aereo della squadra si schiantò a Superga aveva appena sei anni. Si ricongiunse alla madre, a Cassano d’Adda, e al più giovane fratello Ferruccio e cominciò presto a sentire il richiamo del sangue per la sfera di cuoio. I primi calci nella Milanesina, la squadretta dell’oratorio, e l’interessamento di Benito Lorenzi, compagno di Nazionale del padre, che fece ingaggiare Sandrino e Ferruccio come mascotte dell’Inter tricolore di Foni, furono l’anticamera del provino per i colori nerazzurri. A 14 anni Sandrino entrò a far parte della grande famiglia, ma a diciannove si sentì snobbato dai tecnici e andò a Torino col patrigno, Piero Taggini, a chiedere invano un provino granata all’ex presidente Ferruccio Novo. Due mesi dopo, per protesta, Moratti mandava in campo la squadra ragazzi per la discussa ripetizione della partita con la Juventus, il 10 giugno 1961, concedendogli l’esordio, condito dall’unico gol (su rigore) dell’1-9 finale. Helenio Herrera mise gli occhi su di lui e lo convinse a cambiare ruolo: non più centrocampista di regia, ma interno di punta, a sfruttare le rasoiate del suo dribbling. Un’altra presenza nella stagione successiva, poi il lancio in prima squadra. Scontento della lentezza di Maschio, il Mago lancia il ragazzino dal cognome esagerato e nasce una stella» (Carlo F. Chiesa).
• «In Nazionale emerge la grande rivalità con Gianni Rivera, alimentata anche dalla miopia di alcuni commissari tecnici, Valcareggi in testa, i quali ritengono impossibile la convivenza dei due fuoriclasse. Famosa la staffetta ai Mondiali di Messico 1970» (Germano Bovolenta).
• «Cosa pensa che la gente ricordi, di lei? “La correttezza e i gol”. Quali gol? “Quello di Budapest, entrando in porta con la palla. A Vienna, con il Real. A Basilea, con la Nazionale, dopo sette palleggi consecutivi”. Alla fine, non teme di passare alla storia solo per la staffetta? “Abbiamo giocato insieme 50 partite, e si ricorda solo di quelle tre in cui ci siamo dati il cambio: il solito vizio italiano. Fra l’altro, quella staffetta è nata da un mal di pancia”. Ovvero? “Mi colpì la vendetta di Montezuma alla vigilia della partita con il Messico, passai la notte in bagno. Il giorno dopo, Valcareggi capì che potevo giocare solo un tempo e programmò la staffetta. Curioso: si è parlato tanto di una cosa nata per una questione di cacca”» (da un’intervista di Emanuele Gamba).
• A lungo dirigente dell’Inter (e per un breve periodo anche del Torino). Sulla rottura con l’Inter: «Mi aveva chiamato Tosatti alla Ds per parlare di mio padre. Invece l’argomento del giorno era Capello, che aveva raggiunto l’accordo con l’Inter ma poi Moratti ci aveva ripensato. Filippica di Tosatti contro Moratti. A quel punto potevo fare due cose: o andarmene, come aveva fatto Bettega ai tempi di Brera, o far finta di nulla, non buttare altra legna sul fuoco. Il giorno dopo il presidente mi accusò di non averlo difeso e fu l’inizio della fine con l’Inter» (a Gianni Mura) [Rep 5/11/2012].
• Da anni commentatore per la Rai. Sua la telecronaca della finale del Mondiale 2006, in coppia con Marco Civoli.
• Il fratello Ferruccio (Torino 1 febbraio 1945) giocò, seppure con meno fortuna, con Lazio e Fiorentina.
• Insieme a Gianni Rivera, è stato a lungo volontario alla Sacra Famiglia, la stessa struttura a cui è stato affidato Silvio Berlusconi per svolgere i servizi sociali. «Alla fine d’ogni giornata tornavo a casa distrutto. Ci volevano giorni prima che ritrovassi la forza» [Andrea Galli, Cds 16/4/2014].
• Sposato dal ’64 con Graziella (conquistata ballando Il cielo in una stanza), quattro figli e sette nipoti.