31 maggio 2012
Tags : Glauco Mauri
Biografia di Glauco Mauri
• Pesaro (Pesaro e Urbino) 1 ottobre 1930. Attore. Regista. Da ultimo visto a teatro in Il Vangelo secondo Pilato, L’inganno (in entrambi i casi anche regista) e nell’adattamento teatrale del film di Giuseppe Tornatore Una pura formalità. Prima fama come Smerdiakov ne I fratelli Karamazov (1954), ha lavorato in teatro con Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Mario Scaccia. In tv è stato Christian ne I Buddenbrook (1971), Verchovenskij ne I demoni (1972) ecc. Al cinema è il padre di Moretti in Ecce bombo (1978).
• Primo ruolo da protagonista a quindici anni con una compagnia amatoriale di Pesaro, il debutto ufficiale nel 1952, diretto da Orazio Costa. Fra gli autori più amati Shakespeare e Dostoevskij, Mamet e Schmitt, Ionesco e Beckett, questi ultimi rappresentati per la prima volta in Italia dalla Compagnia dei Quattro, da lui fondata con Franco Enriquez, Valeria Moriconi, Mario Scaccia (poi sostituito da Emanuele Luzzati) [Cds 3/10/2010].
• «Il debutto in palcoscenico fu segnato da una clamorosa papera: invece di “razzi” disse “caz...”. Si diverte ancora a ricordare l’incidente. (…) Il suo percorso artistico subisce una sterzata quando giunge a Roma, dove riesce a entrare all’Accademia Silvio D’Amico: “Non avevo una lira, dormivo su un divano, nel retrobottega di una sartoria, e quando la mattina presto arrivavano le sartine per iniziare la giornata di lavoro, dovevo alzarmi in fretta e lasciare lo spazio libero: a volte era dura alzarsi all’alba, quando avevo fatto tardi la sera. Perché, per guadagnare qualcosa, lavoravo come suggeritore al Teatro delle Arti”. Tra i compagni d’Accademia, anche Andrea Camilleri. “Eravamo giovanissimi e la fame era tanta: un giorno, Camilleri ed io, decidemmo lo stesso di andare in un bel ristorante del centro. Ci sistemammo prudentemente vicino all’uscita, quindi mangiammo e bevemmo senza farci mancare nulla e alla fine del pranzo, alla chetichella, ci squagliammo senza pagare il conto. Per anni sono passato alla larga da quel ristorante, per la paura di essere riconosciuto”» (Emilia Costantini) [Cds 28/9/2011].
• Celebre la sua interpretazione, nel 1967, de L’ultimo nastro di Knapp di Beckett, riportata in scena nel novembre 2006.
• Dal 1981 lavora in coppia con Roberto Sturno. «A Roma, dove mi trattenevo di più, col passare del tempo poggiavo stabilmente armi e bagagli in un hotel tra largo Chigi e piazza San Silvestro, poi mi stabilii in un albergo dalle parti del teatro Quirino, e in ultimo scelsi come domicilio fisso l’Hotel Imperiale in Via Veneto. Solo nel 2000 mi sono trasferito in un’abitazione mia, in un ex convento del quartiere Monti dove al piano alto c’è la famiglia di Roberto Sturno» (a Rodolfo Di Giammarco) [Rep 1/8/2010].