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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Eliseo Mattiacci

• Cagli (Pesaro e Urbino) 13 novembre 1940. Scultore.
• «Stava incominciando la “Scuola di Piazza del Popolo” alla Tartaruga di Plinio de Martiis, con artisti (Pascali, Fioroni, Schifano, Angeli, Ceroli, Perilli, Novelli, Rotella, Mattiacci, Tacchi...) spesso più carini e belli delle loro opere pop» (Alberto Arbasino).
• Iniziò nel 1965 ammatassando filo spinato in Parafulmini e Attirafulmini neutri con uncini di ottone che spuntavano da grandi gomitoli. Ha continuato con trucioli di metallo che si incollavano alla parete attratti da una calamita. Con gigantesche lastre di acciaio, rame, cristallo, ferro. Con Piattaforme sulle quali faceva atterrare falci di luna e ali di uccello. Sempre in grandi dimensioni, spesso collocate all’aperto, in boschi e piazze o ai Mercati di Traiano a Roma. Opere di materiali poveri, di recupero, con le quali ha attraversato l’esperienza dell’Arte Povera. Nel ’67 fece scalpore la performance tenuta alla galleria “La Tartaruga” a Roma: un tubo di ferro nichelato e colorato giallo flessibile e lungo 150 metri venne trasportato per le strade del centro fino alla galleria da un corteo di persone.
• «Lo scultore del cielo: nessuno come lui, in Europa, ha inteso svellere la scultura dalla sua fatale terrestrità, e slanciarla a dialogare con orizzonti non più misurabili. Da quando ha scosso la montagna con il suo gong, da quando ha disseminato un ghiacciaio di segni dispersi d’alluminio, da quando ha disposto lungo una riva, così che guardassero il vuoto profondo del mare, le forme antiche, minacciose e giocose insieme, dei suoi Capta spazio, ogni volta Mattiacci ha dato figura, indimenticabile, ad una tensione fra terra e cielo: ha accolto, stringendola nelle mani forti, l’energia che avvertiva ovunque attorno a sé; l’ha traguardata in immagine; l’ha resa forma» (Fabrizio D’Amico).