31 maggio 2012
Tags : Paola Mastrocola
Biografia di Paola Mastrocola
• Torino 1956. Scrittrice. Insegnante. Tra i suoi libri: La gallina volante (1999), Palline di pane (2001), Una barca nel bosco (2004, premio Campiello), Più lontana dalla luna (2007), tutti editi da Guanda. Nel 2013, Non so niente di te (Einaudi).
• « La gallina volante, il primo romanzo spedito a otto editori (due soli dei quali si scomodarono per dire che grazie, non interessava; gli altri non dettero segnali) vinse, nel 1999, il premio Calvino, sponsorizzato dalla rivista L’Indice e destinato appunto agli inediti. A quel punto Marta Morazzoni, autrice Longanesi, lo segnalò a Brioschi. “Mi piacque subito, e concludemmo in fretta”, ricorda il presidente della Guanda. La tiratura di partenza fu, cita a memoria, 6.000 copie, che è la media di un romanziere italiano. Il curioso è che l’autrice ne ricorda ancor meno. “Secondo me erano 4.000. E mi sembravano un’enormità. Andavo di nascosto nelle librerie, le vedevo esposte e pensavo: sono matti”» (Mario Baudino).
• «Papà era ragioniere alla Fiat, mamma faceva la sarta, e Paola Mastrocola, ragazzina, risparmiava ogni soldino per comprare libri. (…) È una donna timida, ma per nulla pessimista, graziosa, elegante, “addirittura frivola”. “Mi piace andar per negozi e sedermi nei bar di Torino”» (Vera Schiavazzi).
• «Allegramente strampalata, narra storie sognanti che piacciono ai lettori, con un linguaggio minimale sempre a rischio di cadute, appena si sposta dalla sua semplificazione estrema» (Giorgio De Rienzo).
• «È una scrittrice che ha avuto molto ma merita ancora di più perché è bravissima, va sempre alla sostanza e si esprime con una tecnica insieme drastica e delicata. Si esita prima di esporre un pensiero contrario, e in ogni caso lo si deve fare con la stessa delicatezza che usa lei» (Ferdinando Camon).
• «Mi piace scrivere grosso, se usassi una penna che scrive sottile, mi passerebbe anche la voglia, perché scrivere è anche un fatto fisico» (a Remigia Spagnolo).
• Docente di Lettere in un liceo scientifico torinese, scrive di scuola sulla Stampa, denuncia instancabilmente l’ignoranza in cui sono tenuti gli alunni e la condizione umiliante degli insegnanti «dei poveretti che devono rispondere dei voti dati, per un 5 dobbiamo dimostrare di aver fatto tutte le ore di recupero».
• Ha fatto molto discutere il suo Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare (Guanda, 2011). «Invita a una riforma della scuola che sia più alta e selettiva da una parte, e meno ossessionante per chi non voglia studiare dall’altra. Ha ragione quando ci ricorda che oltre alla necessità del sapere (e sapere bene) per molti sarebbe più utile imparare il saper fare. Di cui oggi si sente grande bisogno» (Nicola Porro).
• «Per me il computer andrebbe vietato fino ai 15 anni, forse così usciremmo dalla palude cognitiva in cui ci troviamo».
• È sposata col sociologo Luca Ricolfi, vivono in un ex fienile sulla collina torinese. Un figlio, «che si è sempre rifiutato di leggere quel che scrivo. E io lo trovo giustissimo, sono contenta che prenda le distanze da sua madre. Il mio primissimo lettore è mio marito. Qualsiasi cosa io scriva, devo fargliela leggere: è una vera dipendenza». Ha anche un cane (Perry Bau), cui ha dedicato La scuola raccontata al mio cane (Guanda, 2004).