31 maggio 2012
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Biografia di Pietro Maso
• San Bonifacio di Verona (Verona) 17 luglio 1971. Il 17 aprile del 1991 insieme a tre amici (Paolo Cavazza, Giorgio Carbognin, e il minorenne Damiano B.) uccise a sprangate i genitori, il contadino Antonio Maso, di 56 anni, e la casalinga Maria Rosa Tessari, di 48. Armi del delitto: due bastoni, un bloccasterzo, una padella. Movente: un’eredità da un miliardo e mezzo di lire, tra la villetta a due piani di Montecchia di Crosara e undici vigneti. Condannato a trent’anni di carcere. La sentenza divenne definitiva nel 1994. Gli fu riconosciuta la seminfermità mentale al momento del delitto.
• «Ormai al di là dei reali termini del suo stesso caso, viene evocato quale “precedente” e persino quasi “archetipo” ogni volta che in qualche angolo d’Italia un figlio assassina il padre, o la madre, o entrambi i genitori» (Luigi Ferrarella).
• In un’intervista a Repubblica del 2007 ha dichiarato di essersi pentito. In carcere ha ripreso a studiare, ha partecipato a diversi laboratori teatrali ed è stato il coordinatore della palestra interna.
Ha avuto il primo permesso premio di due giorni nell’aprile 2007, trascorso in una comunità di recupero per ex detenuti. L’uscita dal carcere è stata ripresa dalle telecamere di Tempi Moderni (Retequattro). Dopo aver ottenuto la semilibertà nel 2008, il 20 aprile 2011 tornò in carcere per aver commesso un’infrazione durante un sorpasso in auto.
• Ha scontato la sua pena ed è uscito di prigione il 15 aprile 2013, dopo 22 anni carcere. Roberta Cossia, giudice di sorveglianza di Milano: «Pietro ha scontato tutto, era giusto che uscisse. Ora ha una chance per ripartire. Mi piacerebbe che non finisse a fare il giullare dei salotti televisivi» (ad Andrea Pasqualetto) [Cds 16/4/2013].
• Nel novembre 2013 è andato in scena lo spettacolo teatrale Col sole in fronte di Maurizio Camilli, ispirato in parte alla sua storia [Cds 1/11/2013].
• Ha scritto un libro autobiografico con Raffaella Regoli, Il male ero io (Mondadori, 2013).
• «Durante un permesso, è stato ritratto in amichevole conversazione con Fabrizio Corona, e Novella 2000 gli ha dedicato pagine su pagine. Anche Lapo Elkann si è interessato a lui, forse per via della “seconda possibilità”. Il problema di Pietro Maso è che l’abisso in cui si è ficcato, deliberatamente, è di quelli che passano alla storia, non solo criminale (…) Ai primi processi, l’assassino si presenterà in blazer blu, camicia bianca aperta e un foulard scuro a pois bianchi portato con strafottenza. Come a sfidare la giuria e la coscienza, come se quel bagno di sangue non lo riguardasse. Non per estraneità al fatto, visto che confesserà dopo neanche due giorni. Piuttosto, come ulteriore oltraggio, con quegli occhi freddi e beffardi che gli valgono subito centinaia di lettere di fan e ammiratrici. L’assassino che diventa eroe, il simbolo della rivolta contro il potere dei genitori padroni. “Ipertrofia narcisistica”, decreterà la perizia psichiatrica di Vittorino Andreoli. “Padre e madre percepiti solo come un salvadanaio da cui prelevare quando serviva, e da rompere se il bisogno lo richiedeva”» (Carlo Verdelli) [Rep 27/3/2013].
• Nel 2010 ha sposato la tatuatrice Stefania Occhipinti, con cui oggi vive a Milano. I due si conobbero nel giugno 2008 in un bar e celebrarono le nozze in segreto, in una piccola chiesa in provincia di Verona.