31 maggio 2012
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Biografia di Mario Martone
• Napoli 20 novembre 1959. Regista. Dal 2008 direttore artistico del Teatro Stabile di Torino. «Sono un regista napoletano: il teatro per me è lavoro assembleare, legato al territorio, al dialetto».
• «Martone incarna un modo poco italiano di essere artista: sapiente ma senza tic intellettuali, operoso ma senza esibizionismi, abituato a guardare avanti ma senza perdere la concretezza. “Sono un’anima sognante ma coi piedi per terra, e in questo rivedo i miei genitori. Mamma era una donna che amava la cultura e mi ha trasmesso l’amore per il cinema e i libri. Mio padre era un artigiano, un uomo abituato a fare più che a pensare. Questa commistione per me è stata importante: mi sento una persona che ha a che fare col pensiero, ma che si sa rimboccare le maniche e lavorare”» (Anna Bandettini) [Rep 31/7/2011].
• «Considerato con Enzo Moscato e Toni Servillo un simbolo del cosiddetto rinascimento napoletano maturato negli anni Novanta» (Roberto Barbolini), «aveva diciassette anni quando ha cominciato a fare teatro, a Napoli, con un paio di amici del liceo Umberto. “Falso movimento”, il suo gruppo che portava lo stesso nome di un film piccolo e bellissimo di Wim Wenders, s’imporrà rapidamente in un clima generale di grande libertà espressiva» (Luciana Sica).
• Divenne famoso con spettacoli che univano gli elementi del teatro, del cinema, della musica e delle arti visive come Tango glaciale (1982), Il desiderio preso per la coda da Picasso (1985), Ritorno ad Alphaville da Godard (1986). Diede poi vita a Teatri Uniti con cui realizzò anche film da indipendente. Col primo lungometraggio, Morte di un matematico napoletano, vinse il gran premio della Giuria a Venezia nel 1992 (David di Donatello e Nastro d’argento come miglior esordiente); poi L’amore molesto (1995, David per la regia), Teatro di guerra (1998) e L’odore del sangue (2003), tutti presentati a Cannes. Con il film sul Risorgimento, Noi credevamo, con Luigi Lo Cascio, ha vinto sette David, premi e riconoscimenti di pubblico e critica. L’ultimo film, Il giovane favoloso (2014), è dedicato a Giacomo Leopardi.
• Tra i lavori teatrali, lo spettacolo-manifesto di Teatri Uniti, Rasoi, testi di Enzo Moscato. Tra le sue regie Filottete di Sofocle (1987), Riccardo II di Shakespeare (1993), Terremoto con madre e figlia di Fabrizia Ramondino (1994), I sette contro Tebe di Eschilo (1996), Edipo Re (2000) e Edipo a Colono (2004) di Sofocle, I dieci comandamenti di Viviani (2000), L’opera segreta di Moscato (2005) e, per la lirica, la trilogia Mozart-Da Ponte al San Carlo di Napoli. Il Falstaff portato in scena nel 2007 e interpretato da giovani detenuti arriva a Parigi, Madrid, Londra e Tokyo. È stato premiato con l’Abbiati per l’opera lirica, l’Ubu per aver dato vita al Teatro India a Roma. Nel 2011 Cavalleria rusticana – Pagliacci.
• «Il teatro rischia di diventare noioso, inutile, e direi anche volgare, quando manca l’elemento della partecipazione: parlo del rapporto tra quello che succede in scena e gli spettatori. Al centro, dovrebbe esserci sempre l’idea che in un luogo si raccolgono delle persone, alcune reciteranno, altre vedranno e ascolteranno, ma che comunque tutte queste persone sono insieme: questo è il teatro nella tragedia greca, questo è Shakespeare, questo è il teatro elisabettiano, questo è anche il nostro melodramma».
• «Il teatro è diverso perché è quotidiano, ogni giorno si cambia e si può intervenire, invece nel cinema le scene che hai immaginato per mesi nella tua testa, avranno un giorno e un giorno soltanto per poter essere realizzate e poi non si potrà più tornare indietro. Nel cinema c’è qualcosa di fatale» (ad Alain Elkann).
• Avrebbe voluto un gesto teatrale per risolvere il dramma della spazzatura a Napoli «i responsabili della vita politica e amministrativa, a partire dal primo cittadino, che scendono pacatamente in strada. Aprono i sacchetti della spazzatura. Cominciano a dividere il materiale deteriorabile da quello riciclabile: la carta o il vetro (...) l’assunzione di una responsabilità individuale che poi diventa collettiva, l’inizio della ricostruzione di un sistema di valori».
• Sposato dal 2010 con Ippolita Di Majo, drammaturga. Una figlia, Luisa (2003), avuta da una precedente relazione.