31 maggio 2012
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Biografia di Claudio Martelli
• Gessate (Milano) 24 settembre 1943. Politico. Eletto alla Camera nel 1979, 1983, 1987, 1992 (Psi), fu ministro della Giustizia nell’Andreotti VI e VII e nell’Amato I (1989-1993), carica da cui si dimise perché accusato da Silvano Larini (vedi) di essere il titolare del “conto protezione” svizzero in cui erano confluiti i soldi del Banco Ambrosiano. Lasciata la politica, nel 2005 si è reinventato conduttore tv (L’incudine, Flashback ecc.). Nel 2011 ha tentato il ritorno in politica candidandosi per il consiglio comunale di Siena nella lista civica “Per Corradi sindaco”, non eletto (prese solo 83 preferenze). «Non capita spesso di essere ministri della Giustizia e imputati».
• Il padre era «un uomo mite e sfortunato che si rovinò vendendo interi palazzi di via Donizetti a Milano poco prima dell’inflazione postbellica. Ne fu umiliato per il resto della vita. D’altra parte veniva da una famiglia ricca e un po’ bizzarra. Ci fu uno zio ingegnere che distrusse un palazzo appena costruito per stupire i contadini».
• Già consigliere comunale, segretario cittadino e vicepresidente della Gioventù socialista mondiale, laureato in Filosofia e assistente di Mario Dal Pra e Renato Cantoni, nel 1976 lasciò l’università per seguire Craxi, diventato segretario del partito al Congresso del Midas di Roma. Dopo anni di ritiro dalla politica, nel 1999 fu eletto deputato europeo nelle liste dello Sdi (partito abbandonato nel 2000 per partecipare alla nascita del Nuovo Psi).
• «Il suo non fu un tradimento politico. Martelli non disse a Craxi: “Io succedo a te perché sei vecchio”. Gli disse: “Io succedo a te perché sei un ladro”. Martelli diede a Craxi un dolore che non si rimarginò mai. I soldi arrivavano anche a lui. Soldi che gli consentivano di mantenere un tenore di vita mostruoso, offensivo, che schifava lo stesso Craxi. Bisognerebbe fare le visite guidate per vedere la villa sull’Appia Antica dove abitava Martelli a spese del partito» (Filippo Facci).
• Scandaletto, nel 1989, sollevato dall’Espresso: a Malindi (Kenya) fu trattenuto perché sospettato di detenzione di marijuana.
• «Quella con Bettino Craxi è stata una amicizia profonda, vera, durata 30 anni. Non è giusto che alla fine si ricordi solo il periodo della rottura. Credo che mi volesse bene».
• «La Prima Repubblica è stata uccisa e si è suicidata. Un Parlamento per metà inquisito e ricattato moralmente dall’altra metà si privò della possibilità di ogni amnistia correggendo la Costituzione per renderla impossibile, poi tolse l’immunità ai parlamentari al culmine dell’offensiva giudiziaria, infine si autosciolse e si consegnò alle Procure» (a Barbara Palombelli). «La più colossale operazione di polizia giudiziaria di questo Paese. Trentamila inquisiti, tremila arresti concentrati sulla classe politica. Nulla di simile contro mafia e terrorismo. Con le intercettazioni, nate per combattere i killer, usate per incastrare un assessore» (a Giancarlo Perna).
• «Pigro come sei, come fai a fare il giornalista? “Dormo sette ore, come tutti. Mi alzo alle undici, perché vado a letto alle tre di notte. Così dall’età di 17 anni, per un colpo di sole mal curato (...) Mi addormentai in barca sul Lago di Varese. Al risveglio avevo le convulsioni. I medici mi dettero psicofarmaci in dosi sbagliate. Da allora, ho un’ansia di ingresso nel sonno. Mi devo spossare fino a notte inoltrata, poi dormo per sfinimento”. In altri tempi l’avrei presa per la classica palla martelliana, destinata ad alimentare la sua leggenda. Ma Claudio, oggi, non sembra più il paravento di un tempo. È un uomo ammaccato che si è ricongiunto con l’età anagrafica» (a Giancarlo Perna).
• Nel 2013 ha pubblicato per Bompiani l’autobiografia Ricordati di vivere. « Parla di Craxi, esalta Adriano Sofri, racconta l’epopea di Raul Gardini, gli altri leader socialisti (Gianni De Michelis, Ottaviano Del Turco, Massimo Pini, Tizio, Caio) li cita appena, ma soprattutto Claudio Martelli posa da personaggio di Stendhal. In copertina, una foto di se stesso trentenne, e poi le donne, i salotti, i baci rubati, “cercai il suo sguardo”, “mi fai paura”, gli incontri, le separazioni, i meriti propri, i torti altrui. Un romanzetto. Non si pretendeva tanto. Bastava meno» (Diego Gabutti) [Iog 24/10/2013].
• Dalla prima moglie Annarosa Pedola ha avuto il figlio Giacomo (vedi); da Ludovica Barassi, Adriano; da Camilla Apollonj Ghetti (moglie dal 2000 al 2007), Brenno e Maddalena.
• Esce dalle depressioni andando a vivere, per almeno quattro giorni la settimana, in qualche metropoli europea: Londra dopo Tangentopoli, Berlino dopo la crisi con la Apollonj Ghetti (che lo ha molto abbattuto).