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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Gerardo Marotta

• Napoli 26 aprile 1927. Avvocato.

• «Ultimo discendente dei duchi di Scilla, raffinato gentiluomo, intellettuale acuto del Mezzogiorno, già la sua fisionomia, gentile, minutamente cesellata, tradisce un’origine antica di filosofo e retore della Magna Grecia, di leale e navigato difensore della legalità, fulgida prerogativa della plurisecolare scuola giuridica partenopea. Lui, assertore dell’alternativa illuministica, giacobina, liberale della borghesia napoletana, uno degli ultimi allievi di Benedetto Croce, è da più di 30 anni, dal 1975, alla guida dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli. Libri, convegni, seminari, scuole: si tratta di un’immensità operosa di cultura d’ampiezza universale, che va dalla filosofia classica tedesca a quella napoletana e perfino a quella africana» (Marino Freschi).
• «Negli anfiteatri della Sorbonne o nelle aule dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales a Parigi, nella biblioteca del Warburg Institute a Londra o nei corridoi dell’Institute Advanced Studies a Princeton, nella Freie Universitaet a Berlino o nelle sedi più diverse degli Istituti Italiani di Cultura quando si parla dell’Avvocato si pensa immediatamente all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e al suo presidente, Gerardo Marotta. Nessuna ambiguità, nessuna possibilità di confusione nei circuiti culturali. Un po’ come accadeva con l’altro Avvocato nell’universo della finanza e dell’economia» (Nuccio Ordine).
• «I professori del Consiglio scientifico mi dicono: “Marotta, ma che fa? La smetta di vendere, conservi per i figli”. I miei fratelli si mettono le mani nei capelli: “Gerardo, stai dilapidando il patrimonio” (...) Io vendo! Vendo! Vendo tutti i miei beni. Immobili, gioielli, risparmi, tutto. Lo faccio per salvare il nostro Istituto italiano per gli studi filosofici, per tenere alta una bandiera dell’umanesimo. Prima ho prosciugato i risparmi, poi ho alienato l’attico a Roma. Poi i gioielli di mia moglie defunta, ora la villa del ’700 al confine del parco del Vesuvio, valore un miliardo di lire. La casa di famiglia è già ipotecata con le banche» (a Giuseppe Salvaggiuolo) [Sta 14/11/2010].
• «Lo stanziale avvocato ha messo insieme trecentomila volumi, se li è comprati in una vita, tutti in qualche modo rari e fra essi la prima italiana dell’Encyclopedie. Comprarli va bene, ma mantenerli ha il suo costo. Niente più fondi per il suo Istituto di studi filosofici. E l’avvocato sta affastellando i trecentomila tomi in un deposito a Casoria (…) Più vicino all’acido disincanto di Luigi Compagnone che alla solarità temperata dal civismo di Raffaele La Capria. Con in più comportamenti vagamente macchiettistici. Per esempio la giacca del pigiama indossata quando riceve a casa dopo una cert’ora. Se abbinata a un Borsalino, lo fa assomigliare a Joseph Beuys oltre che a un personaggio di De Crescenzo-Bellavista» (Massimo Bordin) [Fog 25/8/2012].
• Il regista partenopeo Marcello Sannino ha realizzato su di lui il documentario La seconda natura (2012).
• Vedovo di Emilia Mancuso (scomparsa nel dicembre 2006), tre figli.