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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Igor Marini

• Roma 19 marzo 1963. Faccendiere. Presunto superteste dell’affaire Telekom Serbia (2003), già arrestato e scarcerato, è stato condannato a dieci anni nel 2011, pena ridotta in appello a 7 anni e 6 mesi (2013) per le sue dichiarazioni rese nel 2003.
• «Nel loro atto d’accusa i pubblici ministeri romani De Falco, Loy e Vitello hanno definito le testimonianze di Marini in Parlamento e ai giudici “più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso”, consistito nel sostenere che “vi erano stati effettivi movimenti di denaro proveniente dal sovrapprezzo che Telecom Italia aveva pagato per l’acquisto di Telekom Serbia”, e che “la restituzione di tale sovrapprezzo aveva come destinatari Prodi, Dini e la moglie di questi Donatella, Fassino, Rutelli, Veltroni e Mastella”. Così facendo, Marini incolpava questi personaggi, “sapendoli innocenti”, di corruzione, abuso d’ufficio, ricettazione e riciclaggio. Di qui l’accusa di calunnia» (Giovanni Bianconi).
• Rinviato a giudizio nel 2008, il 20 settembre 2010 viene nuovamente arrestato dai carabinieri di Torino, i quali eseguono un ordine di carcerazione spiccato dal tribunale del capoluogo in esecuzione di una condanna a cinque anni per calunnia ai danni di Maria Bice Barborini, il pubblico ministero che lo aveva interrogato nel lontano 2003. Il 10 novembre 2011, invece, il tribunale di Roma lo condanna a dieci anni per reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione di documentazione falsa e contraffatta a diversi episodi di calunnia, con risarcimento danni nei confronti di Francesco Rutelli, Donatella e Lamberto Dini, Walter Veltroni, Piero Fassino, Clemente Mastella e Romano Prodi, quest’ultimo all’epoca dei fatti presidente del Consiglio. Condanna confermata in appello nel 2013, con riduzione della pena a 7 anni e 6 mesi.
• «C’è chi ancora ricorda quando si presentava a San Macuto accompagnato da Bmw con autista. Diceva di essere conte, parlava con eloquio fiorentino, ingentilito da erre moscia, poi perdeva le staffe e berciava in romanesco verace. (…) I pm infieriscono su Igor, le cui panzane venivano appoggiate da una stampa asservita all’uso politico che della vicenda si fece e che ha segnato la nascita della “macchina del fango”. Dopo Telekom Serbia niente è stato più come prima e stavolta lo sostiene l’accusa. Interpellanze, interviste, strepitanti articoli di Paolo Guzzanti, all’epoca presidente della commissione Mitrokhin. Tutti a chiedere la testa di Prodi. Dice il pm De Falco: “Telekom Serbia è la madre di tutti i tentativi di denigrazione dell’avversario”. E il pm Loy lapidaria aggiunge: “Le indagini hanno accertato l’inesistenza delle tangenti, al contrario hanno provato l’esistenza di calunnie verbali e documentali”» (Rita Di Giovacchino) [Fat 1/4/2011].
• «La cosiddetta operazione Telekom Serbia con cui, nel 2003, la maggioranza parlamentare di centro-destra tentò di liquidare l’allora leadership del centro-sinistra, accusandola di corruzione internazionale, fu costruita sul dossieraggio criminale di “un’associazione a delinquere finalizzata alla calunnia”. Ci sono voluti otto anni per mettere un primo punto giudiziario a questa “verità”, svelata da un’inchiesta di Repubblica, cui lavorò Giuseppe D’Avanzo. Ma, ora, quel punto è arrivato» (Carlo Bonini) [Rep 11/11/2011].