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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Giovanna Marini

• (Salviucci) Roma 19 gennaio 1937. Cantautrice. «La più apprezzata e significativa “cantastorie”, come si definisce, del panorama musicale italiano» (Luigi Vaccari). «La disubbidienza ha sicuramente un valore etico».
• «Famiglia di musicisti, diplomata in chitarra classica al Conservatorio, è la voce degli anni Sessanta, di quella cultura che usava il patrimonio musicale della tradizione contadina e popolare (“delle classi subalterne” si diceva con terminologia gramsciana) come arma politica, e insieme come modello per canti di lotta e di protesta. Partita da Bach, arriva alla musica popolare grazie a Gianni Bosio, che a Milano ha fondato il Nuovo canzoniere italiano cui fanno capo le Edizioni Avanti e i Dischi del Sole. Da Bosio apprende non solo il metodo della ricerca ma anche “l’impegno della memoria, il bisogno di rivisitare il passato attraverso i documenti del popolo, i suoi canti, i suoi racconti”. Collabora con l’Istituto Ernesto De Martino, impara dai cantori contadini tecniche di emissione della voce e l’uso di armonie lontane dai modi classici e codificati, che impiegherà nella composizione delle sue cantate (la più celebre sarà il Lamento per la morte di Pasolini)» (Ranieri Polese).
• Nel 1972 andò a Reggio Calabria per la grande manifestazione contro i fascisti del “Boia chi molla”: da quel viaggio nacque la celebre I treni per Reggio Calabria.
• «A riaccendere l’attenzione, una collaborazione non nuova per lei con un cantautore che si spende pochissimo, Francesco De Gregori, con cui nell’82 aveva interpretato brani del Titanic. Insieme hanno inciso canti della tradizione popolare nel bellissimo Il fischio del vapore (2002), e sull’onda della felice collaborazione era seguito un secondo album, Buongiorno e buonasera, ancora straordinario e tutto suo, sempre prodotto dal cantautore romano. Ballate, cronache e memorie drammatiche o spiritose, cantate e spesso recitate come il rap di oggi» (Marinella Venegoni).
• «La cosa strana è che l’America mi ha fatto scoprire le cose italiane. Cioè, io sono arrivata, partendo da quelle americane, a cui m’ero proprio dedicata, me le studiavo in America insieme a quelle italiane» (ad Alessandro Portelli) [dal libro cd Giovanna Marini, Lady of Carlisle, Nota 2013].
• «Quando cantavo la Ballata dell’America, con la coda dell’occhio vedevo Paolo Pietrangeli e Ivan Della Mea agitare le mani in segno di “du’ palle”. Diciamo che ho spesso cantato all’insegna del “du’ palle”. Ma il mio repertorio è preso dalla tradizione orale che è la base di tutte le musiche e va rispettata. Per questo non amo chiamarlo canto popolare. La musica popolare è fatta di quattro note; quella della tradizione orale ha una ricchezza di timbri e di modi, sono scale armoniche anche complicate, è come un raga. Per chi, come me, non ha mai smesso di studiarli, il Gloria di Montedoro o la Passione di Sessa Aurunca sono come la Quinta di Beethoven» (a Laura Putti) [Rep 16/9/2012].
• Vista in teatro al fianco di Umberto Orsini nella rivisitazione del lamento poetico di Oscar Wilde La ballata del carcere di Reading (regia di Elio De Capitani) «Giovanna è una grande artista. Ha scritto cinque ballate in inglese che canta ed esegue alla chitarra. Mi dà gioia stare in scena al suo fianco. Questo spettacolo funziona perché siamo noi due. (…) Siamo due vecchi signori con la credibilità sufficiente per non essere sospettati di speculare sulle parole di un grande autore» (Umberto Orsini a Sara Chiappori) [Rep 6/5/2014].
• «L’importanza di Giovanna Marini è indiscutibile, non solo per il grande lavoro sulla vocalità che la compositrice romana ha svolto in questi anni (unico in Italia proprio perché ha saputo recuperare creativamente le tecniche della vocalità popolare e riproporle in un impianto musicale sempre sorprendente e nuovo) ma anche per le sue doti di autrice di canzoni e ballate che meritano un posto di rilievo nella storia della canzone italiana» (Il dizionario della canzone italiana).
• Nel 2006 divenne la prima musicista a vincere il Nonino.
• Due figli, Silvia e Francesco, entrambi musicisti.