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 2012  maggio 31 Giovedì calendario

Biografia di Maurizio Marinella

• Napoli 31 dicembre 1955. Imprenditore. Delle cravatte. Storica bottega aperta nel 1914 dal nonno Eugenio fra la Riviera di Chiaia e piazza Vittoria. «L’abbiamo messa al collo a tutti i presidenti della Repubblica da Enrico De Nicola in poi. E a tutti i presidenti degli Stati Uniti a partire da John Kennedy».
• «A 5-6 anni i miei amici andavano alla villa Comunale a giocare a pallone mentre io, su ordine del nonno, dovevo venire in negozio per respirarne l’aria. Mi spiegava: tu non devi parlare, tu devi dare la mano solo se te la danno. Ho vissuto un conflitto aspro col negozio fino ai 12 anni quando, senza dire che ero figlio di Marinella, ho cominciato a fare le consegne. Le prime mance mi hanno rimesso in pista rispetto agli altri bambini. Poi mi ha insegnato molto lo sport: pallanuoto, anni di serie A col Posillipo. Mi ha aiutato a combattere, a non darmi mai vinto, a sacrificarmi per un obiettivo. E quell’allenamento resta anche oggi. A me non è mai stata data la possibilità di pensare a una cosa diversa dal negozio».
• «Tutte le mattine alle 6,30 scende nell’atelier della Riviera di Chiaia» (Dino Messina). Ai clienti in coda lungo il marciapiede davanti al negozio offre caffè e sfogliate mignon [Fulvio Bufi, Cds 21/12/2011].
• «In cento anni la mia famiglia ha avuto più debiti che crediti. Avete scritto voi giornalisti che rifiutai cento miliardi di lire nel 2001 da un gruppo olandese. Indiani, francesi, inglesi, giapponesi, americani fanno ancora offerte. Qualcuno mi dice: ma allora giochi al rialzo? Difficile convincerli. Sono due i discorsi che porto dentro. Mio padre nei momenti critici mi diceva: “Il primo piatto è sicuro, il secondo è incerto. Quindi: andiamo avanti così”. A 88 anni, prima di morire, il nonno fu chiaro. “Maurizio, ora tocca a te dimostrare che si possono fare cose importanti anche a Napoli. Senza partire. Hai capito, Maurizio?” Marinella è la napoletanità vincente, dovrà essere sempre così (…) A 18 anni chiesi di girare. Conobbi gente importante che è la nostra clientela, oggi. Telefonai a Pietro Barilla per un incontro. Ricordo l’indirizzo. Villa Barilla, viale Barilla, Parma... Ordinò 70 cravatte, temeva fossero poche e mi riempì la 850 Fiat di sughi, biscotti e pasta. Sono tornato da lui una volta al mese, di mercoledì. Persona stupenda. Come Gianni Agnelli che mi chiamò a Torino. Con una cortesia infinita, mi chiese di allestire la vendita di cravatte, un’ora solo, dopo i consigli di amministrazione. Un pensiero gentile per i dirigenti Fiat. Nello studio di Andreotti ho poi conosciuto Francesco Cossiga, da presidente regalava un cofanetto con sei cravatte ai Capi di Stato. Sono diventati così nostri clienti Kennedy, Bush padre e figlio, Kohl, Schroeder. Clinton dopo il G7 di Napoli mi ha scritto una bellissima lettera. Tra i politici italiani, Craxi, D’Alema, Berlusconi che prendeva 300 cravatte al mese quando era premier. Non siamo mai riusciti a regalare una cravatta ai presidenti italiani. Da De Nicola a Napolitano, ci hanno consentito solo un piccolo sconto» (ad Antonio Corbo) [Ven 4/4/2014].
• «La cravatta non deve pendere né a destra né a sinistra, deve stare ben ancorata al centro».
• Nel 2006 fu tra i sostenitori della petizione con cui i Verdi chiedevano una tassa sul lusso per le barche superiori ai 15 metri ormeggiate nei porti in provincia di Napoli.
• A gennaio 2008 voleva chiudere il suo negozio di Napoli a causa della spazzatura, ma cambiò idea grazie ad una telefonata del commissario De Gennaro: «Ho voluto fare un ultimo gesto d’amore per Napoli».
• Tra i 50 imprenditori convocati da Berlusconi ad Arcore per il progetto “Alitalia per il made in Italy”. Nel 2010 il Cavaliere gli propose di candidarsi col Pdl a sindaco di Napoli, lui rifiutò.
• Sposato, un figlio. Alessandro. «Mi piacerebbe che continuasse nel lavoro di famiglia, ma non lo assillo».
• Credente e praticante: «Osservo il magro e il digiuno. Se me lo chiede la Chiesa io obbedisco» [Agostino Gramigna, Cds 10/3/2011].
• Indossa solo cravatte difettate, sempre a fondo scuro.
• Nel 2011 nominato da Giorgio Napolitano Cavaliere della Repubblica.