31 maggio 2012
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Biografia di Fiorella Mannoia
• Roma 4 aprile 1954. Cantante. Ultimi album: A te (2013, dedicato a Lucio Dalla), Sud (2012), Ho imparato a sognare (2009). Nel 2014, per festeggiare i suoi 60 anni, ha pubblicato la raccolta Fiorella, in cui duetta con altri artisti della musica italiana «In questi lunghi anni ho avuto il privilegio di incontrare tante persone, colleghi con i quali ho avuto il piacere di cantare, molti di loro mi hanno fatto dono delle loro canzoni contribuendo alla mia formazione artistica e ognuno di loro ha lasciato, consapevolmente o no, un segno che ha contribuito a rendermi quella che sono».
• «Mi facevano già cantare i miei genitori. Furono loro, a 5 o 6 anni, a capire che avevo un senso ritmico e mi facevano cantare in continuazione. Io non so se avrei mai potuto fare altro» (da un’intervista di Alain Elkann). Prima parte della carriera scandita dalle partecipazioni al Festival di Sanremo: Caffè nero bollente (1981), Come si cambia (1984), Quello che le donne non dicono (1987, di Ruggeri), Le notti di maggio (1988, di Fossati).
• Quando era una bambina, il padre non le raccontava le favole. Lui preferiva farla addormentare con «le storie delle opere. Così so che Rigoletto ha ammazzato per sbaglio sua figlia, che Traviata è morta incolpevole... Mi piacevano ma ci piangevo, perché alla fine queste povere donne morivano sempre tutte». Ma quel momento, prima di prendere sonno, rimane uno dei ricordi più cari della cantante, che mentre parla sembra rivedere «papà che, in falsetto, mi cantava le arie più celebri... vissi d’arte, vissi d’amore... Ancora oggi non c’è volta che senta l’ouverture della Traviata senza che mi metta a piangere perché mi torna in mente lui» [Maffioletti, Cds 29/5/2015].
• Il 7 settembre, quando sarà sul palco dell’Arena di Verona per il concerto in cui festeggerà 40 anni di carriera, un pensiero non potrà che andare a quel papà con cui aveva un rapporto «tanto speciale, diverso da quello che ho con mia mamma. Lei ha 94 anni e la amo moltissimo. Ma con papà era un’altra cosa: tutte le coccole, le carezze, le ho ricevute da lui». La mamma lavorava, aveva tre figli... «È orgogliosa di me, ma non è stata mai fanatica. La mia famiglia non mi ha mai né ostacolata né eccessivamente incoraggiata: mi hanno lasciata libera di scegliere. E nessuno è cambiato con me: mio fratello e mia sorella spesso dimenticano se è uscito un mio disco. Mi fa piacere: tutto è come prima» [ibid].
• «Credo di avere un pubblico mediamente colto, che segue i testi».
• «Più che una cantante, Fiorella Mannoia è un sacramento. Non se ne può parlare male, guai a discuterne il talento» (Andrea Scanzi).
• «Non è un’autrice. E ha fatto di questo la sua forza. “All’inizio l’ho considerata una mancanza, una mutilazione”, poi per lei autori come De Gregori, Fossati e Ruggeri hanno scritto canzoni indimenticabili e la sua vita è cambiata, “ho scoperto di avere una voce che poteva comunicare emozioni”. Carriera costruita: “Un mattoncino alla volta. Non sono arrivata subito al successo, è stato un cammino lento durante il quale ho imparato dai miei errori a scegliere, a capire cosa volevo dire e come potevo farlo”. Una carriera iniziata nel cinema. Come controfigura e come stunt. “So andare bene a cavallo e proprio per questo mi hanno chiamato a fare la controfigura nei film. Una volta nel giro, poi mi sono ritrovata a sostituire le attrici nelle scene più movimentate. Come la Vitti nella scena dello schiaffo in Amore mio aiutami”. Il cinema però non l’ha stregata: “Ho un solo rimpianto: di non aver capito, perché ero troppo giovane, chi avevo accanto. In quegli anni ho avuto l’onore di conoscere persone come Alberto Sordi, Dino Risi, Monica Vitti, Vittorio De Sica, Claudia Cardinale, Gene Hackman. Se succedesse adesso, mi comporterei in modo diverso”. Poi, nella sua vita è arrivata pian piano la canzone: “All’inizio non capivo molto bene quello che facevo, cantavo le canzoni che mi proponevano senza una vera e propria consapevolezza della direzione che avrei preso. La prima volta è successo con Come si cambia. Ho una voce greve e drammatica che si adatta meglio a certi testi. Ho imparato a lasciarla andare, a farle seguire le parole che avevano scritto altri. E quella è diventata la mia caratteristica”. Chissà se, in tanti anni, le è mai venuta la voglia di scrivere: “Io non sopporto e non so cantare le banalità degli altri, non potrei certo cantare le mie banalità. Scrivere è un talento e io non ce l’ho. Essere interprete mi è più che sufficiente”. A differenza di molti suoi colleghi, la Mannoia collabora spesso con altri artisti. “Anzi, credo che sia la cosa più bella che possa capitare nel nostro lavoro”» (da un’intervista a Repubblica).
• È stata sostenitrice di Walter Veltroni («è una persona onesta»), ma ancor più avversaria di Berlusconi: è andata alla manifestazione dell’8 luglio 2008, organizzata da quelli di Micromega, sponsorizzata da Di Pietro e dai girotondini e con un forte retrogusto antiveltroniano, perché «manifestare a ottobre come vuole Veltroni è troppo tardi. Io stasera voglio andare a dormire tranquilla, con la coscienza pulita».
• «Mai avuta una tessera però. La politica è un disastro e non ha capito quanta rabbia covi nella gente che non sa a chi rivolgersi. Né la destra né tantomeno la sinistra» (a Malcom Pagani & Marco Travaglio) [Fat 24/1/2012]. Alle elezioni del 2013 ha appoggiato la lista Rivoluzione civile di Antonio Ingroia. Poi grillina non pentita «Ho ancora in fiducia in Grillo, ma ci vuole un altro passo indietro. Grillo, che ha fatto anche uscite inopportune come quelle sugli extracomunitari, deve finalmente lasciare parlare gli eletti. Non arrivo a chiedergli di lasciare il Movimento ma un padre deve sapere quando arriva il momento di lasciar camminare i figli sulle proprie gambe. I deputati e senatori 5 Stelle mi sembrano persone oneste che lottano contro tutto e tutti. Lui è un megafono troppo amplificato. Il suo essere uomo di spettacolo non lo abbandona. Ha sempre il gusto della battuta ma oggi la gente non vuole ridere» (ad Andrea Laffranchi) [Cds 3/12/2014].
• Nel 2015 «Ho 61 anni e mi sento una bella donna da dieci. Ho scoperto di essere bella a 50 anni e da lì ho iniziato a giocare con la mia femminilità. Prima non ci ho mai riflettuto. E dire che oggi, quando rivedo le foto di quando ero più giovane, dico: ma cavolo, non ero così male, perché non ci pensavo? Ho avuto storie molto lunghe... passati i primi tempi di passione, si traducono in quotidianità. Forse, ora che ci penso, gli uomini con cui sono stata non mi hanno mai fatta sentire così tanto bella, no. Forse da dieci anni a questa parte ho un fidanzato che me lo ricorda. Volevo mi dicessero che ero brava piuttosto che bella, ora mi fa più piacere il contrario... sarà che con la vecchiaia uno rimbambisce...».
• Tra i 30 e i 50 anni ha avuto una relazione con Piero Fabrizi, suo produttore. «Unico rimpianto non aver avuto figli, vorrebbe adottarne ma in Italia “non me lo darebbero mai”» (a Silvia Bombino). «Ricordo quando andai a fare l’ultima visita dal ginecologo. Era anziano e mi disse: “Signora, non si può avere tutto. Lei è stata una donna fortunata. Si accontenti”. L’ho mandato a quel paese. Una volta in macchina, mi sono fermata e mi sono detta: però ha ragione» (a Chiara Maffioletti).
• Ogni domenica va a trovare sua madre (il padre è morto) ed è l’unico momento in cui guarda la televisione. «Lei ha 94 anni e la amo moltissimo. Ma con papà era un’altra cosa: tutte le coccole, le carezze, le ho ricevute da lui»Ha un fratello e una sorella: «Lui convive da trent’anni e ha una figlia, lei è sposata e ha due figli. Entrambi sono già nonni, quindi sono diventata prozia».
• Tifosa della Roma: «Vado sempre alla partita. Totti è il capitano, e quando il capitano chiama non si può non correre» (da Il giorno più bello di Laura Laurenzi, Rizzoli 2008).
• Impegnata nel sociale, da Emergency al Progetto Fondazione Axé fino ad Amref, la campagna contro la mortalità materna in Africa. «Sono andata in Africa, in Benin, mi hanno fatto Cavaliere del panafricanismo. (...) L’obiettivo aiutare l’Africa a non avere più bisogno di noi, di quell’Occidente che, complice il dittatore di turno, l’ha sfruttata. La fame uccide molto più dell’ebola ma non se ne occupa nessuno perché non è contagiosa, i ricchi non la prendono» (a Giuseppe Videtti) [Rep 13/12/2014].
• Difetti «Tantissimi: orgogliosa, distratta, gelosa...» (a Sandra Amurri) [Fat 30/12/2014].
• È vegetariana, «ma qualche volta cedo davanti a una fetta di salame» (Cristina Giudici) [Gra 15/3/2012].
• «Non mi stresso, non faccio capricci. In tournée mi chiedono: cosa vuoi mangiare? Quello che vi pare, cosa vuoi che importi. Oppure che alberghi preferisco, ma tanto ci devo dormire una notte... La mia gratitudine, piuttosto, è tutta per le persone che sono venute a vedermi in questi anni. Mi hanno fatto il regalo più grande, la libertà».
• Il 7 settembre, quando sarà sul palco dell’Arena di Verona per il concerto in cui festeggerà 40 anni di carriera.